Nell'ormai lontano mese di settembre, subito dopo la sconcertante sconfitta contro il Sassuolo, scrivevo che questa Juve, con questo organico a disposizione, avrebbe dovuto lottare con le unghie e con i denti per entrare tra le prime 4 e qualificarsi alla prossima Champions. Poi, una lunga serie di risultati positivi, ottenuti anche grazie a un po' di fortuna a dire il vero, avevano issato i bianconeri al secondo posto, addirittura in lotta con la corazzata Inter per lo scudetto.
Ad essere onesti anche io avevo iniziato a sperare, non certo di vincere il campionato, ma quantomeno di infastidire il più possibile i nerazzurri e chiudere la stagione con un onorevole secondo posto. Ma il tracollo degli uomini di Allegri da febbraio in poi mi ha ricondotto bruscamente sulla terra riproponendo gli enormi limiti della rosa, che già avevo sottolineato e che solo con grande grinta e abnegazione erano passati in secondo piano durante il girone d'andata.
Io non so se tutto questo è colpa di Allegri, come sembrano pensare quasi tutti i supporters bianconeri. Senza dubbio il tecnico livornese ha le sue colpe e commette i suoi errori. Ma io resto convinto che questa squadra sia composta da giocatori mediocri e in più assemblati male. Se si eccettua il pacchetto dei portieri, nel quale Szczesny resta un'assoluta garanzia ma che ha sempre qualche passaggio a vuoto ogni anno, tutti gli altri reparti hanno gravi pecche e lacune.
La difesa si regge sostanzialmente sulle spalle di Bremer. L'ex Toro ha di sicuro fatto un notevole passo avanti rispetto alla scorsa stagione ma anche lui in certe partite ha degli inspiegabili cali di concentrazione. Per il resto giocatori come Gatti e Rugani ci mettono tanta buona volontà ma hanno evidenti limiti mentre Danilo e Alex Sandro accusano i segni del tempo con il capitano che almeno riesce spesso a salvarsi grazie alla sua proverbiale grinta.
Tra gli esterni Kostic, Iling e Weah sono in gradi di saltare l'avversario di turno solo se vengono lanciati in velocità e solo a patto di trovare avversari più lenti. Inoltre, quasi la totalità dei loro cross vanno a sbattere sul giocatore che gli si oppone. L'unico che fa partire qualche cross decente è Cambiaso. Guardando i cross "arrotati" che fanno partire Dimarco ma anche Bastoni dell'Inter, non si può non notare la differenza. Il paragone con i nerazzurri risulta ancora più impietoso se si passa al centrocampo. Vedere Calhanoglu far partire un lancio rasoterra di 60 metri che termina sul piede del compagno e poi assistere a Locatelli che si limita a servire il compagno più vicino fa solo cadere le braccia. Sia chiaro, il povero Manuel è un altro di quelli che ce la mette tutta, che da una grande mano alla difesa. Ma non ha proprio la qualità che occorre per far partire l'azione. La squadra si regge sulle iniziative di Rabiot e McKennie mentre i vari Miretti, Nicolussi e Nonge restano giovani promettenti, al momento molto lontani dall'essere determinanti.
Tra gli attaccanti Vlahovic si conferma un buon giocatore, ma tecnicamente sbaglia quasi tutti i controlli di palla ed è molto carente nel fraseggio con i compagni. Inoltre non sempre riesce ad essere freddo davanti al portiere e resta fin troppo nervoso quando le cose non vanno per il meglio. Chiesa sembra essersi perso. Qualcuno pensa che sia colpa di Allegri che gli chiede di stare più centrale in campo. A me sembra che passi comunque quasi tutta la gara sulla fascia, ma non riesca ad incidere poiché si incaponisce nel voler fare sempre tutto da solo. A volte gli riesce, quasi sempre no purtroppo.
Milik e Kean restano due riserve neanche troppo affidabili (soprattutto dal punto di vista fisico) mentre Yildiz, che qualcuno voleva già trasformare in salvatore della patria, come Miretti e Co. ha bisogno di crescere con calma e migliorare. Anche perché vola via al minimo contrasto. Troppo poco per poter contare di centrare la champions in carrozza. Per questo resto convinto che le colpe maggiori siano della società. A partire dal mercato di riparazione dove, con una squadra seconda a 2 punti dalla capolista, decisamente però troppo superiore alla Juve, non ci si può limitare ai soli Tiago Djalo e Alcaraz. Con il difensore portoghese che tra l'altro arriva solo per anticipare la concorrenza interista ma di fatto è inutile al momento mentre l'argentino viene preso al penultimo giorno di mercato, giusto per fare numero. In una squadra priva di Pogba e Fagioli per le note vicende serviva un giocatore capace di dare qualità alla manovra e invece è arrivato l'ennesimo corridore. Tra l'altro proveniente da un altro paese, un altro campionato e senza alcuna possibilità di essere riscattato. Che apporto potrà mai dare? Probabilmente neanche Hojbjerg o Phillips sarebbero stati adatti ma almeno avrebbero portato esperienza. E comunque io avrei fatto di tutto per portare subito a Torino Samardzic, che sta vivendo da separato in casa ad Udine, giocatore di gran qualità, con un ottimo tiro da fuori, abile sui calci piazzati e nel fornire assist ai compagni, già calato nella nostra serie A.
Ma la cosa più grave per me è che, in questo momento di grande difficoltà che dura da quasi 2 mesi, nessuno della dirigenza si è fatto vivo nè con la squadra nè di fronte alle telecamere, ad eccezione di Giuntoli che ad ogni intervista conferma Allegri ma senza troppa convinzione. Ricordo come la stagione scorsa, poco prima dello sfacelo societario che ci travolse, Andrea Agnelli confermò senza indugi la panchina di Allegri anche dopo la sconfitta di Haifa contro il Maccabi. E da lì la squadra ripartì raddrizzando i risultati e portando a termine una stagione dignitosa nonostante tutte le traversie. Allora mi viene da pensare che in realtà la conferma decisa dell'allenatore non arrivi perché si è già deciso di cambiare. Giusto, legittimo e condivisibile.
Ma non vorrei che questa sfiducia sia filtrata, se non addirittura già comunciata, all'allenatore e alla squadra e che questo possa essere il motivo di questa debacle da cui non sembra ci si possa riprendere. Va bene che sono tutti professionisti ma una situazione del genere può influire anche in maniera inconscia su giocatori in gran parte giovani e con scarsa esperienza.

Ora non resta che salvare il salvabile consci che in queste condizioni sarà più difficile del previsto centrare la qualificazione in champions e ancor più difficile conquistare la coppa Italia. E consapevoli che la prossima stagione, chiunque si siederà su quella panchina, la squadra dovrà essere largamente rivoluzionata.