Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà”. Così parlava Walter Benjamin, letterato tedesco. L’equilibrio è una dote fondamentale. Occorre saperla trovare. Solo questa consente di vedere la realtà in maniera più obiettiva. Nessuno è in grado di predire il futuro e nemmeno di analizzare l’esistenza in modo assolutamente perfetto. Chi crede in una Divinità sa che questa ragiona con logiche diverse dalla nostra perciò diviene a noi impossibile una conoscenza rigorosamente corretta dell’universo. Chi, invece, ritiene che non vi sia alcun Dio comprende comunque come non riesca a raggiungere il citato obiettivo. Ammesso il più classico e socratico “so di non sapere” non resta altro che mettersi il cuore in pace e cercare l’armonia tramite l’equilibrio. Questo, però, non è semplice da raggiungere soprattutto quando la situazione ci vede coinvolti. Occorre mantenere i nervi saldi e cercare di non farsi prendere da facili entusiasmi oppure cedere a improvviso sconforto. Solitamente, “in medium stat virtus”.

Tale discorso sembra calzare abbastanza correttamente in relazione alla Nostra Nazionale di calcio.
L’Italia viene dalla crisi nera che le ha impedito di partecipare all’ultimo Mondiale vinto dalla Francia. La situazione appariva tragica e la preoccupazione di non strappare nemmeno il pass per Euro 2020 era alquanto elevata. Lo scoraggiamento varcava soglie incredibili e la sfiducia era ai massimi storici. La Figc variava i suoi vertici. Ventura lasciava il posto di c.t. a Mancini e la situazione si capovolgeva. Non credo che siano state sufficienti queste 2 semplici modifiche per alterare la vicenda. E’ risaputo, infatti, che gli azzurri avevano dovuto affrontare un girone di qualificazione al massimo torneo per nazionali davvero complesso. Accedeva alla competizione una sola squadra e il gruppo presentava anche la Spagna. L’Italia raccolse davvero parecchi punti, ma non furono sufficienti per tenere il passo delle Furie Rosse che ci annientarono al “Bernabeu”. Quella sfida minò pure le nostre certezze. Risultammo, comunque, tra le migliori seconde e giocammo il playoff con la Svezia. Gli uomini di Ventura giunsero a quella doppia sfida in un clima piuttosto scettico e gli scandinavi, aiutati parecchio dalla fortuna, riuscirono ad avere la meglio. Non va nemmeno dimenticato che quella Nazionale non aveva il potenziale dell’attuale e vedeva molti campioni ormai al passo di addio nei confronti dell'azzurro. Una brutta situazione che fortunatamente è completamente dimenticata.

Adesso l’Italia viaggia a gonfie vele. Nel 2019 ha vinto tutte le gare nelle quali è scesa in campo. Un en plein di 10 successi che ha contribuito fortemente al raggiungimento di un grande record: quello degli 11 hurrà dietro fila mai centrato nella storia azzurra. Il gruppo di Mancini ha compiuto il miracolo di riscaldare tanti cuori che avevano ormai perso il loro calore per la Nazionale. Ora andiamo all’estero fieri di vantare una squadra che sta stupendo. La Nostra Rappresentativa ha convinto pure la critica e questa è un’opera realmente difficoltosa. La passione e il gioco paiono le armi migliori. Senza nulla volere togliere a questi ragazzi che davvero stanno gettando anima e corpo nell’avventura continentale, l’Italia campione del Mondo nel 2006 vantava nomi molto prestigiosi. Sarebbero da ricordare tutti ed elencarli risulterebbe vano esercizio stilistico. Il paragone tra la versione azzurra che conquistò Berlino e quella attuale non può assolutamente reggere, ma questa nazionale pare mostrare trame ancora migliori. Certo l’Armenia vista a Palermo non è un’armata devastante, ma quando si vince 9-1 il segnale è abbastanza palese. L’Italia è forte e ha conquistato ogni partita di qualificazione all’Europeo. Giunge al sorteggio del 30 novembre come testa di serie e aprirà la kermesse il prossimo 12 giugno. Tanta grazia.

Non vantando di troppi nomi altisonanti, il c.t. marchigiano ha fatto affidamento sul gruppo e per ora ha stravinto la scommessa. Vi sono dei baluardi che paiono insostituibili e questi hanno l’esperienza giusta anche a livello internazionale. Si tratta di Bonucci, Jorginho e Verratti. Con la speranza che tra loro rientri anche Chiellini, rappresentano i totem. Sono i guru che i giovani devono seguire e rispettare.

