Guelfi e Ghibellini, destra e sinistra, europeisti contro "nazionalisti". Gli esempi potrebbero proseguire riempiendo intere pagine. La realtà è ricca di simili situazioni e di scissioni. La storia è questa. Cercare di modificarla risulta attività vana. Quando una persona crede fermamente in una determinata ideologia è quasi impossibile che riesca ad accettare il suo opposto. E' davvero triste, ma è inutile negarlo. Se si riflette a fondo su quanto affermato, si comprende che è proprio a causa del mancato accoglimento dell'altrui pensiero che si manifestano le principali tragedie del pianeta. L'attuale Pontefice afferma: "Ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l’obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune". Non esiste verità più essenziale, ma urge praticarla. E’ necessario, specialmente per i mezzi di comunicazione, riuscire a portare a compimento tale principio che in Italia è rispettato. E’ doveroso, però, riuscire a concepirlo sino in profondità. Mi spiego: è vero che ogni individuo deve ottenere la facoltà di esprimere il proprio parere relativamente a una data situazione, ma è altrettanto necessario che, quando questo rispetti la legalità, venga tenuto in considerazione. Non significa che debba essere messo in pratica, ma nemmeno tacciato o deriso. Accade sovente, invece, che una data opinione sia ridicolizzata ponendo alla berlina chi l’ha espressa oppure che sia rifiutata in modo troppo prepotente dando per scontato di possedere la verità innata. Quest’ultima è una facoltà soltanto divina. Occorre rendersi conto che ogni persona ha le medesime potenzialità intellettive altrui. Maurizio Manco, noto creatore di aforismi, sostiene: "Sono un soggetto, non posso essere obiettivo". Tale ultima prerogativa non è una dota umana. Soprattutto quando viene attaccata un'ideologia, diventa praticamente impossibile riuscire a osservare la realtà da un punto di vista distaccato che renda un'analisi più oggettiva possibile. Le emozioni prendono il sopravvento e si arriverebbe a negare o affermare anche le situazioni più realistiche o assurde. Non occorre assolutamente respingere la propria dottrina ma, come detto, urge riuscire ad accettare il fatto che vi siano pensieri diversi e non per questo vengano scherniti o giudicati. Tale situazione rappresenterebbe l'essenza della libertà di pensiero.

Mi scuso per questo lungo preambolo e inizio a parlare di calcio cercando di essere il più obiettivo possibile. La gara di ieri tra Juventus e Fiorentina ha scatenato un autentico putiferio mediatico. Tutto è derivato da due rigori concessi ai bianconeri che hanno consentito alla squadra di Sarri di mettere in ghiaccio il risultato poi arrotondato definitivamente da de Ligt. Una doppietta di Ronaldo e la rete dell'olandese hanno consentito alla Vecchia Signora di sconfiggere 3-0 la Viola e di mantenere invariato il distacco con Inter e Lazio, entrambe vincenti durante il prosieguo della giornata. A scatenare le varie ire non è stato il primo penalty. Il fallo di mano commesso da Pezzella sulla conclusione di Pjanic è apparso piuttosto palese. La rabbia è sbocciata relativamente al secondo tiro dagli undici metri concesso ai sabaudi. Bentancur entra, in slalom, nell'area toscana. Ceccherini gli si para innanzi e colpisce la parte alta del busto dell'uruguaiano con il braccio. Lo juventino cade e Pasqua sanziona l'intervento. Dalle tante analisi di situazioni simili, mi è parso di comprendere che l’arbitro addetto al Var non abbia facoltà di agire su una valutazione dell'entità di un contatto. Se ho mal interpretato, chiedo venia. In ogni caso, sembra che il direttore di gara abbia usufruito dell’home field review per stabilire quale degli scontri tra il sudamericano e il difensore viola fosse da sanzionare e, di conseguenza, se questo fosse avvenuto all’interno o al di fuori dell'area. Il fischietto nato a Nocera Inferiore conferma il calcio di rigore. L'episodio punito pare essere quindi la "sbracciata" di Ceccherini. Il focus si sposta, a questo punto, sull'entità del contatto. In molti ritengono che il movimento del giocatore della Fiorentina sia congruo rispetto alla sua azione. Secondo tale scuola di pensiero, si tratterebbe di un normale contrasto di gioco non condannabile. Altri, e sembra la minoranza, ritengono che il gesto del numero 17 sia plateale ed eccessivo. In questo caso, il rigore sarebbe sacrosanto. Levandomi la maglietta con i colori bianconeri, consentitemi di avere un'opinione e di sostenere la seconda tesi descritta. Comprendo molto bene di essere in minoranza, ma mi pare che l'arto di Ceccherini fosse piuttosto alto rispetto alla posizione consona. Il calcio è uno sport di contatto, ma non è rugby. Certi interventi maschi devono restare entro una determinata soglia. Cosa si deduce da tutto questo? Trattasi di episodio dubbio. Non è un errore grave o marchiano del direttore di gara. Questa dovrebbe essere la sintesi, l'essenza del discorso.

