Se la kryptonite, sostanza immaginaria ideata dalla DC Comics, si incarnasse in un corpo mortale, assumerebbe, senza dubbio alcuno, le sembianze di Cristiano Ronaldo. Già, perchè l'asso portoghese, quando risuona il ritornello della Champions, diviene un potente antidoto contro i supereroi del Continente. Prima di approdare in bianconero, infatti, il fenomeno di Madeira ha messo a segno 9 reti contro la Vecchia Signora, compresa la memorabile rovesciata, risalente all'Aprile dello scorso anno. 

Tuttavia, la Juventus non è la vittima preferita del cinque volte Pallone d'Oro, per informazioni rivolgersi al signor Diego Pablo Simeone, supereroe (pardon, allenatore) dal mantello blanco y rojo. I numeri di Cristiano contro i colchoneros sono strabilianti: 25 gol complessivi, 11 dei quali siglati al "Bernabeu" e 10 nel vecchio "Calderon". 

Quando Ronaldo e l'Atletico si sono fronteggiati, in occasione delle sfide di Champions, com'è andata a finire?
Alla prima stagione in Champions League da allenatore, Simeone raggiunge la finale della Coppa dalle grandi orecchie, dopo essersi sbarazzato del Milan di Seedorf, agli ottavi, con un punteggio complessivo di 5-1, riesce ad eliminare, prima, il Barcellona, grazie alla rete di Koke e, successivamente, il Chelsea, in una semifinale di ritorno aperta dall'ex Fernando Torres e ribaltata dalle marcature di Adriàn, Diego Costa e Arda Turan.
L'atto conclusivo della manifestazione si svolgerà all'"Estadio da Luz" di Lisbona e vedrà, per la prima volta in assoluto, contrapporsi due squadre della stessa città: il Real e l'Atletico Madrid. Sembra la serata perfetta per i colchoneros, i quali, miracolosamente e orfani di Diego Costa, uscito per infortunio, arrivano al novantesimo in vantaggio di un gol, siglato da Godin, contro i più quotati cugini. Sembra, fino a quando Sergio Ramos, con un imperioso stacco di testa, riporta il punteggio in parità e spedisce le squadre ai supplementari. Nell'extra-time è apoteosi per gli uomini di Ancelotti, capaci di portarsi sul 4-1, suggellato dal rigore, al 120', di CR7. La Decima è, finalmente, fra le mani delle merengues.

Stagione '14-'15. Dopo i calci di rigore, caso strano per un ottavo di Champions, sono i colchoneros ad avere la meglio sul Bayer Leverkusen. Il sorteggio per i quarti riserva all'Atletico un' opportunità, quella di potersi vendicare, liberandosi degli odiati rivali cittadini e di quel crack lusitano, portato in trionfo nella notte di Lisbona. L'andata al "Vicente Calderon" partorisce uno scialbo 0-0, stesso risultato del ritorno, fino a quando non si materializza l'incubo: incursione in area di Cristiano, il quale rivolge lo sguardo verso il centro. Pallone in mezzo, sul quale è metaforicamente impressa una frase, "basta spingere". Il "Chicharito" Hernandez, dunque, non si fa pregare e spinge la sfera in fondo al sacco. Estasi Real, assist CR7, Atleti fuori dalla massima competizione continentale.

La capitale spagnola, però, è capitale europea del pallone anche nel 2016. Quest'anno la finale della Coppa verrà disputata a Milano, nella cornice unica della "Scala del calcio" e ospiterà un leit motiv delle ultime due edizioni: Real da una parte, Atletico dall'altra. Sulle sponde del Manzanarre, specie la fazione biancorossa attende un verdetto differente, proveniente dai Navigli, che ribalti quello proferito dal campo, nelle lotte fratricide europee degli ultimi due anni. Vantaggio iniziale dei blancos, realizzato dal solito Ramos, in dubbia posizione. Rigore per l'Atletico, ad inizio secondo tempo. Rincorsa di Griezmann, palla sulla traversa, urlo strozzato in gola. I colchoneros non mollano, trovando il gol del pareggio con il belga Carrasco, episodio che alimenta le speranze in casa Atleti. Il match non subisce ulteriori scossoni, tanto che il trofeo verrà assegnato ai calci di rigore. Zero errori ambo le parti e sul dischetto, per il quarto rigore dei biancorossi, si presenta Juanfran: la sfera termina sul palo. Ultimo rigore per le merengues, se segna Ronaldo, il Real è campione d'Europa per l'undicesima volta. Si gonfia la rete ed ennesimo smacco per il manipolo del Cholo. Il destino beffardo ha posto, ancora una volta, Cristiano Ronaldo quale vincolo insormontabile tra l'Atletico e la gloria europea.

Non è finita qui.
Il Cholo conduce i colchoneros in semifinale, quasi un anno dopo l'epilogo milanese, sfidando, prim'ancora che il Real e CR7, il fato, citato poc'anzi, nella speranza di mettere in scena una tanto auspicata caduta degli dei. La semifinale di ritorno parte con un Atletico arrembante e in vantaggio di due gol, firmati Saùl e Griezmann, nel giro di quattro minuti. Basterebbe un solo gol, per condurre la sfida nell'extra-tim, se non fosse che Isco, chiudesse il discorso qualificazione alla finale, frenando le velleità avversarie. Com'era finita la gara di andata? Molto semplice: Cristiano Ronaldo 3, Atletico Madrid 0. I 3 gol del fenomeno saranno un macigno, nell'economia dei 180 minuti e non basterà una rimonta disperata, per allontanare i blancos dalla seconda Champions di fila.

L'estate del 2018 sarà ricordata, dagli amanti di calcio e mercato, quale fine di un'epoca ed inizio di un nuovo capitolo per Cristiano Ronaldo. Dopo la vittoria della terza Coppa dei Campioni consecutiva, questi approda alla Juventus, costituendo un sollievo per l'altra parte di Madrid, caduta, ripetutamente, sotto i colpi del lusitano. Ecco che, persino in tale occasione, il sorteggio degli ottavi di finale di Champions riserverà un duro colpo al Cholo e ai suoi uomini: è la Juventus di Cristiano Ronaldo l'avversario designato dall'urna di Nyon. Sarà, per l'ennesima volta, Ronaldo contro il Cholo. Il 20 Febbraio di quest'anno, gara di andata al "Wanda Metropolitano", la kryptonite pare disinnescata e i tifosi colchoneros, in goduria sfrenata, assistono alla sconfitta del portoghese e della sua nuova squadra. Quest'ultimo è un leone ferito, mostra addirittura un "5" ai supporters avversari, il numero delle Champions portate a casa. Il gesto del Cholo, poi, è la ciliegina sulla torta di una notte tanto agognata dalla Madrid blanca y roja. Trattasi di gioia effimera: cross dal centro-sinistra di Bernardeschi e incornata di CR7. 1-0 Juve. Cross, dalla destra, di Cancelo, zuccata di Ronaldo, miracolo di Oblak. Intervento della Goal-Line Technology, la palla è entrata. 2-0. Rigore per la Juve, dopo uno strappo micidiale, partito all'altezza del centrocampo, del solito Berna. Palla da una parte, Oblak dall'altra. Rimonta compiuta e gesto liberatorio dell'asso portoghese.

Questa è la triste historia, signore e signori, di come la kryptonite Ronaldo abbia messo fuori causa le velleità europee di Diego Simeone e dell'intero Atletico Madrid. Solitamente, nella Smorfia napoletana, la paura è accostata al numero 90. Sulla ruota della Madrid colchonera, però, tale sentimento è associato al numero 7. Chissà perché...