Sì è vero, dopo quasi 10 anni di dominio assoluto, una squadra potrebbe trovarsi davanti alle prime difficoltà, anche se lo scorso anno c'era già il primo campanello d'allarme. L'addio di Allegri nel 2019, ha fatto tremare ad alcuni le suole, perchè sembrava davvero scontato che dopo 5 anni, il ciclo era finito, anche se sembrava appena cominciato. Allegri non avrebbe potuto dare di più? Questo non è dato a sapersi, anche se in cinque anni di precione assoluta, solo l'arrivo di Cristano Ronaldo, la tranquillità aveva trasformato. Già, l'arrivo del portoghese, ha cambiato le carte in tavola, lui non accettava l'esser comandato a bacchetta da un allenatore, lui doveva stare in campo, punto e basta. Così questo non ha fatto altro che portare ad una rottura unilaterale, tra il tecnico e il campione, tanto che a rimetterci le penne è stato il tecnico livornese, che ricordiamo aveva in 5 anni fatto davvero molto, se non tanto, e la sua sola recriminazione, fu quella di non portare il grande coppone. Cosa dire a distanza di due anni? Penso che, potremmo - parlando in prima persona e per altri - dire che avevamo sbagliato, che quel gioco che non ci piaceva per niente, ora avrebbe fatto molto più comodo più di ogni altra cosa al mondo, che con il non arrivo di CR7, Marotta sarebbe rimasto al suo posto, Dybala sarebbe il campione assoluto, e che Rabiot e Ramsey non avrebbero mai messo piede a Torino, soprattutto con ingaggi che fanno tremare i polsi, almeno al primo anno, dove hanno portato solo danno, tra prestazioni di basso livello l'uno e i continui infortuni dell'altro. Oggi, èoramai troppo tardi per pensare a come si poteva fare, già Marotta non avrebbe voluto il portoghese, avrebbe lasciato cadere quelle troppe spese, che avrebbero portato altri giocatori, forse meno pesanti sotto il nome, forse molto meno del campione. L'addio in sequenza di Allegri e Marotta, hanno dato una bella botta, sotto il profilo societario, che si è liberato in sol colpo, di un Dg e un allenatore, che avevano portato con tranquillità ogni anno il tricolore, agginto da due finali di Champions, e svariate coppe nazionali.
Ma oggi è tardi per tornare indietro, uno è all'Inter, dove tra uno sbaglio e l'altro sul mercato, intanto il bilancio in positivo a riportato, poi che dire di portare sulla panchina quel tecnico che pochi anni prima, proprio lui scelse per risollevare le sorti bianconere, così ha fatto anche in nerazzurro, e nel primo anno non ha sbagliato di sicuro, ora si è vero, quanlcuno anche da quelle parti gli sta facendo patire quel che anche noi in quel 2014 abbiamo dovuto sentire, che non si prende mai le responsabilità, se qualcosa non và. Del livornese allenatore, che da quel di è rimasto a casa, che sembra da un momento all'altro sulla panchina di qualche club prestigio, ma alla fine da tre anni a questa parte, ha deciso di restare a casa. Forse l'addio è pesato molto, quell'addio che non avrebbe mai dato, anzi a mio avviso avrebbe anche rinnovato a vita, al Ferguson, perchè quel progetto lo stava prendendo sempre più.
Quella creatura cotruita da Paratici e Marotta, sedotta e abbandonata dal salentino-juventino, era rinata da quel signore che l'aveva risollevata, dalle ceneri e dai fischi tedri di chi non ci credeva, che quel aziendalista 'milanese', fosse arrivato senza pretese, chi ipotizzava la fine del club bianconero, chi addirittura una annata di colore nero. Eppure, arrivato con l'appellativo di 'Condottiero-senza palle', che faceva il suo compitino, silenzioso in panchina, alla giacca stracciata a Carpi pochi giorni prima, lì si che è uscito fuori l'entusiasmo, il tifoso da fischi impietosi, trasforma quello sfogo, in applausi scroscianti, e che dire dei mille cori, a favore di chi li doveva tenere distanti, da una vittoria sicura, da un risicato risultato, che alla fine i tre punti avrebbe portato. Ma oggi, è troppo tardi per parlare di quel dì, infatti si è tutti seduti davanti alla tv, a guardare una squadra che di campioni ne conta sulle punta delle dita, ma in tribuna non c'è più quel dirigente con l'occhio di lince, c'è un giovane sbarbato, con la bomboletta accompagnato, e un presidente che ne era ottimo fido, che oggi si dimena il viso a veder quell'allenatore, che non altri scelto da lui, tentar di allenare, con il suo fare silenzioso e solitario, e che ogni tanto toglie i capelli con la mano, davanti gli occhi che seguono quel pallone, che molto spesso termina in fondo a quella rete, che non è quella avversaria.

