Non sarà certo una vittoria a tranquillizzare tutti, ma è un passo in avanti anche se restano le note dolenti.
La Juve contro il Bologna ha vinto, ma, come si dice in questi casi, non ha convinto. Rispetto alle due partite di Coppa Italia c’è una differenza sostanziale a livello di gioco che riguarda gli avversari. Il Bologna ha affrontato i bianconeri a viso aperto, nonostante qualche assenza. Milan e Napoli non lo avevano fatto. I primi perché partivano con una rosa decimata per poi ritrovarsi in dieci per quasi tutta la partita. I partenopei, invece, fanno dell’attesa il loro gioco. Ormai è risaputo che la Juve di Sarri quando si trova in difficoltà quando incontra squadre che giocano in questo modo. Il motivo ce lo disse a sua insaputa il tecnico al termine della finale persa: «Sono venute meno le individualità». E questo non solo per un problema di «brillantezza», termine anche ieri abusato dal tecnico, ma perché quando di fronte c’è una squadra che difende in 11 chiudendo tutti gli spazi, diventa difficile per le individualità trovare i varchi giusti, soprattutto se si parla di giocatori abituati a partire distanti dall’area di rigore.
Con il Bologna è stato diverso. Gli emiliani hanno lasciato maggiore spazio tra le linee, aggredendo sempre altissimi, già al limite dell’area bianconera e difficilmente abbassavano tutta la squadra dietro la linea della palla. Non a caso, risultato a parte, la partita di ieri è stata molto più piacevole agli occhi rispetto alle due precedenti disputate dai bianconeri. Ha prevalso la Juve, grazie alle individualità che, questa volta sì, hanno potuto esprimere il loro potenziale anche se parzialmente. Il Bologna, però, ha avuto il merito di giocarsela, aggredendo i bianconeri e provando a rimanere in gara fino alla fine. L’intervento di De Sciglio su Barrow è al limite, probabilmente il rigore ci stava tutto. Diciamo che se fosse stato fischiato nessuno avrebbe gridato allo scandalo. A proposito del terzino tanto bistrattato. Ieri abbiamo avuto conferma di questo sentitmento popolare verso di lui.

De Sciglio ha disputato un’ottima gara, precisiamolo subito, ma come al solito sono arrivati i due episodi classici della carriera del giocatore. Il primo è, appunto, l’intervento citato su Barrow. La consueta disattenzione che accompagna ogni match dell’ex rossonero. Il terzino se lo perde, poi rimedia con un intervento al limite del regolamento. Tutto nasce da una sua dormita in piena area che ha rischiato di riaprire la partita, come accaduto in tante altre gare disputate dal ragazzo che, puntualmente, finisce per macchiare la sua prestazione. Poi c’è il secondo episodio, l’infortunio, altro elemento caratterizzante la sua carriere che, unito al primo, fa sorgere la solita domanda: perché mai la Juve acquistò De Sciglio? Lo sa solo Allegri.

Per fortuna che ieri c’era Bernardeschi. Finalmente Federico, viene da dire. Sarri stupisce tutti e fa una cosa normale: l’ex viola in campo e Douglas in panchina. E questo non perché il primo sia più forte del secondo, tutt’altro, ma perché al momento alla Juve serve Bernardeschi in campo e non il brasiliano. I bianconeri stanno giocando senza attaccante e si affidano alla fantasia di Ronaldo, Dybala e la terza punta. In queste condizioni è meglio schierare un trequartista esterno come Federico che un’ala pura come Costa. Il motivo è semplice, il primo è in grado di svariare su tutto il fronte d’attacco, il secondo tende ad andare in profondità sulla fascia per mettere la palla in mezzo, ma senza prima punta diventa tutto inutile. Ieri ne abbiamo avuto la conferma, complice anche la prestazione alla Bernardeschi di Federico, la prima della stagione. Il ragazzo si è mosso molto, allargandosi o accentrandosi a seconda delle esigenze. Spesso andando ad occupare la posizione del trequartista. È stato la spina nel fianco della difesa emiliana perché, con i suoi movimenti, costringeva uno o due avversari a seguirlo, lasciando spazio ai compagni. Basta vedere il gol di Dybala. Lo serve di prima e subito si butta in area obbligando un difensore ad inseguirlo, a quel punto diventa un gioco da ragazzi per la Joya fare quello che vuole. Con Douglas in campo avremmo assistito a un’altra Juve. Sottolineo, nessuno sta dicendo che il brasiliano sia scarso, ma ci sono partite in cui lui non va bene, soprattutto se manca la prima punta. Meglio farlo entrare a 30-20 minuti dal termine per sfruttare la sua velocità quando le squadre tendono ad allungarsi, piuttosto che tenerlo in campo dal primo contro un avversario schiacciato nella propria area di rigore, come accaduto con Milan e Napoli dove Douglas non poteva fare altro che guadagnare il fondo e crossare per nessuno.

Ieri abbiamo avuto tante altre conferme. Bentancur è un signor giocatore, lui sì un vero tuttocampista. Ha recuperato palloni in ogni zona del campo, anche a sinistra sostituendosi a Rabiot, ha impostato e, novità tattica, si è spesso proposto fino alla casella del trequartista (quando non era occupata da Bernardeschi). Ha giocato praticamente in ogni zona del campo laddove invece, Pjanic, ha offerto l’ennesima prova opaca, direi svogliata. Ormai non si preoccupa più nemmeno di liberarsi della costante marcatura a uomo che gli viene riservata in ogni partita. E per la terza volta di fila è lui a lasciare il campo quando Sarri decide di sostituire i due terzi del centrocampo. Nonostante Bentancur sia stato ammonito un minuto prima (per colpa di Pjanic), Sarri decide di lasciarlo in campo spostandolo in regia. In qualche riflessione precedente avevamo già abbozzato una bocciatura del bosniaco da parte del tecnico che viene confermata gara dopo gara. Rabiot nuovamente rimandato, come accade dall’inizio della stagione. Ronaldo? Non è ancora lui, aspettiamo ancora un poco prima di crocifiggerlo. Leggo, per l’ennesima volta, che viene già bollato come “ex fuoriclasse”. Succede da anni, ogni volta che stecca due o tre partite di fila, poi ci fa ricredere.

Ovviamente non mi dimentico delle fasce. Ieri c’è stata l’ennesima conferma che sul mercato sono stati commessi degli errori. Tre terzini sono pochi, a maggior ragione se due (De Sciglio e Danilo) tendono all’infortunio. Il brasiliano, poi, ha commesso un’ingenuità grave, anzi doppia. Il primo intervento era da rosso, convertito in arancione che vuol dire “al prossimo fallo vai fuori”. Detto fatto, lasciando la Juve in dieci, ma già sapendo che De Sciglio si era infortunato al pari di Alex Sandro. La Juve non ha più terzini se non l’adattato Cuadrado. Cosa farà Sarri? Semplice o abbassa Matuidi o passa alla difesa a tre. L’ultima ipotesi il tecnico non l’ha mai voluta prendere in considerazione. Quindi dovrà adattarsi giocoforza ad errori commessi in sede di mercato, con la complicità sua (leggasi Kurzawa).