La notizia ha fatto subito il giro del globo e, ovviamente, tutti hanno storto il naso pensando alla solita ricostruzione fantasiosa senza alcun fondamento di verità: il Chelsea sarebbe pronto ad offrire 120 milioni di euro alla Juve per avere Cristiano Ronaldo. Il calcio, però, è imprevedibile e il mercato lo è ancora di più.
La notizia è davvero una bufala? Chi può dirlo.
Facciamo un passo indietro e andiamo a due anni fa.
Il periodo è più o meno lo stesso di quello attuale e, anche in quel caso, la notizia rimbalzò dalla Spagna: Ronaldo vuole la Juve. Nessuno ci credeva all’inizio, io compreso. Col passare delle ore e dei giorni, però, quell’indiscrezione non veniva mai smentita dalle controparti, né confermata chiaramente. Un po’ come ci aveva abituato Moggi con quel suo «non confermo né smentisco» diventato poi un mantra dell’ex dirigente bianconero. E proprio quella mancanza di smentita su CR7 faceva aumentare le illusioni dei tifosi bianconeri fino ad arrivare alla fatidica firma: il sogno, anzi l’utopia, era diventato realtà. Uno dei due giocatori più forti al mondo era stato acquistato dalla Juve, pochi mesi dopo quella rovesciata che ci aveva tolto anche il gusto di arrabbiarci per un gol subito.

Facciamo qualche altro passo indietro.
La Juve è una società sempre disposta a cedere chiunque, nessuno escluso e questo a dispetto delle dichiarazioni di rito sull’incedibilità di tal dei tali. Frasi che spesso si leggono sui giornali, ma difficilmente vengono pronunciate in prima persona da chi di dovere. Il motivo è semplice: la Juve non trattiene nessuno, chiunque è libero di andarsene a patto che l’offerta sia adeguata. Ti puoi anche chiamare Zidane o Pogba. Appunto, prendiamo come esempio i due francesi. Nell’estate del 2001 la Juventus non battè ciglio di fronte alla richiesta di Zizou di essere ceduto, la replica fu «portaci qualcuno con i soldi», come hanno più volte ricordato i vertici societari dell’epoca. L’epilogo è conosciuto: il Real lo acquistò per 150 miliardi di lire, soldo più soldo meno, facendo segnare all’epoca il trasferimento più costoso della storia. I tifosi della Juve non ebbero nemmeno il tempo di dispiacersi perché grazie a quei soldi (e a quelli di Inzaghi) arrivarono Buffon, Nedved, Thuram, Salas. L’operazione di mercato condotta dal club bianconero fu meravigliosa. Si era privata di uno dei giocatori più forti al mondo, ma aveva costruito quasi mezza squadra (in rosa c’era già Trezeguet).
Nell’estate del 2016 un altro francese lascia Torino, questa volta direzione Inghilterra. Paul Pogba chiede alla Juve di ritornare nella “sua” Manchester per prendersi una personale rivincita. Viene venduto a peso d’oro per le quotazioni dell’epoca: 105 milioni di euro (ci cui circa 25 milioni andranno al suo procuratore). Un investimento importante per un ragazzo sicuramente forte, ma di appena 23 anni. Non nascondo come io continui a sperare in un suo ritorno a Torino. Grazie a quei soldi, però, la Juve finanziò il mercato (aggiungendone altri di tasca sua chiaramente). Quella fu l’estate di Higuain, Pjanic, Benatia e della scommessa Pjaca. Certo nulla a che vedere con Buffon, Thuram e Nedved, però non si può dire che la Juve abbia buttato i suoi soldi (forse i 90 milioni per Higuain furono davvero troppi, ma col senno di poi è sempre comodo parlare).

Veniamo ai giorni nostri. La storia della Juve dimostra, quindi, che nessuno è incedibile. E questo vale anche per Ronaldo se l’offerta è indecente. La domanda è: quella del Chelsea lo è? Sì e no. Cristiano, stando alle stime a bilancio al 30 giugno 2019, ha un valore residuale di 75 milioni di euro. Significa che, se l’offerta del Chelsea fosse vera (120 milioni di euro) la Juve metterebbe a bilancio una plusvalenza di 45 milioni di euro, soldi reali e non fittizi come capita quando c’è uno scambio di calciatori. Cifra destinata ad aumentare anche fino a 60 se l’operazione dovesse andare a compimento dopo il 30 giugno: col nuovo bilancio la Juve abbasserebbe la stima residuale di Ronaldo perché avrebbe un anno in più. Poi ci sono i soldi risparmiati sull’ingaggio. Cristiano pesa circa 60 milioni lordi all’anno che diventano 120 fino al termine del suo contratto. L’eventuale cessione di CR7 garantirebbe alla Juve, nell’immediato, 180 milioni di euro da investire sul mercato (cartellino + ingaggio prossimo anno) oltre ai 60 milioni che non dovrebbe pagagli per la stagione 2021-2022 (l’ultima da contratto). Paratici, in un colpo solo, si ritroverebbe tra le mani un tesoretto, anzi tesorone da investire sul mercato, oltre a una plusvalenza che oscilla tra i 45 e i 60 milioni. Una manna dal cielo. E consideriamo anche il fattore età. Zidane venne ceduto a 29 anni, nel pieno della carriera, Pogba a 23 ad inizio carriera, CR7 a 35 anni. E’ chiaro che l’eventuale cessione andrebbe compensata con acquisti di livello. Non potrebbero bastare i Tonali o gli Aouar  per intenderci, con tutto il rispetto dei giocatori (che mi piacciono tantissimo).

E qui veniamo ai contro.
La cessione di Ronaldo, per questioni di borsa e marketing andrebbe compensata con acquisti di spessore (Pogba?). CR7 è stato sicuramente un investimento importante, quasi folle se vogliamo, ma il ritorno in termini di borsa e di immagine (quindi soldi) è stato straordinario.
Lo stesso dicasi per le questioni tecnico e tattiche. Togliere un fenomeno come Cristiano ad una squadra e allenatore non sarebbe cosa da poco, servono rimpiazzi adeguati per non far crollare il valore in campo della squadra. E qui ritorniamo ai pro dell’operazione. La cessione di CR7 consentirebbe a Paratici e Nedved di poter dare il là a un mercato a uso e consumo di Sarri, garantendogli tutti, ma proprio tutti, i giocatori che lui vorrebbe per inscenare al meglio il suo calcio totale. La Juve, insomma, potrebbe ripetere quella straordinaria operazione Zidane che consentì di finanziare gli acquisti di Buffon, Nedved e Thuram. Gente che ha fatto la storia dei bianconeri e qualcuno continua a farla.

Non sarà facile decidere il da farsi, sempre se l’offerta fosse vera e bisogna anche fare i conti con la volontà del ragazzo. Ma Paratici avrebbe 180 milioni (anzi 240) di buone ragioni per accettare, soprattutto in un momento in cui il mercato di quest’anno sarà all’insegna dei «colpi di fantasia», come lo definì il CFO qualche settimana fa. Con tutti quei soldi in tasca lo scenario cambierebbe. Prima di tutto, però, saranno decisive le prossime ore per capire se ci sia un fondo di verità o meno dietro alla notizia. Come successe due anni fa.