«All'Inter non è semplice niente. Dobbiamo essere bravi ed ermetici, dobbiamo pensare a noi stessi e continuare a lavorare, sapendo che c'è gente che non vede l'ora di buttare addosso non dico cosa sulla squadra. Vedere questo accanimento fa diventare tutto difficile per un calciatore.»
Antonio Conte, dichiarazioni post Sassuolo-Inter 0-3, 28/11/2020
Fonte: https://www.calciomercato.com/news/inter-conte-attacca-bisogna-remare-tutti-nella-stessa-direzione--54347

Ecco un estratto delle dichiarazioni del tecnico nerazzurro dopo l'importante successo ottenuto contro il Sassuolo, autentica rivelazione del campionato. Non è il primo a dirlo, ma ha espresso ciò che è evidente agli occhi di tutti: quando si parla di Inter viene tutto ingigantito, con un accanimento mediatico (e non) contro club, calciatori e staff tecnico che non ha eguali rispetto ad altre società. Ogni volta che qualcuno si azzarda a sostenere questa realtà dei fatti, puntualmente arriva la risposta: «Smettetela con questo vittimismo, sempre a piangere!» e altre espressioni similari. Vista dall'esterno, e con ciò intendo vista da chi sostiene altri colori, può apparire come una lagna continua o un perfetto alibi per giustificare risultati non in linea con le attese. Vista dall'interno, invece, ci si rende conto di quanto divario vi sia nel trattamento riservato agli uni piuttosto che agli altri. Attenzione, e che sia ben chiaro, all'interno del foltissimo gruppo di sostenitori neroazzurri, non manca una certa dose di autolesionismo. Ciò che infatti mi crea incubi notturni simili a quelli avuti dopo la traversa di Gagliardini sempre contro il Sassuolo (a proposito, meno male che ieri ha chiuso definitivamente quella ferita) sono proprio coloro che si dichiarano di fede interista. Perennemente a puntare il dito, a creare scompiglio, a farsi prendere dalla polemica del momento, a non credere mai in qualcosa che possa realmente portare benefici. Mai a salire sulla stessa nave e imbarcarsi tutti insieme per un progetto importante. No, per carità, molto più comodo salire sul carro dei contestatori, di quelli che se le cose andranno bene diranno: «Per fortuna le cose sono cambiate, ma all'epoca era come dicevo io!», mentre se le cose andranno male, tireranno fuori l'immancabile: «Ve lo avevo detto!» con tanto di versi infantili ed emoticon fantasiose. E mi devo anche sorbire gente che rimpiange i vari Mazzarri, De Boer, Kuzmanovic, Obi: ragazzi, ma siamo seri?

A parte tutto, il clima che si respira all'Inter praticamente da quando ho memoria è sempre stato infernale, infinitamente peggiore rispetto alle principali concorrenti. Colpa anche nostra, come appena scritto, ma di certo dall'altra parte non vanno leggeri. Non so perché, ma mai vedo lo stesso tenore nei confronti di Juventus e Milan, le rivali storiche. Ed è proprio da questo parallelo che si può evincere quanta distanza vi sia nel trattamento riservato alla Beneamata rispetto alle due contendenti.

  • Inter vs Juventus: siamo davanti, eppure...

Fate un esperimento. Chiamate o inviate un messaggio a un vostro conoscente. Requisito fondamentale: la persona contattata non deve essere appassionata di calcio. Creato l'identikit della persona giusta, provate a chiedergli in questo momento chi, secondo lui, sia davanti in classifica tra Inter e Juventus. Risultato? Nel 96% dei casi (secondo studi scientifici assolutamente inaccurati e inventati di sana pianta) la risposta sarà l'opzione B, ovvero la squadra bianconera (lungi da me facili ironie...).

A parte le battute, trovo inspiegabile come l'Inter, che è seconda in classifica (in attesa della Roma) e davanti alla favoritissima Juventus, sia così oggetto di bersaglio rispetto alla diretta concorrente. Certo, è solamente un punto, ma se analizziamo il percorso, ci rendiamo conto che l'unico vero neo della squadra di Conte è stato il pareggio contro il Parma. Perdere il derby, partita storicamente diversa da tutte le altre, e pareggiare contro Lazio e Atalanta, non mi sembra così terribile come si vuole dipingere. Al contrario, i campioni d'Italia hanno steccato contro Crotone, Benevento ed Hellas Verona, oltre ad aver ottenuto tre punti a tavolino per la mancata presentazione del Napoli sul campo in occasione del previsto incontro. Insomma, se proprio vogliamo dire chi delle due super-favorite del torneo sia più in crisi, non credo si possa pendere per il club meneghino. Attenzione, non che sotto la Mole Antonelliana il clima sia dei migliori. Le polemiche sono all'ordine del giorno anche lì, per carità, ma alzi la mano chi reputa peggiori le critiche rivolte a Pirlo piuttosto che a Conte. E non mi si venga a dire che il tecnico salentino guadagna 12 milioni. Non è giustificabile. Ricordo benissimo i titoloni (dopo un paio di match disputati) del calibro di «Pirlolandia» e altre iperboli assolutamente fuori da ogni logica. E ricordo a tutti che il monte ingaggi dei calciatori bianconeri (coloro che scendono in campo, per la cronaca) è notevolmente superiore rispetto al corrispettivo interista.

