Oggi si parla di razzismo da Vinicius jr a Juan Jesus per entrare nel termine calcistico, ma ce ne sono migliaia anche in altri sport o nella tv in generale tra attori, cantanti, presentatori ecc. ecc.

Oggi vi parlo del razzismo di borgata negli anni della mia adolescenza, quindi anni '80-'90 e la differenza tra quel tipo di razzismo e quello di oggi, parlo esclusivamente di quello che ho vissuto e non di quello che succedeva nel resto del mondo al di fuori del mio quartiere.

Io sono nato e cresciuto in uno dei quartieri romani, nella borgata piena quindi dentro il grande raccordo anulare, si un tempo si diceva che Roma era soltanto quella che era circondata dall'autostrada e nulla più, alla fine la Roma è sempre stata intesa soltanto da alcune borgate oltre a Testaccio e Trastevere: Primavalle, Val Melaina, Tufello, San Basilio, Pietralata, Tiburtino III, Prenestina (parte di Via Portonaccio), Quarticciolo, Gordiani, Tor Marancia, Trullo, e una parte di Acilia verso la Via del Mare.
Io sono cresciuto in una di queste borgate, mi tengo il riserbo di tenere per me la privacy della mia zona, e ricordo fin dalla mia prima elementare il primo caso di avere in classe un bambino di colore, ricordo che era sudamericano e adottato da una famiglia italiana. Ricordo che essendo tutti bambini giocavamo tutti insieme, quindi già questo rendeva tutto molto normale, ma vi dirò di più, aveva una risata talmente contagiosa così come la mia che diventammo amici inseparabili. Nei 5 anni di elementari  non c'era giorno che nel dopo scuola io non andassi a casa sua o lui non veniva a casa mia, appassionati entrambi del calcio, appena finiti i compiti scendevamo in strada a fare delle belle partite di calcio.
Venne inserito subito anche nel mio gruppo di amici e divenne a sua volta amico anche loro. Lui era un fuoriclasse; velocissimo e un dribbling da far drizzare i peli sulle braccia a chi lo vedeva giocare, infatti già a 10 anni venne inserito nelle fila della Lodigiani.

Passammo alle Medie, e se eravamo stati divisi io in una sezione e lui in un'altra, il nostro legame d'amicizia continuava ad essere pressapoco lo stesso, ogni qualvolta che c'incontravamo tra i corridoi di scuola o per la strada non c'era momento in cui non ci fermavamo a parlare e scoppiare in risate.
Gli anni poi sono passati e anche tanti, l'ultima volta che lo vidi fu una quindicina di anni fa, e come al solito da quei bambini cresciuti in fretta ci siamo ricordati di quelle feste dei compleanni e delle partite fatte sbucciandoci ginocchia e gomiti.
Oggi non ho più sue notizie, sicuramente si sarà fatto una famiglia, così come ho fatto anche io, ma sarebbe davvero bello poterci rincontrare di nuovo e scambiare ancora una volta un abbraccio e una bella chiacchierata in amicizia come facevamo da ragazzini, poi adolescenti e adulti in fine.

Volete sapere qual è il fine di tutto questo? Che questo mio amico da bambino, adolescente e poi adulto non ha mai sofferto, così mi ha raccontato negli anni, il razzismo, e questo perchè intorno ha sempre avuto persone che lo hanno visto come persona, amico o conoscente, e non come molti stupidi fanno... pensando all'offesa e nulla più.
#Noalrazzismo