JUVE: DOPO MANI PULITE, MANI LEGATE

Come ben sappiamo, questa che ci apprestiamo a tifare, è la versione 2.3 della Juventus sotto la guida di Massimiliano Allegri, il quale, incredibilmente, a dispetto di ogni logica, a dispetto persino dei santi, è riuscito a strappare una riconferma come allenatore della Juve che, diciamocelo, ha del miracoloso.

La dirigenza bianconera, operativamente parlando, e con questo avverbio intendo coloro i quali, quando le matite si spuntano, provvedono diligentemente a rifarne le punte, oppure, quando la carta nella stampante finisce si occupano di ricaricare i vari vassoi, insomma quel tipo di incarichi lì, di grande fiducia e considerazione da parte di tutti noi, era ormai ridotta ai soli Lapo e Calvo.
Essi, se ben ricordate, erano partiti con grandissimo entusiasmo, col piglio giusto di chi voleva raggiungere risultati, e di farlo fin da subito. Ora, a distanza di pochissimi mesi, sembrano entrambi aver perso un po’ di mordente, sembra quasi che entrambi abbiano un po’ gettato la spugna, ed anche la maschera del burbero che avevano fino ad allora indossato.

Essi, in realtà, erano persone fragili in mano a veri squali. Come Giuntoli, ad esempio, che se non aveva ancora mangiato nessuno, in quel grande acquario che dal suo punto di vista, doveva sembrargli la Continassa, era semplicemente perché, tutti quelli che lo popolavano, al momento gli servivano più da vivi, che da morti e digeriti.

Col suo piglio dirigenziale, Giuntoli aveva dovuto faticare ben poco per diventare, a dispetto delle apparenze da persona gentile e disponibile, il vero dominus et deus incontrastato della Continassa.

Lapo e Calvo, alla prova dei fatti avevano dimostrato la loro natura di persone prive di polso, facilmente prevaricabili: a tratti, persino apparentemente felici di sentirsi maltrattati, persino dominati da una personalità più forte della loro.

Questo perché in fondo, per persone così insicure, le persone forti rappresentano anche un rifugio sicuro, dietro cui nascondersi quando la vita si fa minacciosa.

La cosa bella era che a livello di team, l’inserimento di un Giuntoli, un tipino bello spiccio, uno un po’ alla Moggi, era proprio quello che mancava, e che quindi andava a colmare eventuali lacune di personalità.

C’era però un dettaglio, che forse a qualcuno era sfuggito, (ma certo non a Giuntoli), ed era che il team di cui facevamo cenno poc’anzi, che andava di giorno in giorno preoccupantemente ad ampliarsi di nuovi personaggi, il cui contributo alla causa bianconera si faceva fatica ad individuare, non era stato composto al fine di rendere indimenticabili le serate di Lapo e della sua compagnia ad un certo multi premiato club... bensì (almeno nelle intenzioni), per rendere indimenticabili i calci che avrebbe dispensato Giuntoli stesso a profusione, ogni volta che le cose non fossero andate per il verso giusto.

Lo staff dirigenziale, autocostituitosi, e mai modificatosi, sin dalla sua nascita nel secolo scorso, non sembrava sin d’allora, e men che meno adesso, dare l'idea di voler minimamente cambiare nei secoli dei secoli la propria conformazione ormai cristallizzata e i conseguenti privilegi accumulati, in nessun caso alienabili, era composto da individualità talmente di alto profilo, che persino il meno qualificato tra essi: il plurilaureato addetto all’abbattimento da iperclorato nitrico, nitroso, e nitriente della carica batterica inesplosa presente nei locali (volgarmente definito come addetto alle pulizie) proprio non ne voleva sapere di sostenere incarichi di così basso profilo.