Da tale fatto, come detto, è derivato un putiferio che sembra piuttosto eccessivo. Commisso rilascia ai microfoni Dazn alcune dichiarazioni che scatenano la scintilla. Il patron viola attacca la Vecchia Signora affermando che non necessiti di aiuti arbitrali. Questo non può che rivangare, nella mente di molti, tristi momenti passati che hanno avuto uno strascico importante sulla storia della società sabauda. Allo stato dell’arte, pare inutile esercizio di stile ricordare quanto accaduto e conosciuto ai più. Occorre sottolineare che il Presidente della Fiorentina, più tardi e parlando alla Rai, sembra avere smorzato i toni. Detto questo, senza il suo volere, l'italoamericano "è issato a portabandiera" della fazione antijuventina che, già prima del suo intervento, si era scatenata con le solite illazioni relative a eventuali favori garantiti ai bianconeri. La replica piemontese non tarda a palesarsi. La voce è quella di Nedved: "Non devo rispondere al presidente. C'è rispetto, ma si sta usando qualcosa contro la Juve. Siamo stufi che si dica che non vinciamo con merito. Noi facciamo il possibile sul campo, si sta parlando troppo del fatto che la Juve non vince con merito, dobbiamo smettere di creare alibi" (Calciomercato.com). Il botta e risposta è ormai arcinoto. E' inutile volersi ergere a puri sportivi in grado di controllare il proprio io in ogni situazione. Lo sfogo di Commisso deve essere catalogato come momento di rabbia accettabile se fine a se stesso. Il vicepresidente bianconero, invece, bene ha fatto a tutelare i propri colori sovente attaccati con strane accuse. Non si vorrebbe che, naturalmente a livello inconscio, si venisse a creare una psicosi di presunti favori alla Vecchia Signora che potrebbe avere ripercussioni su una splendida corsa Scudetto.

Si diceva che il mondo si divide in fazioni e purtroppo è così. I tanti tifosi che scrivono sui social o sostengono nei luoghi di aggregazione strane congetture per le quali la Vecchia Signora vanterebbe particolari favori non si sa per quale trascendente motivazione, resteranno sempre della loro opinione. Altri, invece, vedranno costantemente i piemontesi come "vittima" di un sistema che non li sopporta perché troppo forti e vincenti. "In medio stat virtus". Sarebbe sufficiente un semplice e banale sillogismo aristotelico. Gli errori arbitrali sono parte del gioco. I bianconeri giocano. I bianconeri subiscono o usufruiscono di qualche errore arbitrale. Non ho la pretesa, però, di convincere nessuno anche se questa nota separazione tra juventini e antijuventini risulta anacronistica e anche noiosa. Vorrei solo che questo fantastico "triello" tra sabaudi, Inter e Lazio fosse vissuto nella maniera più serena possibile. Capisco che in molti, dopo la sconfitta della Vecchia Signora a Napoli, avrebbero sperato e gradito in una crisi dei campioni d'Italia. La squadra di Sarri, pur non disputando la sua migliore prova stagionale, ha risposto in maniera positiva. Questo può avere infastidito tanti che nel momento di sconforto hanno ingigantito un singolo episodio gridando allo scandalo. I diretti interessati, però, sono stati assolutamente ineccepibili perché, al di là del citato botta e risposta accettabile, non ho letto di alcun riferimento né biancoceleste, né nerazzurro a strane polemiche. Vuoi vedere che il nostro calcio si sta avvicinando a quello dei campionati migliori anche dal punto di vista comunicativo… La rivalità è emersa soprattutto dai tifosi. Sono loro che hanno inutilmente trasformato un palloncino in una mongolfiera, ma ribadisco di accettare qualsiasi opinione ivi compresa quella che sto cercando di confutare.

In ultima analisi vorrei trattare dell’intervento di Ceccherini che, sui social, ha risposto ad alcuni supporter bianconeri. Un messaggio è stato davvero importante, forse più delle parole di Commisso. Calciomercato.com riporta il post del difensore viola. Questi afferma che la Juve risulta antipatica ai molti non perché vinca sempre, ma per altri motivi. Il modo sgrammaticato in cui il giocatore replica al supporter manifesterebbe già che trattasi di un momento di foga probabilmente dettato dalla delusione di una buona prova di squadra risultata vana. Tutte queste reazioni a caldo sembrano accettabili. L'importante è che non si dia adito a spiacevoli e inutili strascichi polemici. Ribadisco la bellezza di una corsa Scudetto davvero entusiasmante e la crescita sportivo-culturale della serie A. Non si rovini tutto…