A Londra esiste un'area pubblica destinata a persone che vogliano esibirsi di fronte a una platea improvvisata. Si chiama lo Speakers' Corner, situato nell'area nord orientale di Hyde Park, e vi hanno tenuto orazioni personaggi influenti come Marx, Lenin e George Orwell, piuttosto che perfetti sconosciuti. Gli argomenti dei dibattiti svariano praticamente su tutto: politica per lo più, ma anche economia, relazioni estere, religione, sport e altro ancora. Si possono lanciare invettive perentorie o dileggiare scherzosamente, denigrare o usare l'ironia. Una sola cosa non si può fare: parlare male della Regina. Per i britannici è un reato grave, si tratta di Lesa Maestà (e fino al 2010 prevedeva anche quello di sedizione, poi abolito) e non te la cavi con poco.

Quando penso a Cristiano Ronaldo mi viene in mente la Regina Elisabetta II. Guai a parlarne male. Guai anche solo a bisbigliare che forse non è più il fuoriclasse che abbiamo ammirato a Manchester e Madrid. Rimane ovviamente un grandissimo campione, ma con qualche primavera di troppo sulla schiena. Se ci soffermassimo solo sui numeri avremmo bisogno di un paio di occhiali da sole per non rimanerne abbagliati: 607 gol e 212 assist in 816 partite con le squadre di club, 95 gol e 37 assist in 162 matches con la nazionale portoghese. Sesto miglior marcatore di tutti i tempi dopo Bican, Romario, Pelè, Puskas e G. Muller con concrete possibilità di arrivare al primo posto entro 3 anni. Cinque Palloni d'Oro (a pari merito con Messi), cinque Champions' League (alla pari con Paolo Maldini, a una sola lunghezza da Gento, recordman con sei), trenta trofei vinti in carriera in quattro paesi diversi più la nazionale, unico calciatore ad aver vinto nello stesso anno solare la Champions' League, l'Europeo, il Mondiale per club e il Pallone d'oro. Continuo? Calciatore ad aver realizzato più gol in Champions' (128), unico calciatore ad aver vinto per sette volte la classifica marcatori della UEFA Champions League, unico calciatore ad aver realizzato più di 50 gol stagionali in sei stagioni consecutive, unico calciatore ad aver segnato almeno una rete in 4 Europei (2004, 2008, 2012, 2016) e 4 Mondiali (2006, 2010, 2014, 2018) consecutivi.

Si potrebbe andare avanti per delle ore, ma non sono i suoi record il punto focale dell'analisi. Il problema è che parliamo di ciò che è già avvenuto, e che per la maggior parte non è stato con la maglia della Juventus.
Dal suo approdo a Torino, il 10 luglio 2018, ci ricordiamo di un'unica impresa: la tripletta messa a segno contro l'Atletico Madrid nel ritorno degli ottavi di finale di Champions'. Stop.
Per il resto 28 gol in 43 partite, molti meno rispetto alla media di 50 segnature a stagione con la casacca del Real Madrid detenuta per ben nove anni (totale: 450 gol). E se dal computo estrapoliamo solo i gol 'pesanti' inevitabilmente vengono meno i 21 del campionato, che la Juve avrebbe vinto in carrozza anche senza CR7. Dunque, rimangono 7 gol: 6 in Champions' e 1, decisivo, in Supercoppa italiana contro il Milan.
Per carità, Ronaldo è stato l'unico a salvarsi nel disastro contro l'Ajax dei ragazzini terribili mettendo a referto due reti, ma parliamo comunque di un'eliminazione. E dargli 31 milioni netti per 7 gol, dei quali solo 3 si sono rivelati fondamentali, inizia ad essere un po' troppo. Forse. 

Voglio concludere però con una nota di merito, che non va al numero 7 lusitano ma a Maurizio Sarri. Per quale motivo? Perché ha avuto il coraggio di togliere Ronaldo con la Lokomotiv in una partita che ormai sembrava destinata al pareggio. E l'ha vinta. In altre parole il nostro allenatore (è la prima volta in assoluto che mi capita di scrivere 'nostro') si è 'macchiato' di Lesa Maestà. E si è guadagnato il mio rispetto per sempre.

Infine una previsione, anzi due.
La prima: la Juve anche quest'anno farà il suo solito giro in Champions' che potrebbe finire nuovamente ai quarti.
La seconda: a giugno Sua Maestà ci saluta. Non so se resterà in Europa e la cosa sinceramente non mi interessa. So solo che l'Italia ha rialzato la china quando da monarchia è diventata repubblica. Chissà che non funzioni anche con la Juventus...