La Tour Eiffel, le passeggiate romantiche in riva alla Senna, gli angoli artistici, l'Arco di Trionfo, il Louvre, i formaggi, i vini, i profumi, la Costa Azzurra. Non basterebbe di certo un articolo di Indaco32 per descrivere le bellezze della Francia. A tutto ciò, indubbiamente, va aggiunta la straordinaria passione per il calcio, sfociata in successi internazionali da parte della rappresentativa nazionale: come dimenticare Le Roi Michel Platini, tre volte Pallone d'Oro consecutivamente, il quale trascinò i transalpini alla conquista del primo titolo europeo nel 1984? Come non ricordare il glorioso decennio successivo, con un Zidane maestoso ed una squadra da brividi, che vide i blues conquistare il primo trofeo iridato nell'edizione casalinga del Mondiale del 1998, considerato dai più come la miglior edizione di sempre della competizione, e due anni dopo gli Europei, in una finale ancora amara per l'Italia, sconfitta nell'atto conclusivo dal golden goal di Trezeguet? E come non citare, grazie alla splendida cavalcata di appena due anni or sono, la strepitosa compagine guidata da campioni del calibro di Pogba, Griezmann e Mbappè issatasi sul tetto del mondo?

Insomma, i cugini d'oltralpe sono senza ombra di dubbio nell’élite del panorama calcistico internazionale, almeno per quel che concerne la Nazionale. Discorso diametralmente opposto vale per i club della Ligue 1. Abbastanza inspiegabilmente, infatti, i club del campionato francese non hanno mai brillato nelle competizioni europee, assumendo quasi sempre un ruolo di secondo piano. Inoltre, lo stesso torneo federale non si è mai avvicinato ai grandi campionati continentali concorrenti. Insomma, stranezze e maledizioni a parte, qualcosa non torna. Con l'articolo odierno ripercorro le avventure europee dei club transalpini che sono riusciti a giungere in finale in una competizione UEFA. In sedici occasioni, solo due team sono riusciti a tornare in patria con il trofeo in mano. Pronti per questo viaggio storico? Si parte!

Coppa dei Campioni 1955/56: Real Madrid-Stade de Reims 4-3

Finalmente, nasce la competizione che mette di fronte i più grandi club d'Europa. L'antenata della odierna Champions League prevede, come da noto regolamento, la partecipazione esclusiva dei campioni federali. La prima finale della storia è tra Real Madrid e Stade de Reims, gloriosa realtà del passato francese. La sfida attesa è tra Di Stefano, stella merengues, e Kopa, asso transalpino e futuro calciatore proprio degli spagnoli. La sfida è apertissima e il Reims va addirittura sul 2-0 dopo appena 10 minuti grazie alle reti di Leblond e Templin. Prima Di Stefano e poi Rial, però, rimettono la gara in equilibrio. Nella ripresa, Hidalgo (futuro CT della Nazionale campione d'Europa nel 1984) riporta avanti i francesi, ma Marquitos e ancora Rial firmano il definitivo 4-3. È l'inizio della dinastia madrilena, capace di vincere ben cinque edizioni consecutive (record tuttora imbattuto). Per gli avversari, si chiude invece una stagione anonima (solo decimi in campionato) con il rimpianto di essere arrivati vicino all'obiettivo massimo. Purtroppo per il calcio francese, si tratterà solo della prima di una serie di cocenti delusioni.

Coppa dei Campioni 1958/59: Real Madrid-Stade de Reims 2-0

L'occasione di vendicare la sconfitta patita e, contemporaneamente, interrompere l’egemonia madrilena, arriva tre anni dopo. Nelle fila iberiche gioca il grande ex Kopa, che forma con Gento e Di Stefano un trio divenuto memorabile. Le speranze francesi sono invece affidate a Just Fontaine, attaccante tra i più forti dell'intera storia del calcio: capocannoniere nel Mondiale dell'estate precedente con 13 reti in 6 partite (record tuttora attuale), si ritirerà a soli 29 anni a causa di problemi fisici. La sua dirompenza, tuttavia, non può nulla contro la caratura tecnica superiore degli iberici: Mateos, dopo appena 2 minuti, porta immediatamente in vantaggio i suoi. Il raddoppio firmato Di Stefano a inizio ripresa mette la parola fine al match. Ancora una sconfitta ad opera della squadra più forte di quel periodo storico. Magra consolazione: Fontaine risulterà capocannoniere della competizione con 10 realizzazioni.

