Caro tifoso interista, scusami se non ti chiamo “amico” o “collega”, ma dati i numerosi trascorsi sarei ipocrita se lo facessi. Voglio, però, spiegarti Antonio Conte. Il rocambolesco pareggio tra Inter e Sassuolo ha riportato tanti di voi con i piedi per terra, anche se qualcuno aveva già cominciato a storcere il naso da tempo. Non voglio ricordarti la stagione della tua squadra. È fin troppo evidente. Sicuramente la vittoria contro la Samp aveva creato una minima illusione in te e in tanti tuoi colleghi di tifo, soprattutto quelle dichiarazioni nel dopo gara di Conte quando aveva annunciato che l’Inter avrebbe dato fastidio alla lotta scudetto. Poi è arrivato il Sassuolo. Tu forse ti sarai sorpreso per la stagione dell’Inter, ma io no perché Antonio Conte lo conosco bene. Chiariamo, non sputo nel piatto dove ho mangiato. A lui riconosco il merito di aver riportato la Juventus a trionfare in campionato. Ha aperto un ciclo, ha anche costruito il centrocampo più bello dal 2006 ad oggi, il trio Pogba, Pirlo e Vidal. Però Conte è uno che ha qualche virtù, ma anche tanti troppi limiti.

Lui è un grandissimo motivatore, ma tatticamente non è un granchè, lascia che te lo dica caro tifoso interista. Non vedi come lui continui a giocare con il 3-5-2? Un modulo da provinciale, ormai abolito in Europa tranne che nella sua variante più offensiva e fantasiosa. La tua Inter invece utilizza quello classico: i tre difensori di ruolo, mezzali e mediano standard, le due punte tipiche. Nulla di innovativo, un modulo, appunto, da provinciale. Ma il problema non è solo questo. Conte nel suo essere un grande motivatore riesce a motivare a dovere anche la piazza, facendole credere che lo scudetto o la Champions siano dietro l’angolo. Poi, però, scendi in campo e scopri il contrario.

Guardiamo il campionato. L’Inter è riuscita a steccare quasi tutti gli scontri diretti. Addirittura la Juve è riuscita ad esprimere sprazzi di sarrismo solo contro di voi, tra andata e ritorno. In un campionato pessimo (il nostro) dal punto di gioco, noi ci siamo divertiti solo contro di voi e non parlo del risultato. Guarda Lukaku. Hai notato che nelle sfide che contano non riesce mai ad incidere? E Lautaro ed Eriksen, perché un giorno sembrano dei fenomeni e il giorno dopo dei brocchi? Te lo spiego io. Conte è bravo a valorizzare quello che ha, a far crescere i suoi calciatori. Come ti dicevo del modulo da provinciale che adotta, al pari lui si trova meglio con giocatori non ancora affermati. Beninteso, dico lo stesso anche del mio allenatore, Sarri. Conte non è in grado di gestire i campioni e non parlo di spogliatoio, che con lui è sempre compatto (grande merito), ma di campo. I giocatori affermati vanno trattati in un certo modo, diversamente dagli altri. A un Padoin o Giaccherini puoi chiedere di fare qualsiasi ruolo, anche il portiere, ma non puoi pretenderlo da Eriksen o Lautaro o, peggio ancora Godin, uno che ha trascorso una vita nella difesa a quattro per poi trovarsi costretto a giocare a tre. È chiaro che non possa rendere, meglio il giovane ed intraprendente Bastoni. Da questo ne consegue che, contro le piccole squadre, qui giocatori affermati possono fare la voce grossa, nelle sfide che contano serve il gioco, se viene meno anche loro non rendono. Da noi Pirlo e Tevez riuscivano ad imporsi su di lui grazie al curriculum e al carattere. È indubbio, però, che man mano che la sua Juve cresceva in qualità, i risultati non arrivavano in Europa. Qualcosa vorrà dire

Ricordi l’anno dei 102 punti? Bene, quell’anno uscimmo dalla Champions al termine della fase a gironi. Lui diede la colpa alla neve (sic.). Poi in Europa League venimmo eliminati in semifinale da un modesto Benfica, modesto rispetto alla nostra squadra dell’epoca: c’erano Tevez, Llorente, Vidal, Pogba, Pirlo. Sai perché venimmo eliminati? Perché Conte non fece turnover in campionato prima della doppia sfida col Benfica. Lo scudetto era già in cassaforte, ma lui voleva sfondare quota cento e allora anche contro Bologna e Sassuolo schierava quasi tutti i titolari. All’andata perdemmo 2-1, al ritorno facemmo 0-0 in casa. Non riuscimmo a segnare nemmeno un gol. E sai perchè? I giocatori erano ormai stanchi e il Befinca difendeva in 11. Impossibile sfondare con un 3-5-2 da provinciale, là ti serve il gioco, fantasia, intraprendenza.  

E pensare che quell’anno la finale di Europa League era a Torino, avremmo giocato in casa contro il Siviglia. Un’eventuale vittoria avrebbe riscattato la figuraccia in Champions. Se la memoria non mi inganna, quello fu l’anno della famosa frase “Non puoi sederti al ristorante da 100 euro con 10 euro in tasca“. Col tempo abbiamo scoperto che quella frase non voleva dire nulla e lo stai scoprendo anche tu, caro tifoso interista. La stagione successiva, Max Allegri, ci fece sfiorare la Champions con la stessa identica squadra di Conte, tranne per un Morata in più, ma dovette fare anche i conti con i vari infortuni di Vidal e Pirlo. Quest’anno Conte ha avuto a disposizione tutti i 100 euro del conto del ristorante, ma il risultato non è cambiato. E non dirmi che non aveva Icardi, Perisic e Nainggolan perchè hai festeggiato quando sono andati via. Per quanto tu, caro tifoso interista, voglia appellarti alla rosa ristretta, c’è da dire che il tuo club ha investito molto in estate: Lukaku, Barella, Sensi, Lazaro (oggetto del mistero), Godin (l’ingaggio non è proprio basso). Poi a gennaio sono arrivati Eriksen, Moses e Young. Non ho mai capito perché Conte abbia voluto Lazaro, inadatto al suo gioco e continuo a dire lo stesso di Eriksen (non discuto il calciatore). Nonostante ciò i risultati non sono arrivati. Ora Conte continua a chiedere altri calciatori, non è mai contento della rosa a disposizione. E’ un allenatore che non capirò mai, nonostante lo abbia conosciuto bene. Non capirò mai quell’ampio turnover contro il Sassuolo, proprio ora che ti eri riportato a un passo dalla lotta scudetto.

Quando c’era Allegri sulla panchina della Juve facevo spesso una battuta, vorrei il doppio allenatore: Max a curare la tattica e Antonio a motivare lo spogliatoio. Sarebbe venuto fuori un grande allenatore. Purtroppo non era possibile.
Caro tifoso interista, diciamolo, oggi siamo accomunati dalla stessa sorte: il problema in panchina. Con la differenza che noi, in un modo o nell’altro, stiamo riuscendo a tenerci stretto il primo posto, a voi resta (salvo miracoli) solo l’Europa League. Ma Conte, da allenatore, ha già dimostrato di non trovarsi a suo agio in Europa. Il suo calcio da squadra provinciale non può reggere nemmeno contro il Benfica di turno. In bocca al lupo caro tifoso interista e, scusami se te lo dico solo ora, ma ti ho mai ritenuto un avversario temibile per la lotta scudetto. Ho solo aspettato che il pettine facesse emergere i nodi.