Per questo motivo la dirigenza aveva dovuto effettuare la ricerca e poi l’assunzione di ulteriori dipendenti di profilo meno qualificato, ma che rispondessero comunque alle peculiarità minime per svolgere, tali compiti in piena consapevolezza, come si dice, in scienza e coscienza, del proprio operato. Il tutto nella speranza che essi, almeno per qualche mese, prima di conseguire nuove e maggiori competenze tramite training on the job, e frequenza on-line di ulteriori master che rendano nuovamente troppo qualificata la persona, e quindi necessaria la ricerca e poi l’assunzione di ulteriori dipendenti di profilo meno qualificato, ma che rispondessero comunque alle peculiarità minime per svolgere, tali compiti in piena consapevolezza, come si dice, in scienza e coscienza, del proprio operato. Il tutto nella speranza che essi, almeno per qualche mese, prima di conseguire nuove e maggiori competenze tramite training on the job e frequenza on-line di ulteriori master che rendano nuovamente troppo qualificata la persona, e quindi necessaria la ricerca e poi l’assunzione di ulteriori dipendenti di profilo meno competente, ma che rispondessero comunque alle peculiarità minime per svolgere tali compiti in piena consapevolezza, come si dice, in scienza e coscienza, del proprio operato. Il tutto nella speranza che essi, almeno per qualche mese, prima di conseguire nuove e maggiori competenze tramite training on the job e frequenza on-line di ulteriori master che rendano nuovamente troppo qualificata la persona e quindi necessaria la ricerca e poi l’assunzione di ulteriori dipendenti di profilo meno qualificato, ma che rispondessero comunque alle peculiarità minime per svolgere, tali compiti in piena consapevolezza, come si dice, in scienza e coscienza, del proprio operato. Il tutto nella speranza che essi, almeno per qualche mese, prima di conseguire nuove e maggiori competenze tramite frequenza on-line di ulteriori master che rendano nuovamente troppo qualificata la persona e quindi necessaria la ricerca e poi l’assunzione di nuovo personale che sappia svolgere in scienza e coscienza, quanto le si chiederà, ma con evidente potenziale riproposizione del problema per il quale essi erano stati assunti, ossia il conseguimento di competenze superiori a quelle necessarie per svolgere i propri compiti, col rischio, quindi, che si ripresentino richieste. Per questo motivo la dirigenza aveva dovuto assumere ulteriori dipendenti di profilo meno qualificato, ma che rispondessero comunque alle peculiarità minime per svolgere, tali compiti in piena consapevolezza, come si dice, in scienza e coscienza, del proprio operato. Il tutto nella speranza che essi, almeno per qualche mese, prima di conseguire nuove e maggiori competenze tramite frequenza on-line di ulteriori master che rendano nuovamente troppo qualificata la persona e necessaria, quindi, la ricerca di nuovo personale che sappia svolgere in scienza e coscienza, quanto le si chiederà, ma con evidente potenziale riproposizione del problema per il quale essi erano stati assunti, ossia il conseguimento di competenze superiori a quelle necessarie per svolgere i propri compiti, col rischio, quindi, che si ripresentino richieste configurabili come dequalificanti, col rischio quindi di attivare una  nuova commissione interna auto costituita con il preciso fine di evitare  situazioni configurabili come dequalificanti, col rischio quindi di attivare una  nuova commissione interna auto costituita con il preciso fine di evitare che i soliti furbastri juventini, con quattro soldi si ritrovino in casa, sottopagati e malintegrati, un team di primordine , per svolgere ricerche di ben altra caratura, della mera pulizia del banco salumi della cucina della Continassa.
Non ci stupiremmo, insomma di partire con un gruppetto di personale non sufficientemente qualificato, che però nel giro di poco possa annoverare personaggi del calibro, faccio per dire, di un Carlo Rubbia, oppure, sempre per dire, di una Rita Levi Motalcini. Ancora una volta, e ancor di più, ci troveremmo nella imbarazzante situazione di finire in tribunale o davanti all’ennesima commissione per l’accertamento che non siano sussistiti tentativi di lavoro sottopagato altri master che riproponessero nuovamente il problema per cui erano stati assunti, e cioè per eccesso di competenza e relativa prefigurazione del reato di sottodemansionamento, considerato il lavoro richiesto.

