Le statistiche devono sempre essere trattate con cautela, ma quando offrono un'informazione netta, assumono certamente un significato. Il Milan di quest'anno, fino alla 34a giornata, è passato in vantaggio 19 volte, vincendone poi 17 e perdendone solo 1. 52 punti e 39 goal segnati. In quelle 15 volte in cui è andata in svantaggio, per 8 volte ha perso, e 7 volte ha pareggiato. 7 miseri punti e 12 goal segnati. Zero vittorie. E tra queste 15 volte si annoverano sconfitte contro Udinese, Genoa, Empoli, e pareggi contro Pescara e Crotone. Squadre di medio-bassa classifica. La conclusione più importante è che soprattutto contro le "piccole", il Milan di oggi non può permettersi di approcciare la gara a ritmi bassi, senza pressare, verticalizzare, e senza mettere sotto pressione l'avversario sin dal primo minuto. La squadra ha comunque un carattere forte, e quasi metà delle volte riesce a pareggiare la gara. Ma spesso la confusione e la difficoltà nel trovare gli spazi, la porta a sprecare occasioni e perdere tempo. Il Milan non ha ancora i mezzi tecnici per "spaccare" nel corso della partita le squadre chiuse e motivate a difendere il risultato. I suoi giocatori hanno bisogno dei contropiede rapidi e degli ampi spazi, che si offrono davanti soltanto quando è il Milan stesso a passare in vantaggio. Qui si legge la differenza tra partite con il giusto approccio, come quella contro il Palermo, da quelle contro Pescara, Empoli e Crotone. Non è il Milan di Sacchi, Capello e Ancelotti. È un Milan che deve rinascere, ma che lo deve fare con intelligenza e pragmatismo. E tanta, tanta determinazione. Per contribuire a definire sin dal primo minuto quali siano le gerarchie. Deciso con le più deboli e cauto con le più forti. Ma sempre con tanta grinta e determinazione. In attesa di avere i giocatori giusti per poter dominare ogni avversario.