CRONOLOGIA DEI FATTI

Si gioca il primo marzo a porte aperte per tutti.

Prima del triste scorso fine settimana che ha messo in ginocchio una Nazione intera, alle prese con un’emergenza sanitaria imponente, Juventus-Inter era la partitissima.

Alla storica rivalità che da sempre contraddistingue i due club, si sarebbero aggiunti diversi elementi gustosi: dal ritorno di Conte allo Stadium al fatto che si trattasse di un match fondamentale per la corsa Scudetto, questa era la sfida da segnare in rosso sul calendario al momento del sorteggio estivo.
Sarebbe stato bello vivere la settimana precedente il Derby d’Italia parlando della crisi del gioco di Sarri, dei centrocampisti che non riforniscono a dovere gli attaccanti zebrati, dei dubbi sul recupero di Handanovic, dello scarso rendimento di Lautaro e chi più ne ha più ne metta.

Purtroppo, però, le cose sono andate diversamente.
Ed è da quel momento che si sono innescate una serie di situazioni che hanno portato alle velenose polemiche degli ultimi giorni.

Si gioca il primo marzo a porte chiuse

I primi provvedimenti presi per arginare il virus prevedono che tutti gli eventi calcistici in zone definite a rischio siano disputate a porte chiuse.

Una decisione doverosa in un momento simile.

Amarezza da entrambe le parti: una partita senza pubblico non ha senso di esistere. Non è vissuta, non ha quel sapore che è la vita di ogni singola partita.

Ma tanto è.

Si gioca il primo marzo a porte chiuse ma con la partita in chiaro in TV

Non potevo crederci. In un momento così difficile per l’Italia, un gesto che avrebbe portato un minimo di svago e distrazione necessaria in questo periodo.

Una finestra a cui tutti gli italiani avrebbero potuto partecipare, per sentirsi più vicini alla normalità, per sentirsi parte di una comunità che sta vivendo momenti di enorme difficoltà.

Per una volta, niente diritti televisivi, niente abbonamenti, niente soldi.

Solo il pensiero di dare un paio d’ore di spensieratezza all’intera popolazione.

Sembra irreale una cosa del genere.

Si gioca il primo marzo a porte chiuse ma la partita non in chiaro in TV

E infatti, niente da fare.

Da quando è stata diffusa la notizia che la partita non sarebbe stata trasmessa in chiaro, si è accesa una lampadina: la situazione sta sfuggendo di mano.

I motivi per cui non sarebbe stato possibile mostrare le immagini live possono essere di varia natura e tutti giustificati ma, per una volta, si poteva soprassedere.

Ma, se già siamo al limite, arriva la notizia che certifica l’assoluta confusione.

Si gioca il 13 maggio a porte aperte

Per motivi non propriamente chiariti nel comunicato ufficiale emesso dalla Lega, la partita Juventus-Inter è rinviata al 13 maggio, insieme ad altri 4 match (poi diventati 5).

Che cosa si può dire? Purtroppo, di tutto. Ed è ciò che puntualmente è accaduto.

 

LE POLEMICHE

Da quando è stata data questa comunicazione, è scattato l’Inferno, da una parte e dall’altra.
Ho raccolto i contenuti principali rinvenibili sui media, trovandoli davvero al limite dell’imbarazzo, da entrambe le parti.

“La Juve è stata favorita perché è in un momento particolare”

Tutti d’accordo, ma anche l’Inter non è che ultimamente abbia brillato. Ha vinto due partite contro il Ludogorets e veniva da due sconfitte con Napoli in Coppa Italia e Lazio in campionato. Insomma, non proprio il miglior biglietto da visita.

“La Juventus non perde mai due partite di fila”

I novelli statistici del web dimenticano che una probabilità non è una certezza: nessuno impedisce alla Juventus, soprattutto all’attuale squadra di Sarri, di uscire sconfitta due volte nel giro di pochi giorni.

“Vi piaceva giocare senza pubblico”

Ad ogni appassionato di calcio che si definisce tale, questa affermazione dovrebbe letteralmente fare ribrezzo.

Per un interista sano, giocare senza lo stadio pieno non può essere un piacere, tantomeno può considerarlo un vantaggio: è qualcosa che va contro lo spirito della competizione e che non produce gli stessi stimoli.

Il fascino di tutte le partite sta nei colori, nelle bandiere, nella spinta verso la vittoria. E questo nessuna PAY-TV potrà sostituirlo.

“A maggio l’Inter gioca troppe partite”

In molti non saranno scaramantici, ma questa è solo una eventualità: l’Inter dovrebbe arrivare in fondo a Coppa Italia ed Europa League, circostanze per nulla scontate.

Certo, è lecito mettere le mani avanti, però c’è anche da dire che lamentarsi di un possibile calendario pieno ma con numerose incognite appare eccessivo, considerando che lo stesso ragionamento dovrebbe valere per la Juventus, che potrebbe benissimo arrivare in fondo in Champions League e Coppa Italia, dovendo quindi disputare solamente una partita in meno rispetto all’Inter nel mese di maggio.

Polemica davvero sterile.

“Se il pubblico non è importante, allora giocavate lunedì 2 marzo”

Ieri è saltato fuori che sarebbe stato proposto informalmente all’Inter di giocare lunedì e che la dirigenza neroazzurra avrebbe rifiutato.

Il tifoso juventino equilibrato sa che questa è una sciocchezza immane.