Il tutto, tenderebbe ovviamente a complicarsi ulteriormente, e non poco, qualora dovessero insorgere gli estremi da adottare in ottemperanza del dispositivo sanitario, che necessariamente avrebbe dovuto coinvolgere ed attivare, al fine di prevenire e/o contrastare efficacemente l’insorgenza normativo-comunitaria in materia di smaltimento talasso-endocrino, o in alternativa, quello assiom’endemico nelle precipue, o anche generiche, ma ben gestite sospensioni catarto-divoriche, generiche, o nei casi (estremi), suggesto-divorici, di chi, operativamente, avesse l’obbligo da adempiere, non rinviabile né procrastinabile, eppurtuttavia aprioristicamente non escludibile di ricorrere a siddartiche singolari eventualità, di precettata rimozione  dello smegma presso il domicilio del potenziale affluente e conflittuale defluente, il quale, assiomatico ma non parimenti conformatico, dovesse implicare la riduzione del dispositivo siggeto – ipotalaico, esso andrebbe ad aggiungersi al processo di cristallizzazione la cui normativa, in merito alla raccolta ed eventuale smaltimento di contenitori atti alla rimozione di eventuali residui da cisti, d’echinococco, o di stratificazioni, coadiuvanti della fase solida delle iposoluzioni nitrose, da immettere in opportuni vasi membranosi atti al filtraggio selettivo della parte liquida, il contenuto dei cestini, per versarlo in un cassonetto iper igienizzato, che a sua volta, doveva poi essere trasportato all'ingresso della Continassa, affinché l’operatore ecologico, plurilaureato in sviluppologia comparata endemico-plasto-cirrosica, delle cariche batteriche inesplose,  presenti all'interno delle cisti d’echinococco, sterilizzate e successivamente rimesse in circolo da personale specializzato. Precursore chimico molecolare e pioniere della ricerca dello stracchino caccoloso entropichedelico, adiposo-trico-caremico-linguale.


JUVE: L'ENTUSIASMO DI LAPO RIUSCIRA’ DOVE I (MANCATI) MILIONI DELL’UEFA NON POSSONO

Dopo aver fornito al nostro lettore tifoso della Juve uno spaccato del contesto, da mani legate, in cui ormai la maggior parte dei dipendenti della società si trova costretto a operare, nessuno dovrebbe a questo punto stupirsi di quante e di quanto pesanti siano le difficoltà che ogni giorno devono essere superate per riuscire a fare quello che in altre società, più giovani e quindi con un fardello di consuetudini, e di tradizioni, meno impegnativo, più facili da riconfigurare senza che la spontaneità e l’entusiasmo vengano meno.

Nessuno, tra noi tifosi potrà mai dimenticare quanto grandi e cocenti siano state le delusioni che ci è toccato patire nel corso di quest’ultima stagione. Sappiamo bene che l'essere arrivati terzi sul campo, (intendiamoci, sempre poco se comparato alle ambizioni che naturalmente la Juve, per il solo fatto di essere la Juve, non può non coltivare ogni anno che partecipa alle varie competizioni) ci avrebbe permesso di partecipare alla Champions League, vera e unica fonte di ricchezza ormai rimasta per le squadre europee che non si chiamino Man City o PSG.

La sola mancata partecipazione alla competizione più importante comporterà, (sta già comportando), mancati introiti per centinaia e centinaia di milioni di euro, tra partite non giocate, introiti di pubblicità, merchandising, pubblico che non pagherà, che non si recherà allo stadio, non si sdraierà in salotto su divani la cui comodità non potrà essere pubblicizzata.

Già mi corre un brivido lungo la schiena quando penso a chi più di altri dovrà, e già lo sta facendo, sostenere il prezzo di questo Sopruso. Di questo tentativo di cancellare dalla storia del calcio italiano la squadra che più di tutte la rappresenta. Di questa penalizzazione indecente, di questa condanna a morte finanziaria annunciata, anche se ancora non eseguita.

È possibile che a nessuno interessi che ad esempio la povera Orietta Berti e il suo Osvaldo per un anno non potranno fare la pubblicità dei divani a cui si erano talmente abituati che, anche nell'orario di chiusura loro rimanevano lì in vetrina a dormire più comodi dello Scià di Persia e di sua moglie Soraya. Sfruttando i meravigliosi divani e poltrone e sofà. Povera Orietta! Speriamo davvero che almeno il sussidio di disoccupazione o la cassa integrazione le venga riconosciuta. Che qualcuno una mano sulla coscienza sappia mettersela ancora, in questo mondo dove i più deboli sono quelli che pagano più di tutti le scelte dei potenti. Come si fa ? Ma si può, secondo voi prendere la gente. Gente che c'ha già un'età e metterla per strada!