La Juventus oggi è un'altra cosa, sì è sempre quella famosa, dai colori bianco e neri, che sta sempre infondo ai nostri pensieri, quella che non ha più quella verve, quella che si è accompagnata da un campione consolidato, che però mezza società ha affossato. Adesso si parla che è divenuto un peso, pardon, non per quello che sta facendo o ha reso, ma per quell'ingaggio monstre che si porta alla mano, quando a fine hanno va a batter cassa, e che si porta dietro tutta la massa (rosa). Oggi si legge sul giornale, che il portoghese a fine stagione, potrebbe lasciare cadere ogni opzione, da Parigi al Giappone, passando per Inghilterra e arrivando a Singapore, così che il bilancio possa tornare a repirare, cosa che da due anni a questa parte non sembra poter fare. Ma come spiegare, che due anni di Ronaldo, hanno portato solo scompiglio, che avrebbe segnato e fatto veder il suo strapotere, questa era cosa che era data a sapere, ma forse nessuno pensava che da un momento all'altro, qualcuno si stava oscurando, e non parlamo di Manzukic e Higuian, ma di quel Dybala lì, che dall'arrivo del campione, ha visto ridimensionare il suo valore, che oggi porta anche la Juventus a dover pensare, che di quei 100 milioni e passa, che avrebbe chiesto a suo tempo, ora deve abbassare il suo tiro, che l'ingaggio che la Joya chiede con tante pretese, a tempo suo non fece prese. Oggi come spiegare, che l'addio del portoghese a fine stagione, potrebbe aprire un calderone, forse si pensava, che con l'addio del lusitano, di avere sempre la carta buona in mano, ma quella carta ora ha delle pretese, e forse questo sta cominciando a mettere sotto pressione a chi ha campato di sole attese, l'attesa di pensare che quel giocatore, non avrebbe mai sbattuto in faccia quel portone, anzi lo avrebbe sempre tenuto aperto ad ogni opzione. Ma qui non si parla di gente come Marchisio, Padoin o Pinsoglio, qui si tratta di chi vuol giocare per il suo orgoglio, l'orgoglio di portar si quei colori, ma che nessuno lo debba tener fuori, e lo scorso anno, dove la squadra non ingrava, lui era uno dei pochi che girava, che ha fatto vedere la stoffa del campione, e adesso è normale che bussi a quel portone, dove gente che capisce di calcio, non aspetta e non tratta a ribasso, se vuole davvero mantenere in casa un asso. Ma oggi...è un altro paio di maniche, la squadra è costruita, anzi diciamo mal costruita, perchè chi doveva costruirla, non ha saputo farlo. La porta sta bene così, con Wojckeck e Gigi, la difesa che Dio mi perdoni, ha tre quarti degli elementi fuori, con Chiellini, bontà sua, non ha più la forma fisica che lo contrastingueva, e che Bonucci senza una spalla fidata, fa molto spesso la frittata. L'addio veloce di Spinazzola, per puntare ad un giovane Frabotta, che si farà, ma oggi non è una valida alternativa a quell'Alex Sandro, che se sapevamo prima, sarebbe andato via senza rimorso, forse mantenedo quel Joao Cancelo sulla destra, e come alternativa un altra certezza, che si quel Danilo non è da buttare, ma spostando Cuadrado come terzino, stavamo bene per un bel pochino.