Coppa dei Campioni 1975/76: Bayern Monaco-Saint-Étienne 1-0

Saranno necessari ben diciassette anni dall’ultima volta per vedere un club francese nuovamente a giocarsi la coppa più ambita. Ancora una volta, l’avversario è uno squadrone che sta dominando in lungo e in largo: il Bayern Monaco del magistrale Franz Beckenbauer. Les verds sono la miglior compagine transalpina di quel periodo: i successi ottenuti la rendono ancora oggi la società che ha vinto più campionati in patria. Dopo tre titoli consecutivi e due Coppe di Francia, l’assalto all'Europa è d'obbligo. L'entusiasmo è enorme: sono ben 50.000 i sostenitori della squadra a recarsi a Glasgow, teatro dell'atto conclusivo della manifestazione. La voglia di riscatto è enorme: gli stessi tedeschi hanno interrotto l'anno precedente le ambizioni del Saint-Étienne, eliminandolo in semifinale. Ma come il Real Madrid fu per lo Stade de Reims un ostacolo insormontabile, il Bayern giocò il medesimo ruolo nei confronti della squadra della Loira. Müller segna un goal ma viene ingiustamente annullato; un giovane Rummenigge scaglia il pallone dentro la porta: l'intervento del portiere Ćurković è oltre la linea, ma all’epoca non vi è il VAR e la rete non viene convalidata. La squadra, dunque, prova a prendere coraggio, ma la traversa impedisce per ben due volte di andare in vantaggio. Sarà così una punizione di Roth nel secondo tempo a consegnare il terzo titolo consecutivo ai bavaresi. Non basterà l'ingresso di Rocheteau, decisivo nei quarti di finale per eliminare la Dinamo Kiev, all'epoca autentica corazzata. La squadra sarà ancora ad alti livelli per qualche anno, prima di un declino da cui ancora non si è ripresa, risultati alla mano.

Coppa UEFA 1977/78: Bastia-PSV 0-0 / 0-3

La Coppa UEFA, fino alla stagione 1996/97 compresa, si disputava con il meccanismo della finale di andata e ritorno. Ad approdare all'atto conclusivo dell'edizione 1977/78 sono due squadre che non erano mai giunte prima d'ora a giocarsi un titolo internazionale: Bastia e PSV. I corsi, dopo aver eliminato, tra le altre, il Torino di Pulici e Graziani, campione d'Italia appena due anni prima, hanno l'occasione della loro storia. Purtroppo, però, nel match di andata, la pioggia si abbatte sul campo francese, limitando giocate e tecniche. Il punteggio non si schioderà dallo 0-0. Nel match di ritorno, gli olandesi, che soffrono il dominio dell'Ajax di quel decennio, vogliono iscrivere il loro nome in bacheca: W. van de Kerkhof apre le marcature nel primo tempo. Poi, nella ripresa, in due minuti Deykers e van der Kuijlen chiudono i conti. Un 3-0 senza appello che consegna la UEFA alla squadra di Eindhoven. Per il Bastia rimane un grande rimpianto: la squadra non ha mai brillato anche in futuro, e conquisterà qualche anno dopo la Coppa di Francia, unico titolo del suo palmares insieme ad una Supercoppa conquistata nel 1972.

Coppa dei Campioni 1990/91: Stella Rossa-Marsiglia 0-0 (5-3 d.c.r.)