Ma non vogliamo anche dire qualcosa a proposito del famosissimo e l’anno scorso attesissimo SUV Volkswagen. Che l'anno scorso per tanti mesi ci ha fatto stare in trepida attesa della sua uscita. Come faranno gli operai Volkswagen se la pubblicità del loro SUV, essendo il bacino di spettatori drasticamente calato non riuscirà più ad essere efficace come l'anno scorso? Ecco, anche del SUV Volkswagen tanto pubblicizzato l'anno scorso, e del quale tanti si lamentavano, vi ricordate? perché nonostante le anticipazioni tardava a uscire. Cosa sarà? Mi ricordo benissimo che nei miei tragitti in autobus tantissimi dei passeggeri si lamentavano veementemente per il fatto che questo SUV della Volkswagen che teneva bloccati tutti sembrava dovesse uscire da un momento all'altro e invece non usciva mai, un po’ come Godot. Ricordo però che poi a un certo punto questo attesissimo SUV uscì, e tanti si resero conto che il suo paraurti fosse alla stessa altezza a cui arrivavano le teste dei guidatori delle altre vetture. Naturalmente questo mi fece gioire grandemente, perché significava che il proprietario di questo nuovo SUV, che ci aveva fatti rimaner per mesi in trepidazione, non avrebbe certo corso il rischio di sbattere la propria testa contro il paraurti delle altre vetture, a meno che le altre vetture non fossero dei carri armati. Diversamente, ricordo bene che molti invece (i soliti disfattisti Trozkisti, mai contenti), si indignarono perché si resero subito conto che ognuno seduto nella propria vettura si ritrovava con la propria testa ad altezza del paraurti di questo fantastico SUV di cui molti, me compreso, sentivamo fortemente la mancanza. Riteniamo superfluo aggiungere ulteriori commenti in merito, immagino avrete da soli capito quanto sia stato forte il senso di democrazia e di rispetto per i punti di vista di tutti, a prevalere. Principio, quello della libertà di pensiero che non deve mai prevaricare le opinioni dei singoli poveretti, possessori di vetture normali.

Salutiamo quindi con pieno favore, (come per tutte le altre libertà) la libertà di fregarsene della vita altrui, con grande entusiasmo. Pochi gli introiti, da diritti televisivi? Pochi gli spot che vengono proposti ai pochi telespettatori sopravvissuti allo scempio che della Juve si è voluto fare? Questo è il popolo, un tempo molto più numeroso di tifosi, che tra il primo e il secondo tempo visionava Orietta Berti, il SUV di cui si sentiva la mancanza, i 7 secondi per farci piacere la Formentor, e tutte le altre (poche altre) baggianate come le case di scommesse, che insieme alle accise sui carburanti, sono la seconda fonte di gettito da parte dello stato. Chiudi anche quelle, e a breve ci troveremo a partorire per strada, e i ragazzi sapranno dell’esistenza di Dante Alighieri perché ci sarà un cugino che va ancora a scuola e, tra l’altro, racconta di un certo Achille, di Paride, del Peloponneso e di tante altre amenità di questo tipo così.

Quest'anno questo popolo solitamente molto numeroso di tifosi, vittime e beneficiarie degli spot tra primo e secondo tempo delle partite, dovrà optare per corsi a distanza di uncinetto, o altre interessantissime attività che torneranno sicuramente utili negli anni a venire. Tutto messo a disposizione dalla società Juventus gratuitamente per coloro i quali, invece di assistere alle partite, si troveranno improvvisamente con una quantità di tempo libero enorme, a cui non erano più abituati, addirittura capace di provocare attacchi di agorafobia temporale.

Ironia a parte, nessuno di noi tifosi potrà mai, mai, mai dimenticare i vergognosi tira e molla che hanno portato sempre noi, tifosi a subire emotivamente qualcosa di molto simile alle montagne russe. Un'alternanza di gioia, e poi di dolore, a cui nessuno mai dovrebbe essere soggetto.