A centrocampo? Che dire, Ramsey e Rabiot, bravi si, ma qui siamo passati da Vidal e Pogba a Bentancur e Rabiot, e questo non ci piace nemmeno un tot. Sulle fasce ci affidiamo al fenomeno portoghese, dall'altra un misto, tra un Dybala che se non rinnova non gioca bene, ad un Bernardeschi che fa faville in nazionale, ma in bianconero deve ancora ingranare, e come direbbe Mario Berga "So' 4 anni, che devi ingranare!", poi c'è il giovane Kulusevski, che fa sia il centrocampista centrale, sia l'esterno a destra, una volta trequartista e l'altra la seconda punta, un jolly ok, ma troviamogli una posizioni fissa direi. Davanti? Morata, che era stato presentato in fretta e furia, ma che per alcuni complottieri, era uno che non segnava come ieri, anzi era una minestra riscaldata, capirai sai che stagione ci sarebbe aspettata. Da Dzeko a Sùarez, da Milik ad Aguero, all'ombra del ragazzo con il sombrero, nessuno arrivò, l'attacco di punta di ruolo, era rimasta come la stagione passata, che aveva Manzukic e Higuian, uno cacciato in gennaio, l'altro con qualche chilo di troppo, ma che alla fine aveva portato il suo apporto. Ma oggi...è un'altra storia...La panchina, passata da un novello in Serie A, sembra trasformare in una creatura mitologica che passa da formica a elefante, e fa un passo da gigante, dal settimo posto dell'anno prima sotto la mano dell'ispettore della Pantera Rosa (Delneri) al salentino-juventino, che con la'ggiunta di capelli veri e non di un parrucchino, si presenta con la sua chioma folta per dire che la Juve non è morta, ha solo bisogno di buone nuove da far valere, e che tutto era dato a sapere. Tre anni di calcio spettacolare, e già il giornale cominciava a intitolare "Ecco il nuovo fenomeno in panchina", anche se l'anno prima, non aveva nemmno uno spaziezzo in copertina. Poi l'addio in un estate infuocata, ha aperto ancora una volta una giornalata "Conte tradisce la sua signora, con una amata di azzurro vestita". Così il suo addio, portò a pensare tante menti piccole-medie, che in panchina non sarebbe arrivato un condottiero di qualità, e si pensava "Ma chi arriverà?". Nomi su nomi, fantasie varie, forse Giampaolo, tecnico aziendalista, uno che alla fine mantenga la squadra sulla pista, macchè dire di un ritorno di Capello, che il capello lo aveva ben curato e tinto di un mogano sempre più strano, ma che dire di Lippi di terza mano. Poi dallo sfoglio della margherita, si pensa a Deschamps, Montero e Trezegùet, mentre di taglio arriva una voolè "Il nuovo iperatore bianconero, è un aziendalista, è vero, da livorno con con un sacco di limoni agri, arriva Allegri". Cosa dire? Il putiferio poteva iniziare, insulti vari e tanti cartelli, per richiamare il presidente Agnelli. Che dire dell'arrivo a Torino? Vorrei pensarci un attimino...Allegri allenatore della Juve? Allora comiciano a volare le uve, fuori dal canto del tifoso stanco "Allegri è troppo, inizia lo scioperando!". Quel signore che sembrava uno gallo spelacchiato, sembra non aver fiato davanti ad una conferenza stampa, che più che di domande sembrava una vera contrada. Lui si tiene stretto il colletto della camicia, ma si sente fiducioso, è arrivato alla Juve per continuare, quel che Conte aveva lasciato ammainare, perchè quella bandiera non diventasse una pezza bagnata e tedra, ma tornasse a rinvigorire, senza che qualcuno ne abbia avuto da dire. Il primo anno, tra insulti vari dagli spalti, si distingueva ma per tutti quello era il lavoro di altri (Conte). Si è vero il gioco era lo stesso, ma alla fine quel signore secco e con premura, tentava di modellare a suo modo quella creatura, e sotto molti aspetti, si era migliorata alla faccia di molti. Quattro anni, per ricostruirla a modo suo, senza chiedere nulla, anzi chi arrivava era il benvenuto, basta che non avrebbe rovinato il suo progetto sano e omogeneo, di chi da burattino, ora lo chiamava genio. Purtroppo dopo tante soddifazioni nel belpaese, in Europa arrivando in due finali, ne prese, che ne prese. Ma se