Bari è il teatro della finale di Coppa dei Campioni 1990/91. Protagoniste del "San Nicola" due squadre che fino ad allora non erano mai arrivate a questo punto nel massimo torneo continentale: la Stella Rossa, trascinata dalle stelle, tra le innumerevoli, Savićević e Prosinečki, e il Marsiglia del presidente Tapie, che da qualche anno ha aperto un ciclo vincente in Francia ed ha in squadra Papin, futuro Pallone d'Oro 1991. La gara, però, non passerà di certo alla storia per lo spettacolo, anzi, da molti è considerata tra i peggiori epiloghi della storia della coppa. L'incontro si deciderà solamente dal dischetto e vedrà la squadra di Belgrado trionfare: l'errore di Amoros risulterà decisivo e la rete al quinto tiro di Pancev (futuro calciatore interista non ricordato benissimo, per utilizzare un eufemismo) consegnerà il trofeo alla sua squadra. Ennesima delusione per il calcio francese, sebbene stavolta sia stata ancora più dolorosa: dopo 36 anni sembrava finalmente giunto il momento anche per il calcio transalpino di issarsi sulla cima delle competizioni internazionali per club, considerando il valore dell'Olympique, che partiva ad armi pari rispetto alle finali precedenti disputate da altre società connazionali, ma anche in questa circostanza la rappresentante della Ligue 1 ha dovuto cedere al destino beffardo.

Coppa delle Coppe 1991/92: Werder Brema-Monaco 2-0

Dopo trentadue anni dalla sua istituzione, il calcio francese porta un suo club all'atto conclusivo della Coppa delle Coppe. Trattasi del Monaco: la squadra, affidata a Wenger, ha vinto il campionato nel 1987/88, prima di cedere al dominio marsigliese, restando comunque nei piani altissimi della classifica. L'occasione di divenire la prima squadra a fregiarsi di un titolo internazionale arriva il 6 maggio 1992 a Lisbona. L'avversario è il Werder Brema di Otto Rehhagel, futuro selezionatore della Grecia vincitrice degli Europei in Portogallo nel 2004. La terra lusitana si dimostra profetica per il tecnico tedesco: infatti, nella finalissima contro la squadra del principato, nonostante la supremazia territoriale degli avversari, il contropiede teutonico è letale. Allofs nel finale di primo tempo e Rufer quasi allo scadere della partita decidono il match, andando a trionfare per la prima volta. Per il Monaco un'altra sconfitta che continua ad incrementare il bottino delle finali perse dalla federazione transalpina.

Champions League 1992/93: Marsiglia-Milan 1-0

L'esempio lampante di una sorta di "maledizione" è proprio questa finale. Ma come, se la squadra ha finalmente vinto? La storia è arcinota, ma per i pochi che non la conoscessero, andiamo con ordine. È la prima edizione della Champions League, che all'epoca era rappresentata da una fase a gironi all'interno della tradizionale Coppa dei Campioni, sulla base dell’esperimento effettuato nella precedente annata. Essa era prevista in luogo dei quarti di finale: al posto delle gare ad eliminazione diretta, le otto squadre restanti venivano suddivise in due gironi. Le vincitrici si sarebbero affrontate in finale. Le due contendenti risulteranno Marsiglia e Milan. La gara si prevede tesissima: due anni prima, nella gara di ritorno dei quarti di finale della medesima manifestazione, sul punteggio di 1-0 per i francesi (l'andata a Milano terminò con il punteggio di 1-1), a tre minuti dal 90', uno dei riflettori dello stadio si spense. In virtù di ciò, i rossoneri interruppero l’incontro e si rifiutarono di proseguire. Conseguenze? Vittoria a tavolino per 3-0 per i francesi (che persero la suddetta finale contro la Stella Rossa) e squalifica per un anno da tutte le competizioni UEFA per il Milan. Insomma, gli ingredienti per un match incandescente ci sono tutti, oltre a notevoli campioni in campo da entrambe le parti: Barthez, Desailly, Bokšić, Völler e Deschamps da una parte, Van Basten, Maldini, Donadoni fino al grande ex Papin dall'altra. Il Milan è il grande favorito indubbiamente, ma la clamorosa esclusione di Gullit da parte di Capello e una serata non particolarmente brillante cambiano completamente le carte in tavola: a seguito di un corner, la rete del difensore Boli a fine primo tempo porta clamorosamente avanti i francesi. Il Milan non riuscirà a rialzare la china: il Marsiglia è campione d'Europa.