Ora, appurato che in campionato la situazione non è per nulla paragonabile tra le due compagini, resta il nodo Champions League. La Juventus è già qualificata agli ottavi di finale, mentre l'Inter è ormai quasi certa dell'eliminazione. Anche qui, però, bisognerebbe distinguere la situazione, ma nessuno si prende questa briga. I bianconeri hanno come principale obiettivo la coppa, ormai da tempo. Le energie sono focalizzate sulla massima competizione continentale, tanto da rinunciare al suo fuoriclasse in una gara di campionato. Al contrario, l'Inter non ha alcuna possibilità concreta di vincere il trofeo, pur passando il girone. Non cerco scuse, anche io sono rimasto allibito dalla sconfitta contro il Real Madrid, ma non per la partita persa (che ci può stare, stiamo pur sempre parlando dei blancos), quanto di un gioco nell'occasione inesistente e di alcune trovate discutibili (Vidal, basta...). Ciò, però, non cambia la mia idea: passare il turno è soddisfacente, ma a conti fatti non è un torneo ancora alla nostra portata. Per assurdo, sarebbe meglio arrivare terzi, e provare nuovamente a inseguire l'Europa League, traguardo raggiungibile, come dimostrato l'anno scorso, quando arrivammo ad un passo dal mettercela in bacheca.
Se le critiche sono rivolte alla Champions League, le accetto, ma non si può attribuire il peso enorme che gli viene dato, perché siamo ancora lontani dall'essere una squadra che possa dire la propria.
E comunque, se proprio vogliamo dirla tutta, l'ultima squadra in ordine cronologico ad essere arrivata fino in fondo ad una competizione UEFA siamo noi. Quindi, piano con i facili umorismi. E se ancora vogliamo disquisire di Champions...

  • Ma solo io ricordo gli anni 2000?

Ricordate quando l'Inter vinceva titoli nazionali a raffica? Campionati, coppe, supercoppe. Tutto nelle nostre mani, dal 2006 fino al 2010. Eravamo stratosferici, eppure aleggiava sempre lo spettro di una stagione fallimentare. Nel 2007, diciotto anni dopo l'ultimo tricolore vinto sul campo, i cugini alzavano la loro settima Champions League. Neanche il tempo di gioire per un campionato da record, che subito si creò un clima di inadeguatezza. L'Inter avrebbe dovuto vincere in Europa, troppo facile in Italia. E questo proseguì ogni anno, con l'Inter che si fregiava del titolo, ma sempre con il neo dell'Europa, fin quando nel 2010 anche i più feroci criticoni si dovettero arrendere al capolavoro firmato Mourinho.
Nella Juve dei nove scudetti consecutivi, di certo non si sprecano le ironie e i commenti, ma anche in tal caso ho la sensazione che non si ponga mai l'accento come accadeva dieci anni fa. Sì, a fine anno si opera sempre il bilancio della situazione, ma non c'è mai quell'aura di caduta che rivestiva il club neroazzurro. Sembra sempre che la Juve sia predestinata al successo in Europa, e quindi quasi gli si perdona tutto.
Come accade con un'altra questione, che però fa ben comprendere il tema sollevato.

  • Italiani in campo: prima era una macchia indelebile, adesso non fa scalpore.

Devo ritornare agli anni dei successi interisti. Li ho ancora qui davanti gli occhi. I commenti e le parole di chi schiumava dalla rabbia nel vedere l'Inter al vertice. Non si trovava nulla per cui attaccarla, tranne che un appunto: i pochi italiani schierati. Addirittura, nella finale di Champions League, i titolari erano tutti di altra nazionalità, con l'ingresso di Materazzi nel finale in rappresentanza azzurra. Ricordo una marea di beceri tentativi di sminuire le imprese con questa stucchevole tesi, quasi come fosse un disonore. A parte che lo stesso nome della società richiama all'internazionalità, ma poi, così come per i giovani, vale lo stesso discorso degli italiani: devono essere bravi. Non vanno schierati in quanto tali. In quel periodo, abbiamo avuto il piacere di avere tra le nostre fila calciatori di ogni parte del globo, che hanno contribuito ad incrementare il palmares e a renderci orgogliosi dei successi conseguiti.

