L'ultimo articolo della mia pluriennale esperienza su CM.com lo scrissi l'8 agosto 2020, due anni e tre mesi fa. Ottocentoquarantadue giorni dopo (li avrò contati bene?) ritengo siano maturate le condizioni per aggiornare la mia pagina personale. 
Perché oggi e non, chessò, un mese fa o dopo una (ennesima) frustrazione europea? Perché prima non c'era proprio nulla da aggiungere, per lo meno niente di cui valesse la pena scriverci sopra. Da stasera invece cambia tutto.

Dall'estate del 2018, cioè da quando il Re Ombra (eh sì, sarebbe il contrario del Re Sole) ha assunto pieni poteri su di sé, non ne ha imbroccata una neppure per sbaglio. Non si contano le ca*** fatte rimescolando a piacimento l'organigramma societario (Paratici e Nedved al posto di Marotta, dirigenti messi a capo di uffici dai nomi altisonanti rimossi dopo pochi mesi con un sms, ruoli e competenze che si sovrapponevano tra di loro e soprattutto la mancanza di un Direttore Generale), cacciando inopportunamente il naso nell'area tecnica (Allegri out dopo 5 scudetti consecutivi, Sarri non voluto e subito commissariato, Pirlo stagista mandato allo sbaraglio e il ritorno di un ex allenatore che si era ritirato nel 2019) e gestendo il bilancio come una massaia di periferia (700 milioni di ricapitalizzazione in appena 24 mesi... neanche la Fiat quando stava fallendo).

Si è tentato in tutti i modi di mettere una toppa di cartavelina con l'inserimento di un Amministratore Delegato che andasse bene a tutti: Maurizio Arrivabene. Ovvero, un modo sabaudo per dire: fatti da parte perché di danni ne hai già fatti abbastanza, adesso lascia fare lui, in questo modo ti salvi la faccia e forse anche la poltrona. Ma la situazione era talmente compromessa che il tampone (e qui il covid non c'entra, per fortuna) ha avuto una durata limitata e tutt'altro che soddisfacente. I bene informati ritenevano che per Arrivabene fosse già previsto rimanere ad interim (in primis Marco Venditti, giornalista che segue la Juventus da molti anni) e che in data 28 novembre si sia soltanto ultimata la decisione presa dal board di Exor. Vale a dire da John Philip Jacob Elkann.

Come si siano svolti i fatti nella loro interezza, resterà probabilmente tra le segrete della Famiglia. Ciò che si sa è che Andrea Agnelli era un dead man walking appeso a un filo che è stato reciso stasera. Aveva ereditato una società ottimamente amministrata dall'allora Dg Giuseppe Marotta, in salute finanziaria e con una rosa competitiva. La lascia da dimissionario insieme a dei dirigente scelti sulla base di amicizie personali, una voragine di debiti e un parco giocatori che continua a deprezzarsi. Il danno di immagine lasciato da Sua Maestà il Re Ombra è immane. 

Ergo, egregio - finalmente - ex presidente, non posso che tributarLe poche ma sentite parole che mi sono risparmiato per l'occasione:
"Ne avremmo fatto volentieri a meno dei Suoi colpi di testa, della Sua scarsa lucidità, della Sua irragionavolezza, della Sua boria, della Sua totale assenza di presa di responsabilità, della Sua logica clientelare e, perché no, mettiamoci anche la Sua assoluta mancanza di empatia (sposarsi la moglie del suo ex migliore amico non depone a Suo favore).
Non era facile distruggere un'azienda che primeggiava in Italia ed era invidiata come modello persino in Europa. Lei non solo c'è riuscito, ma ha fatto di meglio: l'ha disossata. E ci ha fatto passare la voglia di seguirla e di tifarla.
Infine, un consiglio: porti le Sue "competenze" da un'altra parte. Nella speranza di non vederLa più in giro, né a Torino né altrove.
"