La Juve chiama e l’Inter risponde. Non erano passate nemmeno 24 ore dall’annuncio dell’imminente fumata bianca per lo scambio Pjanic-Arthur che Marotta ha subito mandato il suo messaggio a Paratici: io prendo Hakimi.
Il braccio di ferro tra i due ex colleghi e amici è ufficialmente iniziato e, come per lo scorso anno, promette fuochi d’artificio. Juve e Inter sono da sempre nemiche, calcisticamente parlando. Ora che si è “intromesso” anche Marotta, chiaramente lo scontro è ai livelli massimi. È diventata anche una cosa personale tra i due ex amici. Ed ecco che parte il botta e risposta. Uno prepara il terreno per Arthur, l’altro risponde con Hakimi.

Due acquisti importanti in prospettiva, non c’è ombra di dubbio, ma l’attributo di “colpo” spesso è troppo affrettato, attendiamo prima di dare un giudizio. Sicuramente parliamo di due ragazzi che hanno tutte le carte in regola per diventare “grandi”, ma adesso non è ancora così e di punti in comune ce ne sono. Partiamo, però, dalle differenze. I ruoli, che poi ci portano anche a un punto in comune. Arthur è un centrocampista, non meglio identificato se regista basso o mezzala. In Brasile giocava al centro, poi viene acquistato dal Barcellona a suon di milioni e arriva con l’etichetta del nuovo Iniesta e gli viene data la “sua” 8. Il vicepresidente del Gremio, in ogni intervista, ci ricorda che secondo lui assomiglia di più a Xavi che non a Don Andres. Messi, dopo i primi allenamenti con Arthur dirà lo stesso. Setien, invece, lo ha sempre schierato da mezzala, ma effettivamente il suo modo di giocare ricorda più Xavi. Tocchi rapidi, grande abilità nel liberarsi da fermo della marcatura, visione di gioco, lancio lungo. Vedremo come verrà impiegato nella Juve.

Hakimi è un terzino molto offensivo che è in grado di giocare a tutta fascia, a destra o a sinistra. Dotato di grande tecnica, ottima visione di gioco, assist e corsa a volontà. È veramente forte. Lui, però, come dicevamo, è un terzino molto offensivo che gioca da due anni in una squadra altrettanto offensiva come il Borussia.
Arriverà nell’Inter di Conte, un allenatore a cui piacciono tanto i terzini che fanno su e già per la fascia, ma dai suoi esterni pretende molto anche nella fase difensiva. Hakimi dovrà imparare ad accontentarlo, anche perché l’Inter di Conte giocherà con i due avanti (o ci sarà Lautaro o un altro) Eriksen dietro di loro e Hakimi a destra. Una squadra molto sbilanciata, servirà un gran lavoro da parte dei due mediani e del terzetto difensivo. Intendiamoci, Hakimi non sarà il nuovo Joao Cancelo, terzino visto all’Inter e alla Juve, fortissimo quando si tratta di spingere e imbarazzante se deve difendere, ma dovrà imparare ad essere più un Lichtsteiner, terzino che ha fatto le fortune di Conte e del suo 3-5-2 in bianconero. Probabilmente è più forte, ma dovrà imparare a difendere come lui.

E veniamo alle similitudini.
Entrambi giovani, entrambi arrivano al termine di trattative lunghe e costose. Il corteggiamento di Arthur è stato alla luce del sole, quello di Hakimi nell’ombra. Entrambi, però, arrivano con l’etichetta del giocatore scaricato dal suo club. Nel caso del brasiliano è abbastanza dichiarato da Setien e dal Barca, per lo spagnolo di origini marocchine non lo è perchè il Real non lo ha mai detto, ma nei fatti è quello. In entrambi i casi, infatti, i rispettivi club hanno preferito puntare su gente più matura, coincidenza vuole che anche la differenza di età sia la stessa: 6 anni. Il Barca ha “sacrificato” Arthur, 24 anni, per Pjanic, 30 anni. Il Real si è liberato di Hakimi, 22 anni, per continuare a insistere su Carvajal, 28 anni. E qui i conti non tornano. Le due spagnole sono squadre famose per le attenzioni sulle giovani promesse. Sempre pronte ad investire suon di milioni anche per ragazzini neomaggiorenni. Non a caso sbaragliano sempre la concorrenza quando in Sud America sbuca il nuovo Kakà o il nuovo Maradona della situazione. Abbiamo detto di Arthur, il Barca lo prese dal Gremio per oltre 40 milioni di euro, cifra con cui qualsiasi club europeo tende ad acquistare un giovane che già conosce il calcio del Vecchio Continente piuttosto che fare all-in su un ragazzo che ha giocato solo nel campionato carioca.

I blaugrana lo hanno testato per due anni e poi hanno deciso di disfarsi del 24enne, preferendo inserire il 30enne Pjanic in un centrocampo che, De Jong a parte, supera già quella soglia d’età. Strano per un club sempre attento alla carta d’identità. Due sono anche gli anni che sono serviti al Real per decidere di continuare a puntare su Carvajal piuttosto che su Hakimi. In realtà, in questo caso, la storia è un po’ diversa. Il terzino cresce nella cantera madrilena, esordisce in prima squadra, poi nel 2018 prende l’aereo per la Germania mentre quello di Arthur è appena atterrato in Spagna. I due si incrociano per un attimo prima di perdersi di vista per un biennio. Il brasiliano non riuscirà a dimostrare di essere il nuovo Xavi o Iniesta. Il terzino farà le fortune sue e del Borussia. Ma alla fine l’esito sarà lo stesso. Il Dortmund non lo riscatta per questioni economiche, strano per un club che pochi mesi prima aveva garantito 8 milioni d’ingaggio al 19enne Haaland pagandone 45 in totale tra cartellino e commissioni. Intanto il Real gli fa capire che se resta partirà dietro a Carvajal. Il Barca lo aveva già detto ad Arthur: non sei il titolare, prima di te ci sono De Jong e i vecchietti Vidal e Rakitic. Risultato? Alla fine entrambi sono stati scaricati dai rispettivi club.

Dopo essersi sfiorati per un attimo nel 2018, il loro destino li farà finalmente ricongiungere.
Questa volta i due aerei con loro a bordo atterreranno nello stesso Paese a pochi chilometri di distanza. Sarebbero potuti diventare avversari in Real e Barca, lo saranno in Juve e Inter dove verranno chiamati a dimostrare il loro reale valore e far rosicare i vecchi club. Le nemiche d’Italia hanno deciso di inaugurare il loro mercato con due colpi, puntando su futuri campioncini di fatto scaricati dai loro club.
Strategia più o meno simile per Marotta e Paratici. Botta e risposta rapido, la sfida è ripartita e si preannuncia incandescente. Vedremo chi la spunterà tra Fabio e Beppe, i due non più amici.
Intanto noi tifosi ce la godiamo.