tutti gli anni, portava vittorie nel suo territorio, quel che gli veniva contestato era un 'gioco' che del suo cognome portava veramente poco, di 'Allegri' c'erano solo i giocatori, quando ribattevano il loro cospicuo a fine stagione. Poi il 2018, cambiò tutto, l'arrivo di quel signore, portato da suo presidente in persona cambiò le carte in tavola, la spalla Marotta era volato via, così come molti altri campioni, anche se la sua stima per quella società, non si sarebbe fermata là. Lui era pronto a far vedere, che anche senza il formaggio erano buone le pere, e così fece. Ma, un bel dì, capì che non poteva far alto che tacere, al portoghese che con le sue pretese, non accettava le sue scelte, ed ecco che quel castello, con il tricolore, fù il suo ultimo anno da allenatore. Tra pianti, finti o veri, ancora non abbiam capito, Allegri dal suo posto venne sollevato, tra la festa i tanti tifosi, che in notte dorata, pensavano "Vuoi vedere che arriva una Guardialata?", ma sì, molti sognavano ad occhi aperti, addirittura tra le parole di Boniperti, che però quando disse quelle parole, sembrava parlare del suo vecchio amore, e non di quello attuale, al quale portava rispetto, ma non era nulla associata a quella che vestiva con onore, o che da presidente onorario aveva accompagnato fin quando il fisico ha retto, non era davvero niente, altrimenti sembrava pensare ad un dispetto. Agnelli Sr. forse avrebbe pensato, che cacciare via Allegri sarebbe stato un reato, ma volato in cielo molti anni prima, forse s'è rilassato e nel nipote ha sempre sperato, anche se molte volte, se ancora sarebbe stato in vita, gli avrebbe attaccato una calamita, che metteva in funzione quando il dottor monociglio, avrebbe fatto uno sbaglio...E quante volte lo avrebbe fatto...tante...tante...l'Estate 2019, era strana, Allegri era fuori da una settimana, eppure ancora non si capiva come sarebbe andata a finire, tanti nomi, e che dire? Guardiola, il sogno non a portata di mano, di Giampaolo che ancora una volta aveva aperto la porta, delle scomesse Di Francesco e De Zerbi, di Deschamps e Zidane. Ma qualcosa portava molti signori a pensare "Ma Sarri, farebbe male? Se il Napoli giocava così senza campioni, alla Juve farebbe il Triplete senza pensieri".
Così forse ha pensato il dottor monociglio, che chiamando quel Paratici in balia di una nuova depressione, e la bamboletta Nedved suo braccio di bevuta, ha pensato di tentare a convincere, quel signore che appena un anno prima, aveva massacrato di parole negative la sua Juve, già pensa che una volta accolto, tutto si sarebbe risolto, e già sognava quel tridente che gli avrebbe fatto scoprire il dente, contro quei club che lo sentenziavano ogni anno, con il tricolore sul petto, ma in Europa un taglio netto. Arriva il dottore, con i suoi libri, con la sua grande passione, quella del mozzicone intriso di nicotina, con occhiali che andavano vent'anni prima, con la tuta al posto del completo, un personaggio fuori contesto, per un club che dell'eleganza, era rimasto intatto nel sua storia tra un fritto e una paranza. E già...la storia doveva cambiare...L'anno dell'occhialuto signore, che tra un tempo e l'altro cambiava stabilimento portando da una narice all'altra dei bagagli, e che dire delle sue grattate in testa, che ad ogni passaggio portavano via uno sparuto gruppo di militari, e già di quei tanti caduti,alcuni erano ancora resistenti e sull'attenti. Ma anch'esso che qualche anno prima, si era emozionato per l'allenare il grande Pipita napoletano, con il portoghese lusitano, non potè marcare la mano, anzi bastò una sostituzione, per fargli capire proprio in quell'occasione, che quel che aveva fatto non era accettato, anzi che la seconda volta non lo avrebbe perdonato, e dai 'Piani Alti' qualcuno se ne ravvede, e quel signore arrivato con il sorriso guascone, deve ingoiare quell'amaro boccone. Il monociglio, lo aveva avvisato, togliere quel Cristiano, non sarebbe di nuovo stato accettato. E così, tra la pandemia appena