L'avevamo ribattezzata Jnter, visto l'ingente afflusso di risorse ex bianconere a Milano. Avevamo previsto un'Jnter battagliera, nella miglior tradizione contiana, mai doma e che avrebbe conteso lo scudetto alla decrepita Vecchia Signora fino all'ultima giornata. E probabilmente, ci saremmo persino aspettati di vedere il tricolore sulle maglie nerazzurre, consci della bulimia di titoli che le squadre di Antonio Conte fagocitano il primo anno della sua gestione. 

Alla fine del girone d'andata la classifica recitava: Juve 48 punti, Inter 46, Lazio 43, Atalanta e Roma 35. Un distacco tutt'altro che incolmabile e una proiezione per i meneghini di ben 92 punti. Il campionato negli ultimi cinque anni era stato vinto dalla Juventus con rispettivamente 87, 91, ancora 91, 95 e 90 punti. Mantenendo il passo del girone d'andata, l'Inter avrebbe vinto il titolo in quattro casi su cinque, seppur di poco. Nelle gare di ritorno, tuttavia, i nerazzurri hanno ottenuto la miseria di 5 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte. Un ruolino di marcia da squadra di media classifica che l'ha fatta scivolare dal secondo al quarto posto a meno dieci dalla vetta.
Cos'è accaduto, dunque?

Chi cerca alibi li troverà nella pandemia globale, nel caldo estivo o nell'esiguità della rosa. Ma tralasciando le ipotesi più fantasiose, salta all'occhio che il calo delle prestazioni era iniziato ben prima della sospensione a causa del Covid-19. Un altro dato inspiegabile è l'elevato numero di gol subiti dalla formazione di Conte: ben 33 in appena 31 giornate. Per fare un raffronto, la Juventus del suo primo storico scudetto ne incassò appena 20 in 38 gare. Inaccettabile è la statistica delle rimonte subite quest'anno dall'Inter: in 20 occasioni i milanesi si sono fatti riprendere dagli avversari. Detto in parole povere, numeri alla mano questa non è una squadra di Antonio Conte. 

Sorge spontanea una domanda: perché l'allenatore salentino è riuscito a ottenere risultati eccellenti alla Juve, al Chelsea e perfino alla guida della derelitta nazionale italiana, ma sta fallendo miseramente all'Inter? Cerchiamo di dare una risposta.
Citandomi addosso, il 28 gennaio 2020 scrissi il seguente articolo: "Al "cancro" ci si abitua... ma fino a quando?" . In breve, analizzavo l'avventura di tre top coach in altrettante squadre che però mal si confacevano alla loro personalità: Ancelotti al Napoli, Sarri alla Juve e Conte all'Inter. In tutti e tre i casi mettevo in evidenza che erano stati accolti come i salvatori della patria o come una salutare rottura rispetto al passato. Ma affermavo, in conclusione, che le differenze inconciliabili presto o tardi sarebbero venute a galla e li avrebbero espulsi come corpi estranei. Tutti e tre. Nel caso di Carlo Ancelotti, la risoluzione del contratto si è già verificata, in quelli di Maurizio Sarri e soprattutto di Antonio Conte, potrebbe essere solo una questione di tempo.

Ieri sera (9/7/2020) è stata sganciata una vera e propria "bomba" da parte di un giornalista molto ben ferrato riguardo alle dinamiche juventine e ai suoi (ex) tesserati. Sul profilo twitter di Luca Fausto Momblano è apparso quanto segue: 
"Ribadisco: la decisione sarebbe già stata presa dalla proprietà. E nessuno è in difesa di #Conte - a nessun livello - all’interno del club nerazzurro. Seguiranno eventuali dettagli." (corsivo mio, https://twitter.com/MomblanOfficial/status/1281352084865060865)
Si preannuncia un divorzio (oneroso) a fine stagione? E' prematuro dirlo oggi, certo è che l'Inter di Zhang, Marotta e Conte non appare più monolitica come nei primi mesi di lavoro. Né lo stesso Conte pare così granitico come lo conoscevamo, si vedano le conferenze stampa delle ultime partite.
E allora vale la pena porre la domanda definitiva: fu vero amore?
In realtà non fu né vero e né amore. E' stato (ne parlo al passato) un contratto matrimoniale stipulato per reciproco interesse tra una società a secco di trofei da ormai un decennio e un allenatore che si crede troppo bravo per cedere alle proprie convinzioni tattiche. Un matrimonio dove alle prime difficoltà riemergono dettagli sul passato dello "sposo" che l'attuale "moglie" aveva nascosto sotto il tappeto, sperando che i flirt del passato si fossero ormai dissipati nella nebbia. Ma la consorte non aveva tenuto conto che quelle non erano semplici scappatelle, ma un rapporto di vero amore durato per oltre vent'anni che si era concluso con un improvviso divorzio
Antonio Conte da tempo è single nell'animo, o se preferite si è sposato con se stesso, con quella parte di sé che non vuole appartenere a nessuno e che lo porta a litigare con tutti.
Anche con chi l'aveva amato per davvero, o con chi ci aveva provato per puro interesse.