Se i bianconeri pretendono lo stesso trattamento che ha avuto l’Inter, ovvero giocare con il proprio pubblico, allora, per lo stesso metro, deve esserci la possibilità di far venire i tifosi neroazzurri nel settore ospiti, come accaduto all’andata.

E poi, con la Juventus impegnata mercoledì in Coppa Italia, siamo sicuri che la Signora avrebbe dato il suo OK? Accettare di giocare contro le milanesi due partite decisive in 48 ore appare alquanto improbabile.

Medesimo discorso vale anche nell’ipotesi (ormai tramontata, ma mai dire mai) in cui si sarebbe potuto giocare al posto della Coppa Italia durante la settimana, mercoledì o giovedì.

“Giocare a maggio non è la stessa cosa che giocare adesso”

E qui siamo al festival della banalità. È evidente che non sia la stessa cosa, ma perché la Juventus dovrebbe arrivare carica a maggio e l’Inter, di contro, senza energie? Giocare il 13 maggio avrebbe potuto rappresentare un’occasione per disputare una sfida Scudetto nel vero senso della parola, potenzialmente divenendo il big match dell’anno.

Visto che uno dei motivi per cui si è deciso il rinvio della partita pare essere il fatto per cui giocare a porte chiuse sarebbe stato uno spot pessimo per il calcio italiano, immaginate una serata di metà maggio, con temperatura ideale per giocare, che finale incandescente di stagione avremmo offerto, con (ci si augura) questo clima surreale alle spalle.

“Al rinvio di Inter-Sampdoria non avete fatto tutto questo caos”

Era appena scoppiata l’emergenza. Si è dovuta prendere una decisione immediata. Credo che il rinvio delle partite della scorsa giornata siano l’unica cosa che non si possa imputare alla Lega Calcio; tutto il resto, la gestione, assolutamente sì. Ma questo, francamente, è un appiglio senza costrutto.

 

CONCLUSIONI E RIFLESSIONI

Dopo questa carrellata di luoghi comuni, è mia opinione che il calcio italiano abbia davvero mostrato scarsissima competenza ed organizzazione.
È tutto così confusionario che anche mettere in piedi un pezzo organico è risultato molto complicato.
La Lega deve darsi una svegliata: adesso, l’ipotesi più realistica pare spostare i match da recuperare in questo fine settimana, con Juventus-Inter il 9 marzo, e la giornata successiva fissata al 13 maggio.

Sembrano tutti contenti, ma il controsenso è palese: perché Juventus-Inter sarebbe falsata e invece le partite della 27° giornata si possono comodamente posticipare di due mesi?

Senza considerare che ci sono da recuperare due partite del turno precedente e che bisogna fare i conti con le restrizioni delle Regioni a rischio.

Un vero rompicapo, che merita una linea che sia una e che, soprattutto, si rispetti.

A questo punto, l’ipotesi più “sensata” potrebbe essere quella di rinviare le giornate in ordine cronologico esattamente di una settimana, recuperando ciò che deve essere recuperato il prima possibile e smorzando le polemiche per un campionato che prima di questo sfacelo era tornato a brillare in tutta Europa.
Questa situazione dovrebbe portare ad un serio ripensamento dei format dei campionati, perché non è possibile non avere slot liberi in caso di slittamenti che, purtroppo, possono verificarsi per molteplici cause di forza maggiore.
Sappiamo bene, ormai, che tra qualche mese non sarà fatto tesoro di questo trambusto e che nulla cambierà ma, se persone capaci volessero dimostrare di essere tali, comprenderebbero che immediatamente dovrebbero essere effettuati degli interventi radicali (riduzione dei campionati a 18 squadre, Coppa Italia revisionata ecc.).

Se da una parte abbiamo, dunque, un pacchetto dirigenziale che non ha mostrato il meglio del suo repertorio, dall’altra bisogna anche riconoscere che le reazioni del tifoso medio rasentano il ridicolo.

Mi duole apparire come esterofilo il quale non sono, ma, ad esempio, in Inghilterra la classifica è sfasata perennemente, a causa dei vari rinvii in concomitanza con appuntamenti di FA Cup e Coppa di Lega, tradizionalmente disputati nei weekend per metterli in rilievo. E mai si sono issate lamentele su questo punto, se non in casi estremi come capitato al Liverpool di Klopp a dicembre, caso più unico che raro (Coppa di Lega e Mondiale per Club a distanza di 24 ore).

O anche in Spagna, dove proprio quest’anno hanno rinviato il Clasico per una situazione delicata in Catalogna da ottobre a dicembre.

È un evento eccezionale, come quello che stiamo vivendo noi, e le stesse due società iberiche hanno trovato un accordo per recuperare la partita.

Insomma, eccessive polemiche, che hanno persino fatto tornare nuovamente i due termini che odio di più per motivi diversi: Calciopoli e Farsopoli.

Ma quando impareremo a superare il 2006?

Infine, va detto che sono state rinviate tantissime altre partite che dovrebbero meritare un trattamento equo ma a cui nessuno pare interessare: ci sono squadre che lottano per i propri obiettivi e se la sfida bianco-neroazzurra la fa da padrone, non dobbiamo dimenticarci di chi investe e di chi insegue i propri sogni che non siano per forza il tricolore.

L’augurio è quello di tornare a parlare di calcio il prima possibile, in primis per metterci alle spalle questa situazione emergenziale che sta minando il Paese sotto tutti i punti di vista e, in secondo luogo, per non discutere più di calendari ed orari ma di tattiche e gesti tecnici.