Corre l'estate dell’anno 2017 nell’era del Milan d.c. che non significa District of Columbia come nei telefilm americani, ma dopo Condor (ovvero l’ex-Amministratore Delegato, il brianzolo Adriano Galliani) e i rossoneri scendono in campo con Gigio Donnarumma fra i pali, Conti e Rodriguez sulle fasce, Musascchio, Bonucci e Romagnoli ipotizzando una difesa a tre e Storari, l’altro Donnarumma (Antonio), Abate, Gomez, Zapata, Antonelli e Calabria a completare la rosa dei rincalzi ai quali si aggiungono il baby Gabbia e Paletta.

Ammettiamo subito che non era intenzione della società trattenere l’italo argentino per un altro anno, ma evidentemente non sono stati posti in essere tutti i presupposti necessari per la sua cessione (la volontà del giocatore che non si è accordato sull’ammontare degli emolumenti e la durata del contratto con i capitolini ha fatto saltare gli accordi presi dai rossoneri con la Lazio).
Dodici elementi risultano un po’ troppi anche in vista dell’enorme mole di incontri che il Milan dovrà disputare nel suo cammino nazionale e internazionale. Tuttavia, forse per il mercato di gennaio qualcuno andrà via definitivamente, e interessante è anche la sequenza di variabili a disposizione di Montella che ha anche provato alcune variazioni sul tema (ad esempio provando Antonelli e Calabria come centrali e Gomez come laterale).

Tutto sommato, la difesa rossonera non è un reparto saracinesca come si poteva dire di quello della Juve della ex-BBC, ma è tutt'altro che scarsa. L’impressione è che, vuoi per l’immaturità di alcuni elementi o per la classe non eccelsa di altri, qualcosa si finirà sempre per rischiare ma sostanzialmente meno di quanto accaduto negli anni passati.
Vogliamo confrontare lo stato attuale con quello delle ultime sette stagioni? Non bastasse ho l’impressione che di Baby come Gabbia sentiremo parlare spesso in futuro. L’attuale Dirigenza e Proprietà concordano sia sull’ipotesi di rafforzamento della rosa nell’immediato che su una seria pianificazione in puro stile Cantera spagnola. La Storia del Milan è la riprova che è il più sano e giusto connubio tra i più forti elementi italiani in rosa e quelli emergenti sul piano internazionale che le possono garantire il ritorno a quel ciclo di successi che per troppi anni sono mancati.

Il tifo rossonero, poi, adora la classe dei suoi beniamini, i colpi geniali (non dimentichiamo che da questa sponda del Naviglio sono passati piedi buoni come quelli di Rivera, Van Basten, Pirlo e molti altri) ma apprezza ancor di più la pragmaticità e il cuore (basti citare Buriani, Baresi, Gattuso). Insomma, il milanista ha il palato fine per gustare piatti da gourmet, ma è anche pronto a spellarsi le mani per l’impresa del calciatore dotato solamente di grande forza di volontà. Donnarumma, Bonucci e Romagnoli sono indubbiamente ottimi calciatori ma lo saranno ancor di più per il pubblico esigente di San Siro se e quando getteranno il cuore oltre l’ostacolo.
Vedremo in questa stagione se sono già pronti per recepire questo consiglio. Altrimenti ci riproveranno con maggiore convinzione nella prossima. Se non sanno come fare basta che chiedano lumi ad un certo calabrese di nome Gennaro che allena la squadra Primavera...