La ripresa del campionato di serie A si avvicina, quanto meno quelle date indicate, anche se resistono ancora dubbi sulla realtà delle cose e sulla formula da adottare: all’italiana o play off/play out. E resiste soprattutto un aspetto: come si fa con i giocatori in scadenza il 30 giugno? L’argomento lo avevamo già affrontato in una precedente riflessione e in questi giorni sta riesplodendo. Oggi come allora a far traboccare il vaso è sempre lo stesso il triangolo Kulusevski-Juventus-Parma. A differenza di quel triangolo cantato da Renato Zero nel ’78 e rispolverato a Sanremo nel 2016, quello che fa al caso nostro era stato ampiamente considerato, ma senza ancora prenderlo in considerazione (scusate il gioco di parole). Anzi finora è stata preferita un’altra impostazione sanremiana, quella provocatoria del “Me ne frego” di Achille Lauro.
A sollevare il caso Kulusevski qualche settimana fa era stato il Ds del Parma, Daniele Faggiano, quando, citando anche altri giocatori in scadenza il 30 giugno, aveva chiesto regole certe e uniche per tutti i club. A meno di un mese dall’ipotetico inizio del campionato si sta parlando di tutto meno che di questo.
Notizie di giornali riportano la volontà della Juve di abbracciare il talento il prossimo primo luglio, quando diventerà bianconero a tutti gli effetti. La Vecchia Signora non avrebbe intenzione di lasciarlo a Parma fino alla nuova conclusione del campionato. Azione scortese? Per niente. I bianconeri hanno investito una bella somma sul talentino dell’Atalanta e non possono rischiare di lasciarlo a Parma con il rischio di infortunarsi. Anche perché non ci sarebbe il tempo per recuperarlo entro l’inizio della nuova stagione. Meglio portarlo subito a Torino e farlo allenare con i suoi nuovi compagni e allenatore. Ci sono troppi milioni in ballo per un accordo tra gentiluomini, senza dimenticare che lo stesso Faggiano, a gennaio, non volle ascoltare nessuna proposta dalla Juve per prendere subito Kulu.

Il caso Kulusevski, però, è solo il vertice di un triangolo molto più vasto e che abbraccia tanti altri club nella stessa situazione. A gennaio anche altre squadre hanno deciso di acquistare subito un giocatore, lasciarlo nel suo club fino al termine della stagione ed evitare aste estive. Chi ha venduto ha potuto incassare subito denaro fresco per le proprie casse, ma rischia di ritorcersi contro (anche se a gennaio non era in programma una pandemia) Operazioni simili sono state condotte, giusto per citare le più significative, dal Napoli, acquistando Petagna dalla Spal e Rrahmani dal Verona che ha anche ceduto Amrabat alla Fiorentina e stava per vendere Kumbulla a uno tra Inter e Napoli. Per tutti questi giocatori si profila lo stesso scenario di Kulusevski.
E le conseguenze rischiano di essere drammatiche perché a quel punto andremo verso un campionato falsato. La Spal, ad esempio, perderebbe qualsiasi speranza di salvezza ritrovandosi a lottare senza la sua prima punta. Anche Parma e Verona, però, hanno poco da gioire. Entrambi a 35 punti classifica e a un passo dal piazzamento Europa League, considerando anche quanto può accadere in Coppa Italia. Dopo il 30 giugno il loro futuro può cambiare del tutto. Attualmente sono 10 i punti che li separano dal terz’ultimo posto, ma dal primo luglio in poi avrebbero un elemento di disturbo pericoloso: la rosa dimezzata.

Il Verona perderebbe due colonne della squadra come Amrabat e Rrahmani, a cui si aggiungono i giocatori in prestito: 11 in totale. Alcuni, tra l’altro, girati da squadre che oggi lottano per la salvezza e che potrebbero decidere di non confermare i prestiti proprio per indebolire il Verona. Tra queste c’è, ironia della sorte, proprio la Fiorentina che si trova in classifica esattamente a metà via tra il Verona e la zona retrocessione. Difficile che decida di lasciare Amrabat in Veneto, per il quale ha investito oltre 20 milioni.
Discorso più o meno simile per il Parma almeno per il numero di giocatori destinati a lasciare i ducali il 30 giugno. C’è una differenza perché, Kulusesvki a parte destinato alla Juve, gli altri, almeno i più importanti, provengono da club di prima fascia e che quindi potrebbero tranquillamente decidere di prorogare i prestiti di pochi mesi. Ma non non vale per tutti perché la Samp potrebbe decidere di riprendersi Caprari. Quel che è certo è che, come dicevamo all’inizio, senza regole uniche si falserà il campionato. Dopo il primo luglio assisteremo a squadre con le rose dimezzate e altre no, perché magari i grandi club proprietari dei cartellini preferiranno lasciare in prestito i propri giocatori per qualche mese. Verona e Parma, casi simbolo di questo caos e, ironia della sorte con gli stessi punti in classifica, potrebbero rappresentare i due volti di una medaglia che include molti altri club.
E ritornano prepotenti le parole del Ds Faggiano: «Servono regole chiare e uniche per tutti».