I diciotto anni, festa a sorpresa e regalo che entò nella storia della tecnologia che cambiava, un lettore cd per ascoltare la musica, erano i primi che uscivano. Così ecco che in quel 2000 successero due cose importanti i miei 18 anni e la cartolina rosa...che poi ai miei tempi era già divenuta verde.

Così un giorno di febbraio suonano al citofono "Si, chi è?" risposi "C'è un foglio per Marco, è in casa?", "Si" risposi "Scendo subito", tra me e me pensavo che sarà mai? La patente ancora non ce l'ho, quindi sarà una lettera di qualche ragazza con cui mi scrivo...si sicuramente sarà così", così scendo apro il portone e il postino mi dice "E' arrivata la chiamata per i tre giorni", ed io "I tre giorni di cosa?", e questi "Chiamata Militare!", presi questa busta e all'interno c'erano il biglietto di andata per La Spezia. Così tornai a casa e mia madre "Che cosa è una lettera di quella ragazza che ti ci scrivi?", "No mamma, è la chiamata al militare, devo andare a fare i tre giorni!", mia madre prende la lettera e legge "...deve presentarsi entro le ore 21 alla caserma militare di La Spezia" e già toccava anche a me partire.

Così alle 16:30 del 28 Ottobre 2000 mi recai alla stazione da Roma Termini. Ricordo che mio padre mi disse "Vai tranquillo sono le visite mediche e poi ti rimandano a casa, e poi verrai chiamato per fare il servizio militare, l'abbiamo fatto tutti è un anno e poi finisce tutto", io ero tranquillo, ma vicino a me c'erano altri genitori con figli e ricordo che una mamma era in lacrime e il figlio vicino che gli continuava a dire "Mamma sono tre giorni, mica una vita!". Così ricordo che avevo un Nokia 8110, ma nel viaggio mi ricordai di essermi dimenticato il caricabatterie, non stava in tasca era davvero ingombrante quindi lo tenevo dentro la mia cartella, sì, mi ero portato una vecchia cartella di scuola.
Mentre partimmo io e gli altri partenti, mi ritrovai a vedermi davanti la scena di persone che continuavano a dire "Io non lo voglio fare il Militare...", tanti erano in tensine, ad altri uscivano le lacrime dagli occhi, io ero leggermente teso ma allo stesso tempo dai racconti di chi lo aveva già fatto anche un pò di curiosità nello svolgere quel che si faceva in una caserma, forse la cosa che mi pesava meno era alzarmi presto, lo avevo fatto per andare a scuole quindi alzarmi alle 5 non mi sarebbe pesato.

Così arrivai alle 21 meno 10 alla caserma, appena entrato mi fecero mettere in fila, avevo un sonno assurdi "Dai togliti la maglia che facciamo l'elettrocardiogramma, ricordo che non si attaccavano le 'pompette' sul petto ero un manto di peli, alla fine diciamo che quel che serviva era stato fatto "Domani sveglia alle 5 e analisi" richiamò l'attenzione un sergente. Così andammo in questa enorme camerata, lunga e con una luce pari ad un lumicino, entrai e presi il secondo letto a castello la parte superiore, nemmeno il tempo di allungarmi che crollai dalla stanchezza.
Al mattino coperto completamente da lenzuolo e assonnato più che mai sentivo la voce di qualcuno che diceva "Dai, in piedi...", io di punto in bianco risposi "Papà 5 minuti e mi alzo" anche se poi la voce non gli somigliava per niente...Poi il letto cominciò a dondolare e la voce si fece ferma e decisa "In Piedi!", sobbalzai, ah ero dentro la camerata...mi alzai e con la velocità di un bradipo mi vestii, mi alzai e feci il classico 'cubo' con la coperta, poi mi misi in fila appena fuori dalla porta, c'era chi era traumatizzato, c'era chi restava fermo immobile a guardare nel vuoto, così arrivammo in una stanza d'attesa, ricordo che ognuno di noi aveva un numero e pian piano dalla stanza analisi si veniva chiamati, la cosa però che mi colpii fu quando chiamò il numero "105! 105! Allora chi è 105! Tu? 105!" così vicino a me c'era un ragazzo con lo sguardo fisso in terra, tremava e aveva una paura folle, "Ti stanno chiamando" poggiando la mano sulla sua spalla, si alzò e con un passo quasi pietrificato entrò nella stanza, forse aveva paura degli aghi, poi capii perchè..."106!" era il mio turno entrai nella stanza e mi ritrovai un infermiere tutto abardato era coperto dalla testa ai piedi ed aveva uno specie di scafandro che copriva anche oltre il capo, mi misi seduto e arrivò con questo ago...ago! ma che dicò era almeno il doppio se non il triplo di quello normale "Stia fermo tanto sarò veloce, quale braccio?" risposi "Sinistro grazie", ma poi grazie di che..."Ah!" porca miseri mi aveva fatto male, poi pian piano inserì una fiala e vidi salire il sangue con una velocità impressionante, poi un'altra e un'altra e un'altra ancora tanto che alla quarta gli dissi "Ma è un prelievo o un dissanguamento?", "Abbiamo finito signor Marco, ora si va a fare una bella colazione...", ecco la colazione...
Entrai nella sala dove di solito si pranzava e mi diedero una fetta biscottata e una scatolina di frutta da spalmare grande quanto quella della salsa BBQ al KFC, poi un bicchiere di latte, che sapeva di tutto meno che di latte.
Così uscii e andai con alcuni che avevo conosciuto là ed erano tutti di Roma e dintorni a vedere La Spezia, mi accorsi quasi subito che non era per nulla grande anzi mi accorsi che gran parte di quello che c'era intorno erano il mare che aveva un odore assurdo, ci entravano le navi e i traghetti, qualche Bar e ristorante, almeno la parte che giravamo nei dintroni della caserma nella quale avevamo l'obbligo di rientrare alle 22 dall'uscita alle 16. I tre giorni passarono non troppo veloci, anche perchè di passatempi non è che c'era nulla di che, ci divertivamo con poco, che ne sò "Scusi signora via del Martello?" sapevamo che c'era via Chiodo e proprio per questo ci divertivamo con assurdità varie, oppure si andava a vedere le partite di sera, ricordo un Juventus-Amburgo di Champions terminato 1-3 con la Juve che uscì in un girone al quanto facile anche per la rosa che aveva al tempo. Poi? ecco che arrivò il quarto giorno...Ma non erano tre? Si, ma il capitano non era presente al terzo giorno, quindi dovemmo attendere un altro giorno per essere lasciati liberi di tornare a casa. Tornai a casa, e respirare quei profumi non mi sembrava vero, ero tornato nella mia città, tra la mia gente, e una cosa che era la mia quotidianità prima dei tre giorni sembrava di colpo qualcosa di speciale.

La mia voglia di partire militare anzi marinaio prima e militare poi s'interruppe per qualcosa che non andava tra tutti gli incartamenti, e così tornai alla mia vita e nel breve trovai subito il mio primo posto di lavoro.

L'esperienza dei tre giorni aiuta? 
Sì, ti fa crescere anche perchè vivi una realtà sconosciuta prima ma che poi apprezzi, chi non ha apprezzato è perchè per la maggiore pensava che poter diventare un marinaio o uno militare dell'esercito non sarebbe servito a nulla. Sarà una esperienza che mi porterò dietro per tutta la vita.