arrivata, la squadra sembrava una vera frittata, chi era infortunato e chi giocava senza pretese, che alla fine il tifoso si offese, partito con la speranza di una Juve di tripletta annuale, a un gioco che si vedeva, ma giocato male. La stagione, passa a tozzi e bocconi, e l'argentino numero 10 sembra riportare tutto agli allori, tra i tanti in campo è il migliore, e questo non fa che sfregar le mani in panchina a quel signore. La stagione ginge al termine, e il bottino è magro, per la prima volta in una stagione, la Juventus aveva vinto solo il tricolore. E che dire della Champions League? Uscire con il Lione è stato peggio di Roma bruciata da Nerone. L'esonero è a distanza di ore, e di fatti, appena il ritorno da il sua sentenza, ecco che l'occhialuto signore lascia la dispenza, dopo aver vuotato il suo armadietto, si cerca un nuovo eletto. E a storia continua...Si lo so è lunga e snervante, ma per raccontarla tutta il tempo ci serve, altrimenti non avremmo più di 100 anni di vita, quindi lunga e a fatica, troveremo un degno finale a questa storia che è divisa in pillole, in fiale. Ecco il 2020 inoltrato, dal cilindro stavolta Agnelli ha raccolto il foglietto, anzi ne ha messi 20 ma tutti con lo stesso nome, così la scelta sarà all'unanime per una volta, e tuti resteranno con una faccia sconvolta. E come quando si pronuncia il Papa " Habemus novum raeda", si ho usato il traduttore, chi se ne frega, di latino non conosco nessuna declinazione, quindi meglio aiutarsi con il traduttore. Quando arrivò nella Juve da calciatore, non ebbi la ben che minima idea, di come un campione di quel livello, fosse stato cacciato via come la carta del caramello, che chiusa senza cura era stata buttata nella spazzatura. Adesso però, era tutto nuovo, quel barbuto signore, che c'aveva regalato gioie e magie, era intento a mettersi a dispetto di tanti che del mestiere eran ben collaudati, e sentendolo nominare come allenatore, si saranno fregati le mani, come quel signore di nerazzurro vestito, che il tricolore già provava sul vestito. La vera notizia, è stato quando ogni tifoso è svenuto, davanti a tale emozione negativa, che a tutti portava, già perchè pensare ad un allenatore che non ha mai allenato, è una cosa da perderci il fiato, poi apportata alla panchina migliore, fa davvero gridare "Perchè a noi, Nostro Signore?". Così dopo smadonne varie e imprecazioni, tanti tifosi, non rilassati per via del Covid in atto, si sono domandati se fosse arrivato il momento, che la Juventus cambiasse pelle, e che per un anno non avesse avuto cielo blu e stelle, ma solo quelle delle figuracce in arrivo, con il decimo anno che sognavano da campioni, e che invece li avrebbe visti da tutto fuori. Andrea Pirlo, già fa effetto, pensare che il breciano senza sorriso, avesse toccato con il dito il Paradiso, dall'Under 23 alla prima squadra, quasi nel giro di una serata, che poi sono diventate di più, tanto che la gente lo lesse da Timbuktu. La Juventus, gioca bene, gioca male, poi c'è la nazionale, le coppe europee e Nation League..."Qualche altra manifestazione? Tanto per sapere, perchè in due mesi di chiusura totale, abbiamo perso tanti giocatori, che in nazionale si sono contratti il virus o infortunati. No...tranquilli, tanto ci pensa Agnelli.Che invece di opporre veti, li lascia partire e ce li fa riportare, come cocci di vetri". Pirlo, la Juventus 2020-2021, si spera che non sia come quella lasciata appena quattro mesi fa, e non chiediamo nemmeno di rivederla come il 1996,2015 o 2017, basti riportarla tra le vette, e che Pirlo sia sulla buona strada non è proprio che la cosa mi consola, perchè potremmo capire che una stagione può essere di transizione, ma ritrovarci a livelli dal 2007-2010 non è che ci porti a stare come quando si è in tavola a mangiare pasta e ceci.
Per questo scusatemi se mi dilungo ancora per poco, che il ritornare indietro di tre anni, prendendoci i nostri sbagli, potremmo dire che quel gioco non ci rallegri, ma era meglio con in panchina Allegri.