Domenico Berardi, per tutti gli amici 'Mimmo', è un esterno d'attacco del Sassuolo, ma forse pochi sanno la sua storia calcistica fin dall'adolescenza. 

Cresciuto a Cariati paesino nella provincia di Cosenza, fin da bambino grazie anche a papà Luigi e suo fratello Francesco più grande di lui era tifosissimo dell'Inter, mentre la mamma Maria spingeva perchè tifasse Juventus come lei, come sappiamo in Calabria ci sono più tifosi delle tre più grandi squadre d'Italia (Juventus,Inter, Milan) che della Reggina o del Cosenza per dire le squadre più famose calabresi, e Mimmo era interista fin dalla sua nascita.
In tenerà età innamoratissimo del pallone segue il suo sogno e gioca nella squadra del Castello, squadretta cosentina. Domenico cresce con due idoli nerazzurri; il primo Ronaldo, il Fenomeno, e il secondo Diego Milito, le movenze le studia proprio dal fenomeno mentre l'istinto della rete è più difficile da inseguire, a lui piace saltare l'uomo e aiutare gli altri a segnare.
A 11 anni però viene notato dalla Juventus che gli fa firmare un accordo fino ai 14 anni, tempo di capire se il giovane poteva rientrare nelle sue giovani, ma tutto poco dopo i 14 anni decade; poco dopo anche la SPAL s'interessa a lui, ma non supera il provino e vine rispedito in Calabria dove nel frattempo cambia alcune casacca dal Castello al Rossano e sfiora l'entrata nelle giovani del Cosenza, i problemi societari fanno saltare l'ingaggio. 
Domenico ogni tanto partiva per andare a trovare il fratello Francesco che si era trasferito al nord per studio e un giorno del 2011 proprio il fratello organizza una partitella a calcetto e tra i tanti oltre a suo fratello Domenico c'era anche un allenatore delle giovani del Sassuolo, la squadra maggiore in quel periodo si trovava in Serie B. Il 'ragazzino' da un saggio della sua bravura tanto che al termine della gara proprio questo allenatore convinse Mimmo a buttare il biglietto di ritorno e di andare ad un provino proprio per la società neroverde. Provino superato e di colpo quel ragazzo che giocava nel Castello si ritrova tra le giovanili del Sassuolo.
Nel giro di due anni il Sassuolo si trova in squadra l'attaccante più forte che ha tanto che nel 2013 proprio i gol di questo 19enne porta il Sassuolo alla storica promozione in Serie A. Domenico 'Mimmo' diviene in poco tempo un punto fermo, il giocatore più forte in assoluto ad indossare la maglia neroverde e a suon gol e assist porta alla storica presenza del club modenese in Europa, Europa League 2016-2017 passando i playoff e sfiorando il passaggio al girone sfumato all'ultima giornata persa contro gli spagnoli dell'Athletic Bilbao che spezzano il sogno neroverde.
Nel 2022 eredita la fascia di capitano dallo storico capitano Francesco Magnanelli, che si ritira e diviene il giocatore con più gol nella storia del Sassuolo, ad oggi 133 reti.
Nel percorso della sua carriera in alcune interviste ha spesso continuato a professarsi tifoso nerazzurro e che ha rifiutato già il passaggio alla Juventus proprio nel 2016, quando il Sassuolo partecipò alla storica Europa League, ha spesso detto che lui disse no alla Juventus perchè si sentiva di dire quel 'si' a quella squadra neroverde che alla fine non gli aveva mai detto da quando era entrato con loro, e anche che voleva giocare con continuità e che la Juventus spingeva così tanto che sembrava una imposizione che alla fine ha rifiutato per sentirsi tranquillo, dicendo anche che il passaggio pochi anni prima di Simone Zaza e che controllando i minuti giocati dal suo ex compagno di squadra gli fece tirare il freno.

Oggi la Juventus è tornata alla carica e quel giovane che aveva rifiutato la Vecchia Signora per tanto tempo sembra aver cambiato idea, addirittura si è messo fuori rosa da solo; forse oggi con l'esperienza sulle spalle con i suoi 29 anni Domenico ha capito che quel contratto importante e forse l'ultimo della sua carriera ad altissimi livelli lo sta portando a spingere per vestire la maglia più prestigiosa d'Italia e magari sentire quella musica della coppa più importante d'Europa senza dimenticare che nella sua bacheca non vi sono trofei, quindi a 29 anni pensa che qualcosa da ricordare un giorno molto lontano da raccontare a figli e nipoti serve eccome.