18 Settembre 2022: il Monza batte 1-0 la Juventus con un gol di Gytkjaer e conquista la prima storica vittoria in Serie A. Notte fonda per i bianconeri che subiscono la prima sconfitta in campionato e restano a soli 10 punti (in 7 giornate), a -7 dalla vetta e con due sconfitte su due gare in Champions League nel groppone. Alzi la mano chi quel giorno si sarebbe aspettato che l'8ª Gennaio, praticamente 4 mesi dopo (e un Mondiale in mezzo), la Juventus sarebbe stata 2ª a -7 dalla vetta. Probabilmente nessuno tra i tifosi bianconeri e non, ma forse una persona che si aspettava una ripresa c'era: Massimiliano Allegri, che in quel pomeriggio al "Brianteo" era squalificato e aveva per questo assistito dalla tribuna, incupito e nervoso, alla débâcle di Madama. Quel giorno Max era in parte sulla graticola (anche perché dopo ci sarebbe stata la pausa per le nazionali) e in parte salvo e ancora fiducioso sul progetto, forte del suo "contrattone" quadriennale da 9 mln l'anno e della stima del presidente Agnelli.

In 5 mesi (da settembre a gennaio) Allegri è passato dall'essere il colpevole, il bersaglio dei tifosi bianconeri a essere la certezza, il punto di riferimento. Già, perché in questi 5 mesi, che è un lasso di tempo ampio, molto ampio, sono successe due cose molto importanti:
1) La Juventus sul campo si è ripresa: al rientro dalla sosta è arrivato un secco 3-0 al Bologna, seguito però da due tonfi: il primo in Champions League contro il Maccabi Haifa in Israele (2-0), preludio alla cocente e clamorosa eliminazione ai gironi, il secondo in campionato contro il Milan,vincente 2-0 grazie alla girata di Tomori e al guizzo di Brahim Diaz. La settimana dopo la squadra ha però reagito da grande squadra vincendo il "Derby della Mole" con il Torino (0-1, Vlahovic). E questa vittoria solida e di carattere non può non aver suscitato nei tifosi il ricordo del derby del 2015-2016: quella stracittadina vinta 2-1 dai bianconeri nel finale fu seguito dall'incredibile striscia di 15 risultati utili, decisiva per il quinto Scudetto di fila. E anche in questa stagione il successo in un derby ha dato il via ad un filotto di altri 5 successi di fila prima della sosta Mondiale contro Empoli (4-0), Lecce (0-1), Inter (2-0), H.Verona (0-1), Lazio (3-0).
In queste partite Allegri è stato bravo a trovare la quadra (sfruttando la difesa a 3), a sopperire alle pesantissime assenze di Di Maria, Chiesa, Pogba e Vlahovic (e successivamente di Bonucci e Cuadrado) e a trovare nuova linfa nei giovani Fagioli, Miretti, Soulé e Iling Jr. Da un punto di vista tattico in queste gare la Juventus di Allegri ha mostrato il solito canovaccio: ha atteso bassa, compatta, concedendo poco agli avversari per poi colpirli in contropiede sfruttando le poche occasioni create. Poco spettacolo ma tanta concretezza per Allegri, da sempre un tecnico pratico, pragmatico che guarda più al risultato che all'estetica. Inoltre nella striscia di vittorie infatti la sua Juventus non ha mai preso gol e finora in campionato ne ha presi solamente 7, molto pochi. E in Italia lo Scudetto lo vince chi subisce meno gol, lo ha dichiarato lo stesso tecnico toscano nel suo libro "È molto semplice" che vi invito a leggere.

2) Innanzitutto mi scuso per essermi troppo dilungato nel primo punto, ecco il secondo. 
Allegri è diventato figura centrale del mondo bianconeronon solo in campo, ma anche dal punto di vista societario: il 28 Novembre, nel pieno dei Mondiali in Qatar, Andrea Agnelli e tutto il Cda juventino annunciano le proprie dimissioni. Nel terremoto che sta attualmente coinvolgendo la Vecchia Signora e nella conseguente rivoluzione dietro le scrivanie in atto, Allegri è rimasto l'unica certezza della squadra e la sua posizione, già resa forte dai risultati conquistati prima della sosta, si sta cementificando ancora di più.