Qualcuno dovrebbe spiegarci cosa c'entra lo sport con tutto questo. Qualcuno dovrebbe spiegarci cosa c'entrino i giocatori, che ogni domenica fanno del loro meglio, e che invece si sono trovati, e forse ancora lo saranno mortificati in una posizione in classifica che non rispecchia minimamente i valori in campo. Essere arrivati terzi, ci avrebbe permesso di partecipare come detto, alla Champions League senza perdere quindi tutto quel patrimonio di milioni che ci avrebbe permesso di operare nelle trattative da una posizione di forza che ci avrebbe aiutato a raggiungere gli obiettivi prefissi, con relativa serenità, sul mercato, cosa che invece, vista la definitiva penalizzazione comminata alla società Juventus, ci ha impedito di effettuare operazioni di rafforzamento della squadra che si era dimostrata già sulla buona via, e necessitava solo di piccoli aggiustamenti.

Il sacrificio che Andrea, per amore della Juve ha dovuto sostenere, affinché noialtri fossimo redenti dal peccato originale, e cioè quello di voler creare una nuova Lega non è tuttavia risultato ancora sufficiente, in quanto tutti quelli che hanno poi sostituito Andrea alla Presidenza della Juve, hanno tutti dovuto comunque scontrarsi contro gli stessi centri di potere ostili, che in nulla hanno attenuato la severità delle sanzioni ad essa comminate. 
A nulla, in sostanza, è valsa l’abiura della società nei confronti di Andrea, il disconoscimento ideologico e - fonti attendibili lo riportano - anche fisico, che la società e la famiglia hanno adottato nei confronti dell’ipertricotico ex presidente. Andrea ha dovuto subire, per amore della sua amata Juventus, umiliazioni indicibili, completa ritrattazione delle proprie memorie difensive, attribuendosi in toto le colpe di tutto, e persino l’allontanamento coatto dai luoghi della famiglia, compresa Villar Perosa, arrivando persino, dopo 100 anni di proprietà, all’annullamento del tradizionale vernissage che tanto ha fatto discutere, e sulle ragioni del quale, in tanti ebbero a cimentarsi senza successo. Lapo stesso, tra 1000 e un difetto ha senza dubbio anche grandi doti. Non dimentichiamoci del clamoroso successo dei suoi occhiali Italia Independent, accessori d’arredo facciale, così ama definirli, che hanno segnato un’epoca, e dei quali, ancora oggi lui stesso continua, quasi ossessivamente a parlare. Grandi qualità incomprese, le sue, qualità laterali che solo ora grazie al suo impegno per la Juve sono emerse in tutto il loro fulgore. Qualità che in passato non gli erano valse la considerazione di cui avrebbe senz’altro dovuto godere. Nel suo passato egli aveva dovuto subire più di una volta la scarsa considerazione della famiglia e di chi intorno ad essa gravitava. Persone che per vari motivi, magari anche fondati, avevano puntato più su John, il quale, però, vedendo la grande determinazione che Lapo dimostrava, la sua volontà di avere una chance per far vedere quanto valesse, avevano convinto John a conferirgli pieni poteri.
Nelle scorse puntate abbiamo visto quanto grande ed entusiasta sia stato il suo impegno e coinvolgente l'entusiasmo che egli era riuscito, vincendo le iniziali ritrosie, ad accendere in tutti coloro che lo circondavano. Persino quelli che inizialmente si erano uniti a lui unicamente per trarne un beneficio di divertimento, come in passato spesso era successo, dovettero presto cambiare idea. Lapo aveva dato ampie dimostrazioni di essere cambiato. Il suo lavoro, sempre indefesso, era valso più di 1000 parole. Il suo sguardo sincero ed entusiasta era riuscito ad infiammare i cuori di quelli che avevano fatto propria la sua scommessa. Lapo era riuscito, stava riuscendo, dove altri avevano fallito, e cioè nel coinvolgimento di ognuno dei partecipanti al proprio possibile successo. Una promessa reciproca che recita più o meno così: se io vincerò, sarà stato anche per merito tuo. Se vincerai tu. sarà stato anche un po’ per il mio aiuto.

Solo chi avrà imparato a pensare, a parlare, ed ad agire usando il noi sarà credibile e potrà chiedere agli altri di fare altrettanto. Se entrambi riusciranno a farlo con lealtà, questi vinceranno.