Il gioco del calcio è anche questo: un giorno osannato e quello dopo demolito. Oggi sei un fenomeno, ma al primo gol sbagliato vieni bollato come un "bluff". Nel caso di Maurizio Sarri la situazione è ancora più drastica. Si passa dalla (presunta) rivoluzione portata in casa Juve, dopo aver conquistato lo scudetto, alla scure della critica per aver perso contro il Cagliari. Io, spesso, l'ho bersagliato, ma l'ho anche elogiato quando lo meritava. E' la vecchia storia del bastone e della carota. Anche questo fa parte del gioco.

Calma e sangue freddo. La sconfitta con i sardi sicuramente non ha fatto piacere a nessuno. A Sarri, ai giocatori, ai tifosi. Tutti avrebbero preferito festeggiare con un'altra vittoria lo scudetto appena conquistato, è indubbio. E perdere 2-0 contro, forse, una delle peggiori squadre del post lockdown non fa certo piacere. Giulini una volta per tutte dovrebbe spiegare perchè ha mandato via Maran il 3 marzo (3 marzo!!!) per sosituirlo con Zenga. Certo, il Cagliari non stava attraversando un bel momento, ma aveva disputato fino ad allora un'ottima stagione. Maran stava facendo un miracolo con una squadra, sì forte e reduce da un meraviglio mercato estivo, ma che aveva perso subito Pavoletti (non uno qualsiasi), che aveva un Nainggolan a mezzo servizio e che ha ritrovato Cragno solo a gennaio. Ieri il portiere ha dimostrato per l'ennesima volta quanto sia forte. Insomma Maran, nonostante tutto, stava facendo un ottimo campionato, non dimentichiamo che aveva portato il suo Cagliari nelle zone alte della classifica. Zenga ha totalizzato 3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. E' un cammino da retrocessione.

Tornando alla partita di ieri, non è assolutamente vero che la Juve abbia snobbato l'incontro. Se guardiamo i dati scopriamo che i bianconeri hanno tirato ben 33 volte (di cui 9 in porta) e che il possesso palla è stato del 65%. Insomma non proprio una Juve arrendevole che è andata a sbattere più volte contro uno straordinario Cragno. I bianconeri hanno costruito azioni, prodotto gioco. Forse stavano già con la testa al Lione, ma in un'altra versione del concetto. Non quella arrendevole e con un approccio disincatato alla partita, altrimenti non avremmo avuto i numeri di cui sopra. Semmai ci potrebbe essere stata una maggiore attenzione a non forzare la mano per evitare infortuni. Lo scudetto vinto con la Sampdoria pochi giorni prima aveva fatto suonare il campanello d'allarme in vista della Champions: Danilo e Dybala fuori per infortunio, De Ligt non al meglio. E la Juve veniva già dall'infortunio di Douglas Costa dopo l'Udinese, con il rischio concreto di non recuperarlo per la Champions.

Inevitabilmente, una gara "inutile" come quella contro il Cagliari porta a un'attenzione rivolta al Lione anche perchè la sfida ci sarà a breve con i bianconeri che devono ribaltare il risultato d'andata. Di fronte avranno una squadra che sicuramente non ha il ritmo partita, ma è fresca come una rosa. La Juve, invece, arriva stanca perchè, giocare ogni quattro giorni per due mesi non è facile. Su questo Sarri ha parzialmente ragione quando dice di sentirsi danneggiato dalla Lega in vista della Champions, parzialmente perchè non spiega quale sarebbe potuta essere l'alternativa.

La sconfitta contro il Cagliari non deve dar vita a nessuna valutazione tecnico-tattica della Juventus, in vista del Lione. Quella sconfitta va presa per quello che è: una gara giocata a fine campionato tra due squadre che non avevano più nulla da chiedere. I sardi, forse, avevano la motivazione in più di poter chiudere la stagione vincendo contro la Juventus. I bianconeri hanno giocato per vincere perchè lo impone il dna, ma a mio avviso hanno anche evitato di forzare la mano, sia per stanchezza fisica e mentale accumulata, sia per le preoccupazioni di cui sopra. Tutto qua. Non sarà e non deve essere quella sconfitta a dare un giudizio sul campionato della Juve.

Semmai quella partita può restituire un problema della Juve di quest'anno. I bianconeri vanno puntualmente in difficoltà contro le cosiddette piccole (il Cagliari di Maran non lo era, quello di Zenga invece sì). La squadra di Sarri ha perso punti contro quelle squadre che non ti fanno giocare, che si chiudono e attendono il tuo errore. I bianconeri hanno difficoltà nel trovare la porta contro questi avversari. E i numeri di ieri lo dicono. La Juve ha prodotto un'enorme mole di gioco, ma su 33 tiri solo 9 sono arrivati a bersaglio perchè molti erano conclusioni da fuori area nella speranza di trovare un varco. E questo deve far riflettere proprio in vista del Lione. All'andata la Juve prese subito in mano la partita contro un avversario che preferiva attendere, finendo poi per prendere gol a metà primo tempo (in condizione di momentanea inferiorità numerica). Da lì in poi i bianconeri non sono riusciti più a rendersi pericolosi: il 60% di possesso palla non può portare a soli 2 tiri in porta in tutta la partita. La vera cifra della sfida contro il Cagliari in vista del Lione, forse, è proprio questa: la difficoltà della Juve nel vincere contro squadre che sanno difendersi in maniera ordinata. Non dimentichiamo che per sbloccarla contro la Samp è stato necessario uno schema su calcio di punizione, a conferma delle difficoltà della Juve nel concretizzare il possesso palla che produce. 

Su questo, sicuramente, si deve lavorare in vista del Lione. Su questo si può valutare la stagione di Sarri, non certo su una partita "inutile" per entrambe le squadre.