Al rientro dalla sosta, qualche giorno fa, è tornato il campionato con la trasferta di Cremona: partita bloccata, la Juventus come al solito è stata poco pungente davanti ma quando lo 0-0 sembrava il risultato finale Milik, con una magia su punizione, ha tolto le castagne dal fuoco e trovato lo 0-1. Per i bianconeri ottava vittoria di fila, l'ottava di fila senza subire gol e un altro mattoncino per la rimonta Tricolore.
Allegri non lo ha ovviamente detto nel post partita, ma sa soprattutto lui che i punti ottenuti dalle partite brutte, sporche e sofferte contro le "piccole" valgono doppio nella lotta Scudetto. Specie se la sera l'Inter batte 1-0 il Napoli e "permette" alla sua Juventus di diminuire a 7 i punti di distanza dai partenopei, primi in classifica, con una seconda parte di stagione e gli scontri diretti ancora da giocare.
Pochi giorni dopo si torna al campo per la sfida sempre di campionato contro l'Udinese.
Nella conferenza stampa alla partita del post Epifania contro i bianconeri, nonostante l'ottimo stato di forma, il furbo Max mostra un atteggiamento cauto, prudente. Afferma che l'obiettivo è entrare tra le prime 4 e tornare in Champions League e di temere i friulani, squadra fisica con individualità importanti quali Pereyra e Beto ma sa in cuor suo che lo Scudetto è ancora possibile e bisogna vincere.
Capitolo formazione: Allegri decide di proporre il solito 3-5-1-1 denso e accorto con Szczesny tra i pali, difesa a 3 "offensiva" con i terzini Danilo e Alex Sandro "braccetti" ai lati di Rugani (panchina a sorpresa per Bremer), centrocampo folto con Mckennie adattato laterale a tutta fascia, Miretti, Locatelli, Rabiot e Kostic, in attacco Di Maria a supporto di Kean, preferito a sorpresa a Milik.
Formazione più tecnica, più rapida rispetto alle ultime uscite, quando il tecnico preferiva caricare e stancare gli avversari con un 11 più fisico, più compatto per poi colpire nella ripresa con la rapidità e la freschezza dei vari Di Maria, Kean e Chiesa, con l'Udinese ancora in panchina.
L'inizio di partita vede la Juventus attendere densa e stretta nella sua metà campo per poi ripartire in contropiede, mentre l'Udinese fa molto possesso palla e cerca di trovare, attraverso il fraseggio, un varco nella solida difesa di casa. La prima occasione è proprio di marca friulana: sugli sviluppi di calcio d'angolo Walace di testa trova la parata a due mani di Szczesny. 1 minuto dopo il sinistro magico del Fideo Di Maria pennella sulla testa di Rugani che trova sulla sua potente incornata la risposta di Silvestri. Il n.22 della Juve, neo campione del mondo dell'Argentina, è veramente il regista offensivo della sua squadra: le azioni più pericolose passano sempre da lui e in 2 casi liberano Kean, che però spreca. Nel primo caso manda alto con il mancino, nel secondo spara addosso all'estremo difensore friulano. Il n.18 si rende insidioso anche ad inizio ripresa con una girata con il destro che finisce nella parte superiore della rete.
Lo 0-0 non si sblocca e così all'ora di gioco Allegri getta nella mischia Paredes e Chiesa per Locatelli e Miretti e poco dopo Milik per Di Maria, che ha sentito dolore. Senza tante convinzioni (e senza tante idee) la Juventus attacca alla ricerca del gol ma l'Udinese, nulla davanti ma molto solida dietro, respinge.
All'85' però crolla il fortino bianconero (ospite): palla illuminante di Paredes (alla miglior prestazione in maglia bianconera), per Chiesa che controlla e al volo mette in mezzo per Danilo che sottoporta non sbaglia: 1-0, punteggio con cui termina la partita. La Juventus non incanta dal punto di vista della prestazione ma vince ancora, conquista l'ottavo successo di fila e continua la sua rincorsa al Napoli capolista, che ha battuto 0-2 la Sampdoria,e resta distante sempre 7 punti.

E venerdì in programma c'è proprio Napoli-Juventusche per i bianconeri può, come per l'Inter, essere sliding doors del suo campionato: la sconfitta e il conseguente -10 dalla vetta sarebbe un duro colpo alle velleità Scudetto bianconere ma con una vittoria e conseguente -4 la rimonta sarebbe più possibile che mai. In questo secondo caso la seconda metà di stagione dei piemontesi, che hanno anche una Coppa Italia e un'Europa League da vincere, sarebbe molto interessante. Di tutto questo il merito andrebbe sicuramente a Max Allegri: da molti bistrattato e dato per retrogrado, il buon Massimiliano, mostrando praticità in campo e fiducia per l'extracampo, è diventato figura centralizzante, il capitano che sta piano piano conducendo nel pieno di un mare in tempesta, la nave Juve verso lidi sicuri. Lo stesso che fece nel 2014 quando dopo il burrascoso addio di Conte la condusse ad innumerevoli trionfi in Italia e alle 2 finali di Champions League.

Tabellino e pagelle Juventus-Udinese
Juventus
(3-5-1-1): Szczesny 6, Danilo 6.5, Rugani 6, Alex Sandro 6, Mckennie 6, Miretti 6 (61'Chiesa 7), Locatelli 5.5 (61' Paredes 6.5), Rabiot 6, Kostic 6 (80' Soulé SV), Di Maria 6.5 (65' Milik 5.5), Kean 5.5 (80' Fagioli SV). All.Allegri 6.5
Udinese (3-5-2): Silvestri 6, Rodrigo Becao 6, Bijol 5.5, N.Pérez 5.5, Pereyra 6, Lovric 6 (70'Samardzic 6), Walace 6, Makengo 5.5 (66'Arslan 6), Udogie 6 (70'Ebosse 6), Beto 5.5, Success 5 (70'Ehizibue 6). All.Sottil 5.5
Possesso palla: 51%-49%
Tiri: 14-11 tiri in porta: 4-3
Calci d'angolo: 6-4
Recupero: 1',4'