L'altra sera la nazionale italiana è riuscita nella straordinaria impresa di qualificarsi ai prossimi europei che si terranno in Germania il prossimo giugno. Una competizione che, da quando è passata a 24 squadre, in pratica qualifica quasi il 50% delle nazionali affiliate all'Uefa (55). Eppure, stavamo riuscendo a mancare anche questa qualificazione nonostante un girone non proprio impossibile. Tolta l'Inghilterra, che negli scontri diretti ha comunque dimostrato di esserci superiore in tutto e per tutto, le altre avversarie erano più che alla portata. Ucraina, Macedonia del Nord e Malta. Ebbene solo con questi ultimi siamo riusciti a vincere entrambe le sfide, tra l'altro senza brillare. Contro i macedoni, ormai nostra bestia nera, siamo stati capaci di pareggiare in trasferta e per poco gli azzurri non riuscivano a dilapidare 3 reti di vantaggio al ritorno in casa. Così per la qualificazione ci siamo giocati tutto negli scontri diretti con l'Ucraina e ne siamo usciti vincitori grazie ad una vittoria casalinga di misura e ad uno scialbo 0-0 in trasferta con brivido finale.
Sì perché, anche se un tempo quel tipo di contatto tra Cristante e Mudryk non sarebbe mai stato punito col rigore, da quando c'è il var questo tipo di pestoni vengono sempre sanzionati ed è inspiegabile come né arbitro né var lo abbiano fatto. Forse davvero il servilismo di Gravina nei confronti di Ceferin ha portato i suoi risultati. E chissà cosa sarebbe successo se gli ucraini avessero potuto giocare la gara decisiva in casa e non a Leverkusen se il loro paese non fosse stato martoriato dalla guerra.

A dirla tutta gli azzurri sono parsi superiori agli uomini di Rebrov in entrambi gli scontri, comandando il gioco per lunghi tratti. Ma proprio per questo motivo c'è da stare poco allegri. Se sei nettamente superiore al tuo avversario e riesci a batterlo solo di misura e rischi pure nel finale è evidente che qualche problema ci sia.
Sia chiaro, io non attacco Spalletti come prima non lo facevo con Mancini. Certo, a volte le loro scelte sono alquanto cervellotiche ma in linea di massima quasi tutte condivisibili. Il problema sta proprio nella materia prima a disposizione. Nella scarsa possibilità di scelta per il selezionatore. Questo porta i c.t. a convocare in nazionale giocatori con scarsa o nessuna esperienza a grandi livelli nella speranza di pescare il jolly. Era successo a Mancini con Zaniolo per poi riprovarci con Gnonto e Pafundi con scarsi risultati. Ora Spalletti ha provato a suo volta il colpaccio convocando a furor di popolo Colpani del Monza. Un giocatore che, a 25 anni, ha conosciuto solo le serie inferiori ed è reduce da una stagione d'esordio in serie A sufficiente e una decina di buone partite in questa stagione. Parliamoci chiaro, anche se il web chiedeva a gran voce la sua convocazione, una volta non sarebbe mai stato preso in considerazione con una carriera simile. Ma ciò succede perché, come detto, non c'è molto da scegliere. Nei vari reparti le carenze della rosa sono evidenti.