La "maledizione" sembrerebbe finita: è la prima volta che una squadra francese vince un titolo UEFA. Qualche settimana dopo, però, viene alla luce uno scandalo che coinvolge l'Olympique e il Valenciennes, squadra della Ligue 1: prima della sfida contro il Milan, la gara contro gli avversari connazionali valevole per il campionato fu macchiata da un episodio di corruzione teso a favorire la vittoria del Marsiglia, che si laureerà campione di Francia subito dopo la vittoria contro i rossoneri. L'inchiesta provocò risvolti devastanti per il club: alla squadra venne infatti revocato il campionato 1992/93; inoltre, essa retrocesse in seconda divisione e venne squalificata dalla successiva Champions League e dalla Supercoppa Europea e dalla Coppa Intercontinentale (parteciperà il Milan in sostituzione). Insomma, le cose andarono peggio di una sconfitta in finale.

Coppa delle Coppe 1995/96: PSG-Rapid Vienna 1-0

Se la vittoria del Marsiglia rimane la prima nella storia del calcio transalpino, ma con la macchia della squalifica e del processo sportivo che pesarono sul futuro prossimo del club, il secondo (e ultimo, finora) successo del calcio francese è quello dei parigini nella Coppa delle Coppe 1995/96. Certo, non è la Champions League, ma rimane un alloro internazionale. La rete di N'Gotty nel primo tempo basta alla squadra per poter avere la meglio sugli austriaci nel Rapid Vienna. Finalmente, il titolo si può festeggiare senza nessun patema! Tra le fila della squadra della capitale vi è Djorkaeff, futuro calciatore neroazzurro.

Coppa UEFA 1995/96: Bayern Monaco-Bordeaux 2-0 / 3-1

Quasi a voler davvero accanirsi, il destino del calcio si abbatte sul calcio francese anche nell’annata del trionfo del PSG. Poteva esserci una storica doppietta con la vittoria della Coppa UEFA da parte del Bordeaux, ma il Bayern Monaco si dimostra troppo forte rispetto alla squadra d'oltralpe. I francesi giungono in finale partendo dalla Coppa Intertoto, vecchio trofeo che proprio da quell'anno garantiva l’accesso alla Coppa UEFA dopo una serie di incontri da disputarsi in estate. In Baviera, le reti di Helmer e Scholl stendono gli ospiti per 2-0. Nella gara di ritorno, dopo un primo tempo equilibrato, i teutonici escono fuori vincendo 3-1. Capitano degli sconfitti è Lizarazu, futuro campione del Mondo e d’Europa di fine secolo.

Supercoppa Europea 1996: PSG-Juventus 1-6 / 1-3

Ormai è chiaro: i club transalpini non hanno mai incontrato il favore del calcio internazionale. Il PSG, dopo la bella vittoria dell'anno precedente, subisce due delusioni nel giro di pochi mesi. La prima è la clamorosa sconfitta in Supercoppa Europea contro la Juventus: preventivabile, per carità, ma il passivo è davvero pesante, il peggiore nella storia del calcio transalpino. Nella gara di andata a Parigi, perde per 6-1; nel match di ritorno, altra sconfitta per 3-1 (doppietta di Del Piero e rete di Vieri). Insomma, una sconfitta amarissima.

Coppa delle Coppe 1996/97: Barcellona-PSG 1-0

L'occasione del riscatto è la finale di Coppa delle Coppe: l'obiettivo è fare qualcosa che nessuno è mai riuscito a fare, ovvero vincere il trofeo per due volte di fila. Risultato? Neanche a dirlo: 1-0 per il Barcellona con rigore di Ronaldo. Il Fenomeno, incontenibile in quella stagione, passerà poche settimane dopo all'Inter, lasciando un segno indelebile sulla nostra Serie A.

