Avevo già pronto il titolo in caso di cessione di Paulo Dybala al Manchester United nello scambio con Lukaku: "La Dipalla che rotolò via senza lasciare traccia di sé". Un titolo un po' lungo, certo, che tuttavia rendeva pienamente l'idea di ciò che Dybala è stato alla Juve fino a questo momento: un giocatore incompiuto. Grande talento, ottima tecnica, ma una totale allergia a risolvere le partite difficili, quelle in cui dovrebbe emergere il vero fuoriclasse.

Ammetto che non ho mai provato la minima simpatia per 'el diez' della Juve. Ritengo che quel numero sulle sue spalle sia un insulto per chi ha fatto la storia della società bianconera: da Sivori a Del Piero passando per due palloni d'Oro come Platini e Baggio. E dentro ci metto anche Tevez. Esclusi: Pogba e Dybala. Mentre però nel caso del Polpo la 10 era giustificata da questioni di marketing quando già si sapeva che a fine anno Raiola l'avrebbe trasferito presso altri lidi, per la (poca) Joya il discorso è differente. Affidare quella maglia a un attaccante dotato di estro significa metterlo sullo stesso piano simbolico di chi l'ha preceduto. E questo, unitamente all'illogico paragone con Messi, è stato l'inizio della fine per le fragili membra di Paulino.

Come si evince dai titoli degli articoli scritti in passato, riguardo al 'Signorino' sono passato da una condizione di disillusione a una di malcelato fastidio:

Dybala torni sul pianeta Terra  (29 gennaio 2017)

Dybala, un bamboccio viziato (11 dicembre 2017)

Possiamo fare a meno di te (23 dicembre 2017)

Dipalla dai... faci vincere la Ciempions (3 aprile 2018)

Dybala no mezze misure: o tripletta o niente (2 ottobre 2018)

Per chi ancora avesse la spudoratezza di difenderlo, riporto un breve estratto dell'ultimo in ordine temporale dei pezzi di cui sopra:

"L'anno scorso (stagione 2017/18, n.d.r.) Dybala ha messo a segno 26 gol in 46 partite. Letta così sembrerebbe un ottimo score, specie per un attaccante che si è visto progressivamente allontanare dalla porta. Scendendo nel dettaglio vediamo anche contro chi ha segnato i gol: triplette a Genoa, Sassuolo e Benevento, doppiette a Torino, Verona, Udinese e Lazio (in Supercoppa) e un gol a Cagliari, Chievo, Spal, Sampdoria, Lazio, Milan, Bologna, Genoa (Coppa Italia) e Tottenham (Champions League). Dei 22 gol messi a segno in campionato, 19 sono stati realizzati con squadre che lottavano per non retrocedere. E stasera una bella tripletta (nulla eccepire, sia chiaro) firmata contro i super campioni svizzeri dello Young Boys...

Per curiosità sono andato a vedere lo score di Dybala in Champions prima di questa partita, e i risultati non mi invogliano particolarmente all'ottimismo. Dopo l'ormai mitizzata doppietta al Barcellona dell'11 aprile 2017, la Joya ha disputato 12 gare mettendo a referto 1 gol e zero assist. Volendo essere più precisi: 1 rete in 958 minuti. Avversari, nell'ordine: Barcellona (ritorno), Monaco in semifinale (x2), Real Madrid in finale, ancora Barcellona, Olympiacos e Sporting Lisbona ai gironi l'anno successivo (x2), Tottenham agli ottavi (x2), sbattuto fuori per doppia ammonizione nello 0-3 casalingo contro il Real ai quarti. E senza di lui a momenti, al Bernabeu, facevamo l'impresa."

Estrapolo dal contesto una frase emblematica: "Dopo l'ormai mitizzata doppietta al Barcellona dell'11 aprile 2017...". Ecco, Dybala si è fermato lì.