Tra i portieri siamo messi abbastanza bene. Se Donnarumma non è e mai sarà all'altezza di Buffon, resta comunque un ottimo portiere e dietro di lui scalpita Vicario che sta conquistando la Premier con il Tottenham. Quindi i sempre affidabili Meret e Provedel oltre al giovane e promettente Carnesecchi.
Poi solo problemi. In difesa non ci sono più Bonucci e Chiellini, che già non erano Nesta e Cannavaro, adesso siamo aggrappati ad Acerbi, 36 anni, al fianco del quale si fa fatica a trovare un giocatore affidabile. Il più quotato sarebbe Bastoni. Ha 25 anni, buona capacità di impostazione e gioca con Acerbi nell'Inter. Ma ultimamente sembra avere spesso problemi fisici senza contare il fatto che è mancino come Acerbi e, in una difesa a 4, questo comporta qualche difficoltà. In sua assenza, contro Macedonia e Ucraina, Spalletti ha provato prima Gatti e poi Buongiorno. Ma, pur non facendo malissimo, entrambi hanno confermato di avere dei limiti oltre alla scarsa esperienza internazionale. Così come i due provati in precedenza Mancini e Scalvini il quale resta, almeno potenzialmente, il prospetto migliore.
Sulla destra il punto fisso è Di Lorenzo ma alle sue spalle il vuoto. Il c.t. ha dovuto ripescare l'usato sicuro Darmian, ottimo braccetto destro nella difesa a 3 dell'Inter ma quasi mai impiegato da terzino.
A sinistra siamo messi un po' meglio con Dimarco, che però in nazionale non riesce ad essere decisivo come con l'Inter, l'arrembante Udogie che si sta confermando in Inghilterra, oltre al sempre affidabile Biraghi e a due giovani come Parisi e Cambiaso che potrebbero venire utili anche adattati a destra. Senza contare che anche Spinazzola, se riuscisse ad avere un po'di tregua dai problemi fisici, sarebbe un'ottima alternativa.
A centrocampo siamo pieni di buoni giocatori ma nessun fuoriclasse, soprattutto in regia. Locatelli e Cristante offrono grandi capacità di filtro davanti alla difesa ma sono pressoché nulli in fase d'impostazione. Per cui Spalletti ha richiamato Jorginho che non era un fulmine di guerra in gioventù, figuriamoci adesso a quasi 33 anni. E dietro di loro non è che abbondino le alternative. Dopo gli ottimi esordi all'Empoli Ricci sembra essersi un po'arenato al Torino. E Rovella, che ha lasciato la Juve per la Lazio per giocare con continuità, sta facendo la riserva di Cataldi (mai preso in considerazione dai c.t.). E pensare che alla Juve, con le squalifiche di Pogba e Fagioli avrebbe sicuramente avuto più spazio. Già, le squalifiche. La leggerezza di Tonali e Fagioli ha privato la nazionale del miglior centrocampista italiano (insieme a Barella) e di quello che sembrava il giovane più vicino alla completa maturazione. Barella e Frattesi garantiscono tanta corsa e inserimenti così come Bonaventura che ai prossimi europei sarà vicino ai 35 anni. Per avere un po' di qualità al momento c'è solo Lorenzo Pellegrini che però è tormentato da continui infortuni.

Infine il reparto più problematico di tutti, l'attacco. Ci si aggrappa a Chiesa che per noi sta diventando come Kvaratskhelia per la Georgia. O s'inventa qualcosa lui oppure buio pesto. Berardi, che maradoneggia nel Sassuolo, in nazionale sembra sempre il fratello scarso, segno evidente dei suoi limiti caratteriali. Così come Zaniolo, ogni qualvolta viene schierato, dimostra sempre di avere un ego di gran lunga superiore al talento. Raspadori conferma di avere buone qualità ma non sempre è efficace sottoporta mentre Scamacca non riesce a fare il salto di qualità e anche lui è spesso vittima di problemi fisici. Immobile va per i 34 anni e non ha mai brillato in nazionale e Retegui al momento è fermo per infortunio. Kean, Politano ed El Sharaawy sono buoni giocatori ma di certo non quelli che possono fare la differenza. Gnonto è meglio lasciarlo all'under 21 che sembra più la sua dimensione attuale. Questa è la situazione e, come detto, non sembrano esserci svolte nell'immediato futuro. E siamo in questa situazione già da almeno dieci anni. Però purtroppo non sembrano esserci allo studio provvedimenti da parte della federazione, troppo impegnata a fare i propri interessi per fare qualcosa di utile e importante. La creazione di accademy come in Francia, l'obbligo di schierare un certo numero di italiani, almeno nel campionato primavera e magari nelle under 23 che fanno la serie C e che dovrebbero essere obbligatorie per almeno le migliori 8/10 squadre di serie A.
Perché anche a questo Europeo, raggiunto con tanta fatica, Spalletti e i suoi ragazzi dovranno fare un vero miracolo per riuscire, non dico a confermarsi campioni, ma almeno a ben figurare.