Adesso, il trend si sta invertendo. La Juve, storicamente, ha sempre avuto calciatori italiani in campo, soprattutto in difesa. Nell'ultima gara contro il Ferencvaros, però, nessun calciatore italiano del reparto arretrato è stato schierato.
Per il sottoscritto non è una notizia neanche da battere. Per me contano i calciatori, nient'altro. Mai scriverei qualcosa del genere per cercare di frenare gli entusiasmi juventini.
Ciò che preme sottolineare, però, è l'assenza di coerenza: dieci anni fa, all'Inter venivano dedicati servizi interi e pioveva di tutto nei confronti della squadra. Ora, invece, assume solo i contorni di un dato, come è giusto che sia.
Per me è corretto ciò che viene fatto oggi, ma perché prima non veniva tollerato?

  • Inter vs Milan: anche qui non si scappa

Le milanesi hanno vissuto il decennio peggiore della loro ultracentenaria storia. Risultati imbarazzanti per entrambe, con una differenza sostanziale. Da qualche anno, i neroazzurri hanno avviato un progetto di ripresa. Tre volte di fila qualificati in Champions League, finale di Europa League e un secondo posto alle spalle della Juventus. Insomma, si sta cominciando a vedere qualcosa di interessante. I rossoneri, viceversa, vengono da stagioni disastrose, da sette anni lontani da ciò che un tempo ritenevano essere «casa propria». Eppure, è bastato un avvio di campionato assolutamente da rispettare per far quasi dimenticare il recente trascorso. Il Milan viene da anni peggiori dei nostri, con dei cambi societari che hanno contribuito a smantellare pezzo per pezzo lo storico club, e con delle operazioni di mercato pazzesche. Potete solamente immaginare se l'estate del 2016 l'Inter avesse condotto la campagna acquisti rossonera seguita dai pessimi risultati ottenuti? Staremmo a parlare per anni e anni di quell'onta. Invece, in questo caso, se ne è giustamente discusso, ma niente di clamoroso. Nulla di esagerato.
Esatto, è questa la parola chiave: quando c'è l'Inter di mezzo, si tende sempre ad esagerare. Amplificare. Ingrandire ciò che c'è, innegabilmente, ma fino al punto di renderlo un ostacolo insormontabile. E veniamo all'ultima parte.

  • Serie A: ma seriamente?

Lo dico a scanso di equivoci: sono assolutamente sorpreso dall'andamento del Milan in questa prima fase. Mai lo avrei detto e faccio i miei complimenti (per quel che valgono) a Pioli, che ha saputo gestire con cognizione un gruppo che pare finalmente coeso.

Detto ciò, al netto di miracoli sportivi, i rossoneri non potranno arrivare oltre il quarto posto. Potrei essere assolutamente smentito, e se così sarà accetterò il verdetto del campo, ma trovo incredibile che si possa credere che il Milan sia meglio delle concorrenti, e nello specifico dell'Inter. Sicuramente l'allenatore ha trovato una bella formula, ma da qui a pensare di dover prendere lezioni da una squadra che, come detto prima, viene da anni molto peggiori dei nostri, ci andrei cauto. Sicuramente ha avuto un rendimento importante, ma questo non autorizza a fare voli pindarici. Molto fortunatamente ci sono tifosi di fede rossonera che rimangono coi piedi per terra e che sanno che arrivare in zona Champions League sarebbe già strepitoso.
Dico questo perché è inammissibile riservare un trattamento così diametralmente opposto alle due compagini. Ora, capisco che i rossoneri siano una rivelazione (cosa che non dovrebbe far piacere ai più veraci), ma davvero è incomprensibile che nei confronti dell'Inter non ci sia mai la medesima clemenza. E ripeto, mai.
La Juventus sta annaspando, la Lazio è altalenante, la sempre decantata Atalanta non sta benissimo, il Napoli è indietro, ma chi è la squadra peggiore? L'Inter.
E non venite a parlare di gioco, perché a parte l'Atalanta e il Sassuolo, al netto delle loro cadute e con dimensioni ovviamente differenti, nessuna squadra gioca meglio dell'Inter.
Nessuna in Italia.

Il rumore dei nemici”
Già.

Indaco32