E' arrivato quel tanto atteso derby d'Italia e ha dato la sua sentenza, la Juventus rimane ancora ben salda sul trono della Serie A. Conte e la sua Inter sono usciti da questo incontro molto ridimensionati. Tutti quelli che credevano in un'Inter al di sopra dei bianconeri si e' dovuto ricredere. Non e' poi tanto la sconfitta a dover preoccupare i nerazzurri, bensi' il modo in cui e' arrivata. Di tutti quei giocatori super pagati da Marotta per essere portati a Milano, non si e' vista neanche l'ombra. Quell'attaccante, tanto voluto da Conte, e strapagato da Marotta, ieri sera sembrava un pachiderma.
Conte, durante la gara, si sara' mangiato le mani e nella sua testa avra', sicuramente, pensato che, forse forse, era meglio provare ad aumentare l'offerta per cercare di strappare Dzeko alla Roma, piuttosto, che accontentare subito le richieste del Manchester per Lukaku.
Lo stesso Barella, costato alla societa' la bellezza di cinquanta milioni, ieri, non ha dato un gran contributo.
L'unico a mantenere acceso un barlume di speranza e' stato Sensi. L'ex Sassuolo, anche ieri, ha dato prova di essere il migliore acquisto nerazzurro. Da quando Conte l'ha messo in campo, Sensi non ha sbagliato una gara, ha sempre dato il meglio. La sconfitta e' cosi' bruciante che quasi fa passare in secondo piano il sorpasso della Juventus in classifica.
I tifosi, cosi' come lo stesso Conte, ci tenevano tantissimo a battere la Juventus, per mandare il messaggio che ora la squadra da battere era l'Inter. Invece, il messaggio la Juventus l'ha fatto recapitare lei all'Inter e a tutti gli altri, ed e' stato anche bello chiaro. Chiunque avesse creduto che la Juventus era inferiore alla squadra di Conte dovra' ricredersi.
Il primo a recepire il messaggio sembra essere stato proprio Conte, che dopo la gara non aveva quel piglio che ha sempre avuto. Ha dato l'impressione di essersi rassegnato al fatto che la sua Inter non e' ancora superiore alla Juventus.

Forse la sosta arriva quasi a pennello, perche' dà a Conte e ai suoi il tempo di metabolizzare.
Speriamo che questa gara non faccia riaccendere nello spogliatoio quel clima ostico che c'e' sempre stato e che le vittorie riuscivano a mantenere sopito.
Ora, caro Conte, che sei tornato tra i comuni mortali, dovrai rimboccarti le maniche e ricominciare.