Si continua a dire che Inter e Juve sono da scudetto e addirittura sono già davanti al Milan nell'immaginario dei giornalisti che attribuiscono tale classifica guardando solo la carta.
Ma la realtà del campo è un'altra, perchè se non sono in vetta, qualche problema reale c'è!
Possiamo parlare di problemi tattici, di inesperienza di Pirlo o di Eriksen che non si inserisce, ma la verità è che Inter e Juve sono in ritardo perchè prendono troppi gol e sono troppo discontinue.

Sia Inter che Juve sono squadre molto lunghe quest'anno che non hanno ancora trovato un equilibrio a centrocampo e che rimangono sempre con i reparti molto scollegati. Se per motivi logici le fasi offensive sono sempre più facili da far funzionare quando hai soprattutto grandi giocatori (qualsiasi giocatore di qualità corre più volentieri verso la porta  avversaria piuttosto che rientrare in difesala cosa più complessa è quella della fase di non possesso dove bisogna trovare il sacrificio, la velocità e l'intensità nel voler ritornare vicino al reparto difensivo per contrastare o chiudere le linee di passaggio. Se non torni velocemente la squadra avversaria trova la parità numerica se non addirittura la superiorità numerica.

La cosa evidente di Inter e Juve quando viene persa la palla è la mancanza di cattiveria agonistica nel voler riconquistarla e nel riprendere la posizione in modo da avere il più velocemente possibile una squadra corta e compatta difficile da penetrare.
Ho visto giocatori di queste due squadre che in una ripartenza tornavano di passo senza accellerare quasi come se ne fregassero... Mi viene in mente un Arthur che torna a corsetta durante una ripartenza avversaria ma se guardate le partite scorse ne trovate moltissimi di giocatori che hanno questo atteggiamento di menefreghismo.

Il Milan è primo perchè corrono come dei "dannati" tutti gli undici quando viene persa palla: sono tutti giocatori rapidi e veloci che però hanno voglia di sacrificarsi compreso Ibrahimovic che rapido e giovane non è ma che capisce il momento in cui c'è da sacrificarsi.
Quando il Milan perde palla in pochi secondi sono tutti compatti e rientrati nelle posizioni avendo una squadra quasi sempre corta che poi riconquista palla con più facilità ripartendo e facendo male. Si vede quella voglia e quella "fame" di voler vincere non solo negli 11 titolari ma in tutta la rosa vedendo di fatto che se manca Ibra, Bennacer, Romagnoli o Leao chi li sostituisce non gli fa rimpiangere e porta cmq il risultato a casa! Questo è il motivo per cui Leao ha fatto tanta panchina fino a settembre: non correva, aveva un atteggiamento svogliato, non aiutava la squadra non entrando dentro la partita e condizionando poi le sue prestazioni offensive cosa che invece faceva bene Rebic.

Nell'Inter, ma soprattutto nella Juve, fai fatica a vedere in tutti i giocatori questa voglia di recuperare il pallone ed infatti poi si subiscono tanti gol. Ho preso Arthur come esempio perchè il play davanti alla difesa è un ruolo chiave per gli equilibri della squadra, e lo confronto con Bennacer che non ho mai visto fermarsi su una palla persa! Quando il Milan perde palla lui corre sempre a "2000" per recuperare palla o posizione ma il discorso è che nel Milan tutti rientrano così mentre nella Juve ne salvi pochi: Cuadrado (vera anima), Mc Kennie e Morata, gli altri non sembrano molto coinvolti compreso Ronaldo che è intoccabile dal punto di vista realizzativo, ma che però dà l'impressione di giocare per battere i suoi record. Forse la vera differenza con Ibra è proprio quella... Mentre nell'Inter quelli più coinvolti sono sicuramente Barella, Darmian e Lukaku... gli altri sembrano un pò assenti compreso Lautaro Martinez che non ha più quella cattiveria che aveva lo scorso anno e che ora vediamo solo a sprazzi.

Sembrano piccole cose, ma se sei un allenatore ed hai 18-20 giocatori che si sacrificano tutti per raggiungere la vittoria, allora hai fatto bingo! Quando c'è la coscienza nei giocatori di voler raggiungere un obbiettivo tralasciando l'egoismo personale ma mettendosi a disposizione indifferentemente dal ruolo o dai gol segnati, allora si crea una squadra vincente (vedi Mourinho nel triplete dove Etoo fece il terzino a Barcellona).