La notizia più importante di giornata - tralasciando i risultati dei Mondiali, che per adesso vedono le grandi Nazionali ancora ai box - è l'acquisto da parte della Juventus dell'attaccante Andrea Favilli, bianconero anche nelle ultime due stagioni ad Ascoli. Visto sotto questa luce, l'acquisto del puntero livornese non dovrebbe suscitare grande clamore. Ciò che desta stupore è invece la cifra che il club della famiglia Agnelli ha dovuto sborsare per concludere l'affare: 7 milioni e mezzo. E se questi non fossero ancora abbastanza, aggiungeteci pure 1,5 milioni di bonus. Francamente troppi soldi.

Partiamo dal presupposto che Andrea Favilli è nato nel 1996: ha quindi ventun'anni, e a quell'età devi aver già dimostrato di essere adatto alla Serie A. Se questa pretesa fosse utopistica, potremmo accontentarci di un buon numero di presenze, condite da una serie di gol tali da permettergli di raggiungere la doppia cifra. Ma non è questo il caso di Favilli che - dopo aver esordito nella sua prima esperienza juventina contro il Frosinone - non ha mai più messo piede in un campo di Serie A. 

Nemmeno in Serie B ha fatto sfracelli. Nell’estate del 2016, Andrea passa all’Ascoli, con cui gioca due stagioni in Serie B, mettendo insieme 30 presenze e 8 gol alla prima annata e 14 presenze e 9 gol alla seconda. Guardando questi dati potremmo asserire che, se non fosse stato colpito dal terribile infortunio accadutogli a novembre dello scorso anno, forse avrebbe potuto fare molti gol, perché la media era già molto alta dopo quattordici partite. Ma si trattano di mere ipotesi non riscontrabili nella realtà. 

Oltre ai pochi gol a referto, Favilli è tristemente noto anche per gli infortuni in serie, che ne hanno drasticamente minato le speranze di carriera. Tra questi il peggiore fu quello già menzionato precedentemente: nel novembre del 2017 Andrea è stato sottoposto ad intervento chirurgico di ricostruzione biologica del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, che lo tenne fuori per sette, lunghissimi mesi. Dopo aver preso in esame questi dati, una domanda è d'obbligo: se la Juventus ha speso così tanto per Favilli, quanto dovrebbe chiedere il Milan qualora mettesse sul mercato Patrick Cutrone? A voi la risposta. 

I detrattori di questo articolo muoveranno ovvie ragioni. Diranno che fa parte della strategia del duo Marotta/Paraticiche, per inciso, stimo moltissimo e vedrei bene nella mia Inter - comprare ciò che di meglio offre il calcio italiano, per poi rivendere e guadagnarci in termini di plusvalenze. Magari mettendoci su anche qualche bella clausola di recompra, che di certo male non fa. La verità è che i milioni spesi per comprare l'attaccante livornese sarebbero dovuti essere investiti meglio. Prendendo Golovin, ad esempio.

L'astro nascente del calcio russo ha destato una forte e positiva impressione nel "proibitivo" match d'esordio dei Mondiali. Contro i sauditi, il classe '96 ha dimostrato grinta, corsa e personalità non comuni, ma soprattutto ha messo a referto due assist e una magica punizione, degna di un Dybala​​​​​​ o di un Miralem Pjanic. Se la notizia del rifiuto da parte del CSKA Mosca di una prima offerta juventina da 15 milioni più bonus fosse vera, perché Marotta non ha utilizzato i soldi di Favilli per rimpinguare tale somma? Raggiungendo magari quei 25 milioni richiesti dal club russo prima del calcio d'inizio del Mondiale. Ma ormai è troppo tardi, perché gli occhi del mondo faranno lievitare il prezzo dell'enfant prodige moscovita. Dopo la partita di ieri, la base d'asta per Golovin partirà da un cifra non inferiore ai 35/40 milioni di euro. E non vorrei che dalle parti di Torino ciò si trasformasse, col tempo, in un rimorso di mercato.

Foto: Picenotime.it