La Juventus ha realizzato un’impresa leggendaria che rimarrà impressa nei libri di storia. 
Nonostante un bel Napoli - che si è battuto valorosamente - i bianconeri raggiungono un traguardo impensabile per qualsiasi squadra. 

Il momento chiave.

La Juventus ha vinto il suo settimo scudetto consecutivo nella partita persa contro il Napoli all’Allianz Stadium. Si, proprio così!
Nella partita persa (in casa) dalla Juve, i tifosi napoletani hanno festeggiato come se avessero già vinto il tricolore, con tanto di cortei e fuochi d’artificio ad attendere gli “eroi” di ritorno da Torino. 
Errore fatale! Da allora, il Napoli si è letteralmente “sciolto come neve al sole”.
Nello stesso momento, invece, la Juve ha avuto un sussulto d’orgoglio, si è ricompattata ed ha puntato dritta verso il traguardo: il settimo scudetto consecutivo e il quarto con Allegri allenatore.

La disamina.

Il Napoli ha giocato un campionato strepitoso ed ha ottenuto il record di punti, ma si è scontrato contro un muro troppo alto da poter essere scalato e troppo possente da poter essere abbattuto: la Juventus di Massimiliano Allegri.
E’ vero che la Juve non ha brillato per qualità del gioco, ma ciò che rimarrà sarà l’incredibile impresa compiuta da Allegri e i suoi ragazzi. D’altronde - quasi come un mantra - l’allenatore livornese ripete che “ciò che conta è vincere e la storia la scrive chi vince, non chi gioca bene”. 
La Juve ha dimostrato l’ormai consueta concretezza - tipica del suo allenatore - e un’eccezionale compattezza di gruppo. E’ la squadra che ha subito meno reti ed è seconda per gol fatti (84 gol fatti per la Juve e 87 per la Lazio). Inoltre, la Juve ha potuto contare su un organico “(pre)potente”, composto da interpreti di prima qualità. 
Provocatoriamente, dico che la Juventus potrebbe far partecipare due squadre al Campionato di Serie A e - quasi certamente - si classificherebbero prima e seconda.

Gli uomini Chiave.

Va premesso che la grande forza dei bianconeri sta proprio nel gruppo, quindi, potrebbe apparire incongruente scegliere uno o più "giocatori scudetto”, ma - a mio modesto parere - sono stati due gli interpreti che hanno fatto davvero la differenza: Paulo Dybala e Douglas Costa
Nella prima parte di stagione la Joya è stato un autentico trascinatore, gli riusciva qualsiasi cosa tentasse ed aveva una media gol mostruosa. Si è inceppato con il rigore sbagliato contro l’Atalanta ed ha vissuto un periodo di calo, ma i suoi colpi e i suoi gol sono stati fondamentali per raggiungere il traguardo. 
Viceversa, nella seconda parte della stagione, è cresciuto - fino a superare i limiti della “legalità” (e quelli di velocità) - Douglas Costa. Il brasiliano - con i suoi assist e le sue accelerazioni - ha risolto molti match ed è diventato anche lui uomo-scudetto.
Detto dei giocatori, non si può non menzionare l’allenatore: Max Allegri. 
Allegri - criticato da tutti per la mancanza di gioco - ha superato il concetto di semplice allenatore, abbracciandone altri. E’ stato, anzitutto, un abile psicologo per la gestione di uno spogliatoio pieno di campioni e personalità forti e, poi, un “buon padre di famiglia” adottando benissimo la tattica della carota e del bastone - pur prendendosi la sua dose di critiche da parte di molti tifosi e giornalisti. 

Ma come sarà ricordata la Juventus di questi anni, come la Juve del brutto gioco o come la Juve dei record? 
Scommettiamo che tra vent’anni si parlerà di una Juve schiacciasassi che macinava vittorie su vittorie? 

La storia si scrive con le vittorie e questa Juventus e il suo allenatore hanno scritto un’altra pagina di storia del calcio.