Ci siamo, il campionato è pronto a fare il suo ritorno dopo 3 mesi di stop forzato.
Si parte con il recupero di quelle partite sospese a causa dell’emergenza Coronavirus che ha investito il mondo. Sospensioni che fecero suonare il primo campanello d’allarme in Italia. Era il 22 febbraio, sembra un’eternità, quasi un’altra era, quando anche la Serie A fu costretta a cominciare ad alzare bandiera bianca di fronte ai primi segnali di quello che si sarebbe rivelato un dramma mondiale. L’Italia iniziava a fare i conti con l’esistenza di un virus che, da lì a poco, avrebbe scatenato una pandemia globale.
Ancora non eravamo consci, all’epoca, a cosa stessimo andando incontro, nonostante la Cina combattesse da mesi contro quel maledetto virus. Ma si sa, quello che non capita a noi direttamente è come se non ci appartenesse. In fondo ogni essere umano si sente immortale finchè non scopre di persona che correre con l’auto è pericoloso e che le sigarette fanno male. Quel 22 febbraio dell’altra era, però, suonò il campanello d’allarme. Di fronte alla Serie A che iniziava ad alzare bandiera bianca in molti cominciarono ad interrogarci su questo virus e cominciammo a prendere coscienza: il pericolo è reale. Non ci giriamo intorno, il calcio, per noi italiani, è un po’ lo specchio della società, la sua rappresentazione con i suoi problemi e le sue gioie, con i suoi campanilismi. Anche il moralismo isterico di una parte della sinistra fu costretto ad abbandonare la sua battaglia contro quel calcio oppio dei popoli (e dei poveri) quando scoprì che Togliatti, non solo seguiva lo sport più bello del mondo, ma era anche tifosissimo di una squadra.

Il ritorno della Serie A, nell’immaginario collettivo, può rappresentare un parziale ritorno a quella normalità che abbiamo cominciato a perdere quel 22 febbraio. Parziale perché dobbiamo continuare a fare i conti con il virus, le mascherine, le distanze di sicurezza. Questi tre mesi non verranno cancellati facilmente, ma il calcio può aiutare il suo Paese a superarli, almeno nell’immaginario collettivo.
E veniamo alla prima giornata di campionato, si comincia alle 19,30 con Torino-Parma poi Verona-Cagliari e domani si prosegue con Atalanta- Sassuolo e Inter-Sampdoria. Da lunedì la Serie A ritornerà alla sua normalità con le giornate standard e vivremo di calcio quasi ogni giorno fino al 2 agosto. I quattro recuperi sono anche altrettante sfide di fuoco, possiamo dire quasi decisive per le 8 squadre che scenderanno in campo. E chi non gioca, assiste con attenzione. Riprendendo e studiando quella classifica che sembrava perduta 3 mesi,  troviamo un Torino costretto a vincere, ora ha solo 2 punti in più dalla zona retrocessione. Il Parma, però, vede l’Europa. Con gli attuali 35 punti, vincere significherebbe scavalcare il Milan di due punti e conquistare il settimo posto, l’ultimo utile per l’Europa League.  Verona-Cagliari vale quasi il discorso fatto prima. Il quasi è legato ai sardi. Il loro inizio di stagione è stato impressionante, ai livelli dell’Atalanta. La voglia di festeggiare i 100 anni con un campionato sopra le righe si stava realizzando, poi qualcosa è andato storto. Il Cagliari ha iniziato a cedere il passo e scivolare in classifica allontanandosi dalla fascia europea. Poco prima del lockdown, Maran è stato sostituito da Zenga e l’uomo ragno che sarà chiamato a far rinascere il Cagliari. Una vittoria farebbe recuperare terreno perduto in direzione Europa agguantando proprio il Verona a 35 punti. Gli scaligeri, dal canto loro, non intendono abbandonare quel cammino trionfante fermato solo dal lockdown e, al pari del Parma (con cui condivide la posizione in classifica) vincere significherebbe acciuffare il settimo posto.

Atalanta-Sassuolo. I bergamaschi sono alle prese con un’altra stagione straordinaria, sono quarti in zona Champions con 48 punti, la Roma ne ha 3 in meno. La vittoria consentirebbe di creare un solco dalla quinta in classifica, iniziando a mettere al riparo la qualificazione in Champions. 6 punti di vantaggio con 12 partite rimaste possono diventare importanti e la Roma trema. Il Sassuolo, viceversa, ha l’occasione quasi di chiudere oggi il suo campionato. Vincendo si porterebbe a +10 dalla zona retrocessione e potrebbe cominciare a festeggiare la salvezza acquisita, anche se non matematicamente, ma ormai in cassaforte.

L’ultimo match dei recuperi sarà quell’Inter-Sampdoria che tanto ha fatto discutere prima dello stop forzato. Non è un testa coda, ma un dentro-fuori tra due deluse. I nerazzurri sono chiamati a vincere per forza se vogliono intromettersi nella lotta scudetto tra Juve e Lazio. Perdere significherebbe rimanere a -9 dalla vetta, ma segnerebbe anche il fallimento anticipato di Conte. Fuori dalla Champions nella fase a girone, sconfitta in semifinale di Coppa Italia e tirati fuori dalla lotta scudetto. Rimarrebbe solo l’Europa League per salvare la stagione, ma Conte da allenatore ha più volte dimostrato di avere poca dimestichezza con le coppe europee. Anche la Samp è chiamata a vincere per forza perché, al pari dell’Inter, ha disputato fin qui un campionato deludente. Nessuno si aspettava di vederla lottare per l’Europa, ma nemmeno di ritrovarla a solo 1 punto di vantaggio dalla zona retrocessione. La vittoria, quindi, diventa decisiva per provare ad allontanarsi dal fondo della classifica.

Otto squadre scenderanno in campo consapevoli che vincere può dire molto per la propria stagione, tante altre assisteranno dai divani di casa tifando per la sconfitta di qualcuno. Juve e Lazio scopriranno se la lotta scudetto sarà limitata a loro o se ci sarà l’intruso. Il Milan sente il fiato sul collo di Parma e Verona e trema per l’Europa League. La Roma rischia di vedere scappare la zona Champions. Lecce, Genoa, Udinese, ma anche la Fiorentina dovranno gufare Torino e Sampdoria per le loro speranze di salvezza. Poi ci saranno altre 12 giornate da giocare, ma lunedì potremmo ritrovarci con una classifica stravolta rispetto a quella lasciata tre mesi fa.
Intanto, bentornata serie A.