Ieri sera è andata in scena allo Stadio Olimpico la prima giornata di Champions League, che ha visto frapposte la Lazio di Maurizio Sarri, che cercava di rialzarsi dopo un inizio di campionato non entusiasmante e decisamente al di sotto delle aspettative e l'Atletico Madrid del "Cholo" Diego Pablo Simeone, al quale è stata riservata un'accoglienza da re che rientra in patria visto che lui è stato uno degli artefici della vittoria dello scudetto della Lazio nel 99'-00'. Un'atmosfera rovente quindi ieri sera ricopriva lo Stadio Olimpico, colori bianco azzurri di circa 50 mila tifosi che cantavano per la loro squadra per spingerla verso una vittoria, ma quello che è successo va ben oltre...

Le due formazioni: la Lazio di Mister Sarri si presentava con il suo consueto 4-3-3: a difesa dei pali Provedel, difesa a 4 con Patric e Romagnoli centrali, Marusic e Luca Pellegrini i due terzini; regia di centrocampo affidata a Luis Alberto supportato da Vecino e Kamada; tridente d'attacco con Felipe Anderson e Zaccagni sulle corsie e il solito capitano Ciro Immobile come punta di riferimento. Risponde l'Atletico con il suo 5-3-2 prettamente difensivo: Oblak in porta, Witsel, Hermoso e Savic compongono il trio centrale accompagnati da Lino e Molina sulle fasce; centrocampo a 3 con Saul, Barrios e Llorente che supportano il tandem d'attacco Morata-Griezmann. 

Analisi tattica del match: il campo ci ha mostrato quello che un po' tutti già ci aspettavamo con la squadra ospite molto chiusa e compatta dietro che attraverso un solido e preciso fraseggio in mezzo al campo liberava spesso i suoi uomini più pericolosi, Griezmann su tutti; Lazio che invece ha approcciato al match sempre con la stessa strategia, un possesso palla statico per innescare gli esterni nel tentativo di scardinare la difesa avversaria. Questo ahimè va bene in Serie A, ma in Champions League e soprattutto con una squadra come l'Atletico Madrid, quanto detto non porta a nulla. Uno scontro quindi tra due compagini dall'opposto stile di gioco ma anche con un carico di esperienza a questo livello che pendeva notevolmente a favore degli spagnoli, volto consolidato di questa competizione a dispetto di una Lazio che invece partecipava nuovamente dopo l'ultima apparizione avvenuta durante l'anno della pandemia e durante il quale sulla panchina della Lazio sedeva ancora Mister Inzaghi

Il primo tempo: il primo tempo ha rispecchiato per filo e per segno quanto detto sopra, un Atletico molto attento e preciso scardinava ogni tentativo di attacco della Lazio per poi ripartire in maniera molto pericolosa. Dal punto di vista delle occasioni c'è da dire che nella prima frazione di gioco abbiamo visto una Lazio più propositiva, spinta anche dai 50 mila dell'Olimpico, che però non è riuscita a bucare la rete. Cosa che invece riesce agli ospiti in maniera rocambolesca: un tiro effettuato da fuori area al 29' minuto trova la deviazione involontaria di Kamada che va a beffare il proprio portiere Provedel: 0-1 Atletico Madrid e così le squadre rientrano negli spogliatoi dopo i primi 45' minuti. 

Il secondo tempo: nel secondo tempo la Lazio fin da subito ci prova, nel tentativo di recuperare lo svantaggio ma la musica non sembra cambiare: l'Atletico copre molto bene e va addirittura vicina al raddoppio colpendo un palo prima e successivamente scontrandosi contro il muro tirato su da Provedel e attenti bene: non dimenticatevi questo nome... la Lazio prova a cambiare qualcosa a livello di 11 togliendo uno spento Felipe Anderson ed inserisce Pedro e Guendozi( che personalmente per qualità di gioco dovrebbe prendersi il posto da titolare a breve) al posto di Kamada anche lui poco ispirato e complice di un maledetto tocco che ha procurato lo svantaggio della squadra di casa. Il tempo passa quindi inesorabile, ci si avvicina sempre più velocemente verso il triplice fischio e la Lazio sembra non trovare il modo di trovare il gol del pareggio fino a quando Oblak con un rinvio frettoloso e poco preciso serve la squadra avversaria che si ritrova con il pallone in area di rigore dove però Ciro Immobile con un tiro abbastanza velleitario non riesce a sorprendere il portiere degli spagnoli che si salva dopo che stava per combinare una frittata gigante. 

Minuto 95': si è fatta la storia! Ultimo giro di orologio, Lazio che si procura l'ultimo corner, l'ultima speranza di pareggiare dopo che Oblak ha compiuto un autentico miracolo pochi istanti prima su Cataldi (entrato nella ripresa) togliendo la palla dall'angolino basso e strozzando in gola l'urlo dei tifosi, urlo dato dall'effetto ottico del gol. Cataldi stesso va dalla bandierina ma i suo cross viene allontanato dalla difesa e torna nuovamente sui piedi della Lazio, con Pedro che serve Luis Alberto che dal limite dell'area di rigore invece che provare la conclusione sceglie saggiamente un cross in area e..... 1-1! Pareggia la Lazio!
E chi ci pensa?!
Il portiere Ivan Provedel. Alla sua prima da titolare in Champions insacca la porta e fa esplodere di gioia lo Stadio; viene qui semplice fare un paragone per quanto successo con il portiere del Benevento Alberto Brignoli (attualmente in forza ai greci del Panatinaihkos) che allo scadere del match è riuscito a trovare il gol del pareggio regalando ai giallorossi il loro primo punto in Serie A. 

Il match termina nel boato dello stadio ancora in festa per quanto accaduto, un pareggio insperato e dal giocatore più inaspettato che ha regalato il primo punto alla Lazio in questa fase a gironi di Champions League; per quanto visto in campo senza dubbio il risultato più giusto in quanto l'Atletico ha sì tenuto meglio il possesso del pallone mostrando maggiore qualità ma era andato in vantaggio con un colpo di fortuna, ma il destino ha voluto che il ciuffo biondo di Provedel fosse l'autore del gol del pareggio che per quanto visto a livello di tiri, attacchi e offensività è senza dubbio meritato. 

Cosa resta dopo questo match: oltre sicuramente all'evento in sé che entra di diritto nella storia, posso senza dubbio dire che rimane un grande lavoro da svolgere dalla squadra di Sarri dal punto di vista dell'esperienza in questi palcoscenici, perchè ieri è andata si bene ma non ci sarà sempre la provvidenza ad aiutarti allo scadere della partita e perciò serve saper variare, serve aver coraggio di fare sostituzioni anche se bisogna sacrificare elementi cardine della squadra( vedi ieri Immobile che tolta quell'occasione nitida divorata sembrava un pesce fuor d'acqua in mezzo ai tre centrali dell'Atletico Madrid) e serve soprattutto coraggio in campo, coraggio di prendersi dei rischi per tentare una giocata cosa che ieri per 94' minuti è stata quasi nulla quando alla fine il CORAGGIO e anche la SPERANZA del portiere che si è spinto in avanti per provare il tutto per tutto ha ripagato con un gol storico!