Coppa UEFA 1998/99: Parma-Marsiglia 3-0

Il Marsiglia prova a rialzare la testa in campo internazionale. La finale, però, è proibitiva: l'avversario è il Parma, autentica potenza ed esperta in campo internazionale negli anni ’90; a ciò, si aggiungano le squalifiche comminate a diversi calciatori a causa della rissa scoppiata in occasione della contestatissima semifinale contro il Bologna. Nella doppia sfida, i francesi passeranno solo in virtù della regola del goal fuori casa, grazie ad un rigore concesso a tre minuti dal novantesimo per fallo su Ravanelli, il quale provocò le ire dei sostenitori rossoblù. La segnatura di Blanc impedirà di assistere ad uno storico derby in finale. Come detto, però, il Parma è superiore e fa sua la finale senza troppi problemi: Crespo, Vanoli e Chiesa in meno di un'ora chiudono la pratica e confermano i pronostici della vigilia.

Champions League 2003/04: Porto-Monaco 3-0

È la notte in cui Mourinho si fa conoscere dal mondo intero. I lusitani travolgono nell'atto finale il Monaco, in una finale assolutamente inedita e quasi impronosticabile. La squadra monegasca ha disputato un'esaltante edizione: dalla vittoria contro il Deportivo per 8-3 con poker di Prso (che è ancora oggi la vittoria più larga in una gara valevole per la fase a gironi) alla rimonta pazzesca ai danni del Real Madrid nei quarti di finale, trascinata da Giuly e da Morientes, tra l’altro ex dei blancos. Il Porto, però, si dimostra concentrato e approfitta degli spazi lasciati aperti dagli avversari: 3-0 probabilmente eccessivo, che premia la capacità dei portoghesi di leggere il match.

Coppa UEFA 2003/04: Valencia-Marsiglia 2-0

Nella stessa stagione, non va meglio al Marsiglia, uscito sconfitto per 2-0 contro il Valencia grazie alle reti di Mista e Vicente. Retrocesso dalla Champions League, la squadra transalpina arriva imbattuta a giocarsi il trofeo, lanciando al grande pubblico il talento di Drogba ed eliminando, tra le altre, Liverpool e Inter.

Europa League 2017/18: Atletico Madrid-Marsiglia 3-0

Occorrono 14 anni per rivedere la Francia affacciarsi di nuovo in finale, proprio nell'anno del Mondiale che di lì a poco prenderà la strada di Parigi. L'epilogo, però, è il medesimo dell'ultima volta: il Marsiglia perde ancora, e sempre con una squadra spagnola. Non è il Valencia bensì l'Atletico Madrid, autentica corazzata di questo decennio. Trascinata dal futuro protagonista del trionfo iridato, Griezmann, la squadra iberica metterà le mani sul trofeo, lasciando nuovamente senza titoli UEFA l'Olympique.

Champions League 2019/20: Bayern Monaco-PSG 1-0

L'ultima, enorme delusione, è recentissima. Dopo anni di dominio in patria, la squadra parigina è riuscita ad ottenere la vetrina internazionale tanto ambita. La finalissima con il Bayern Monaco, però, non ha dato l’effetto sperato, impedendo di portare la prima Champions League della storia sotto la Tour Eiffel. La rete di Coman punisce il PSG di Neymar e Mbappé, non eccezionali nella sfida decisiva.

Finisce dunque qui questa rassegna storica. La Ligue 1 è un campionato sicuramente meno accattivante dei suoi principali competitors, ma è innegabile che ha prodotto squadre di livello le quali, probabilmente, hanno raccolto meno di quanto dovevano (si pensi al Lione del decennio scorso che avrebbe meritato qualche soddisfazione in più). Il PSG è la vera grande indiziata per invertire il trend: riuscirà a divenire una squadra costante, capace di ritagliarsi uno spazio importante in ambito internazionale?