Le nuove leve sono assolutamente formidabili. Si pensi per esempio a Donnarumma, portiere che sta facendo cose straordinarie in un Milan in grande crisi. Barella è sfavillante in un Inter che sta tornando a ricoprire il ruolo di grande squadra. Zaniolo convince sempre di più e lo fa con una maglia pesante come quella della Roma. Chiesa è in grande cresciuta e ha trovato ieri il suo primo centro in azzurro. Poi vi sono le conferme di calciatori importanti come Emerson, Insigne e Bernardeschi che non saranno titolari inamovibili, ma rappresentano la maturità del gruppo e quelle schegge impazzite in grado di far saltare il banco.
Mancini pare fondare la forza della Nazionale proprio sulla solidità dello spogliatoio che è assolutamente unito come nei canoni del miglior contismo e viaggia verso un’unica direzione. Belotti e Immobile, in lotta per il ruolo di centravanti, vivono la competizione in maniera spensierata, amichevole e quasi fraterna.
E’ il gioco, però, la vera arma sulla quale deve fare affidamento il c.t. di Jesi. Questa compagine ha un’identità simile a quella di un club ed è la grande magia del marchigiano. Con poco tempo a disposizione e senza un nucleo forte proveniente da una sola squadra, Mancini è riuscito a fornire un disegno tattico ben evidente che marchia l’Italia. Per le rappresentative nazionali è un caso più unico che raro. Solitamente si avvalgono della solidità per poi affidarsi all’estro dei campioni. Gli azzurri no. Loro viaggiano con concetti ben precisi e rispettando un canovaccio davvero formidabile che somiglia molto ad un abito elegante precisamente tessuto sul gruppo dal commissario tecnico. Quest’ultima caratteristica è quella che principalmente dona pensieri positivi relativamente a Euro 2020.

Occorre, però, mantenere la più ampia lucidità e rendersi conto che in 2 anni non si può capovolgere il mondo. Sportivamente parlando la situazione era drammatica, ma non si deve certo affermare che non vi fosse via di fuga. Ora, però, non è consigliabile lasciarsi trasportare da facili entusiasmi e vedersi come la favorita per la kermesse estiva. Qualche tempo fa scrivevo che l’Italia può essere la sorpresa del torneo. Sono sempre più convinto che sia così ma, come sottolineato da Mancini, bisogna essere consapevoli che vi sono nazionali più preparate. Le avversarie affrontate nel glorioso girone di qualificazione non erano certo devastanti. Nemmeno la Bosnia di Pjanic e Dzeko. A dimostrazione di questo vi è il suo posizionamento all’interno del raggruppamento. Gli uomini di Prosinecki hanno chiuso le qualificazioni al quarto posto dietro a Finlandia e Grecia che sicuramente non sono nazionali troppo quotate. Per accedere all’Europeo dovranno passare dai playoff che si disputeranno nel mese di marzo.
Non bisogna dimenticare la forza di certe avversarie che hanno dominato il calcio mondiale degli ultimi anni. Si tratta naturalmente del Portogallo di CR7che arriverà alla manifestazione estiva con lo scettro in mano. Non si dimentichi neppure la Francia che ha appena vinto la Coppa Rimè levandola alla Germania che a sua volta la strappò dalle mani della Spagna. Tutte saranno presenti la prossima estate. Ci saranno pure Croazia, Belgio e Inghilterra rispettivamente seconda, terza e quarta al Mondiale russo. Insomma, gli azzurri sfideranno la creme del calcio globale. E’necessario grande equilibrio e soprattutto urge “provarsi la febbre” contro nazionali di prim’ordine. Non è un caso se i nomi che circolano in relazione ai prossimi impegni marzolini siano tutti altisonanti. Si parla di una doppia sfida con alcune tra le migliori compagini del Vecchio Continente ed è giusto così. Saranno solo amichevoli, ma risulteranno di un’importanza inaudita perché fungeranno da cartina tornasole. Lì, si capirà davvero che ruolo potrebbe avere la nostra Nazionale nell’Europeo.

Recentemente si trattava dello strano Natale juventino, lo stesso concetto si potrebbe applicare pure agli azzurri. E’ un periodo di grande festa che subisce ancora maggiore risalto perché cade proprio durante questi giorni che sono da preludio a uno dei momenti più affascinanti dell’anno. Dicembre è sempre un mese magico e normalmente è dotato dell’immenso potere di riportare un briciolo di sereno anche nelle situazioni più cupe. E’ chiaro che il calcio non può rientrare all’interno della fattispecie, ma con le dovute proporzioni è consentito affermare che se si pensa al Natale di 2 anni orsono non si può che tirare un bel sospiro di sollievo. Con più tempo a disposizione, accanto alle decorazioni, con il profumo di mandarino e frutta secca che riscaldano l’ambiente e una tazza di tea tra le mani, è consigliato fantasticare pensando a cosa accadrà durante le notti magiche di un’estate ancora molto lontana.
Il 30 novembre conosceremo i nostri avversari del girone e avremo l’onore di aprire il torneo il prossimo 12 giugno all’Olimpico di Roma. Sarà stupendo, magnifico ed esaltante anche perché la Nazionale ha sempre il grande pregio di unire tutti sotto una sola bandiera e soprattutto di avvicinare a questo sport anche chi solitamente non lo considera.

E’ un’importante pubblicità per il calcio e interpreto anche in questo senso le lacrime di Buffon dopo la triste gara tra Italia e Svezia che ci eliminò dal Mondiale 2018. Il portierone sapeva che sarebbe stato il suo ultimo impegno azzurro, ma era principalmente consapevole “di aver levato” a tanti la gioia di poter stare uniti godendosi le partite della Nazionale davanti alla tv con la finestra aperta e il refrigerio della brezza serale coadiuvato da una fresca fetta di cocomero.
Finalmente, tutto questo è tornato. Potremo ritingerci il viso di verde, bianco, rosso e azzurro assistendo insieme a una scorribanda di Bernardeschi o Chiesa, a una grande giocata di Insigne e, magari chissà, a un super tiro di Balotelli versione 2012.