Il tanto atteso giorno è arrivato: Antonio Conte e il Tottenham Hotspur non saranno più compagni di viaggio. 
La notizia era infatti nell'aria da un po' di tempo visto che in terra londinese i malumori erano ormai all'ordine del giorno; colpa dei risultati altalenanti? Colpa del malcontento di alcuni giocatori? Colpa dell'amore mai veramente sbocciato tra Antonio e i suoi tifosi? 
Forse una di queste motivazioni, forse tutte o nessuna, ma adesso Antonio Conte torna ad essere un free agent dopo l'avventura in Inghilterra.
Sirene che richiamano forse un ritorno in Italia o ancor più assurdo sarebbe un ritorno alla guida della nazionale al posto di Roberto Mancini. 
E c'è già chi spera in un epilogo simile, tifosi dell'Inter in primis, che rivorrebbero proprio Antonio Conte alla loro guida per rispolverare i fasti di due anni fa, quando l'Inter si rese protagonista di una splendida cavalcata che la portò alla vittoria dello scudetto e a sfiorare l'impresa europea in Europa League perdendo in finale contro il Siviglia.

Ma a questo punto mi viene da porre una domanda: che Conte sia forte e un vincente non ci sono dubbi, ma è giusto condannare Simone Inzaghi scaricandolo in modo blasonato a fine stagione? Non ci dimentichiamo che Inzaghi ha portato a casa ben 3 trofei in due anni alla guida dell'Inter, sfiorando uno scudetto perso per alcune disgrazie avvenute sul campo (vedi l'errore di Radu con il Bologna) e riportando l'Inter ai quarti di Champions dopo oltre 10 anni. Giudicate voi. 

Comunque non perdiamo il nostro focus e torniamo a parlare del divorzio tra Conte e il Tottenham, partendo dagli inizi quando l'allenatore leccese una volta terminata l'esperienza all'Inter si ritrovò senza panchina in attesa di una chiamata importante visto l'imponente ingaggio da lui richiesto (si parla di circa 13 mln di euro circa). 
Di quei tempi molti club erano senza guida, compreso lo United che stava cercando un nome grosso per riportare gloria e trofei nella propria bacheca dopo i terribili anni bui successiva all'imponente era Ferguson; ma alla porta bussa il Tottenham, prestigioso club inglese che però ha un grande limite: negli ultimi anni non è riuscito a vincere nulla! 
Conte si convince, accetta e comincia il suo percorso sulla panchina degli Spurs, ma si intuisce subito che c'è un problema: tolte le prime partite dove arrivano successi (spesso accade questo fenomeno associato ad una sorta di nuova linfa portata dall'allenatore entrante che scuote la squadra) la squadra comincia a tentennare, iniziano gli alti e bassi che portano i primi malumori nell'ambiente: che poi si sa, nel calcio di oggi non hai tempo per conoscere i giocatori, creare e portare avanti un progetto, farti conoscere per chi veramente sei, appena sbagli sei fuori! 

Conte però tiene duro grazie al carisma e alla tenacia che lo hanno sempre contraddistinto fino alla bella quanto fatale Champions League: ottavi di finale, Milan contro Tottenham, Pioli contro Conte, due allenatori italiani che si sfideranno per un posto tra le migliori 8 d'Europa. 
Gli inglesi sembrano avere poche alternative visto che in campionato sono ormai lontani dai primissimi posti e il titolo è ormai irraggiungibile, provare a tornare in fondo in Champions (dopo la finale del 18/19 persa con il Liverpool) così come aveva fatto Pochettino anche se vi era un po' di scetticismo visto che Conte ha portato tanti titoli di club, ma nessuno a livello europeo. Il risultato è netto, non tanto nello score ma nel gioco espresso in campo; all'andata il Milan trova il gol del vantaggio e poi si difende egregiamente dagli assalti di Kane e compagni; la storia si ripete al ritorno e il Tottenham finisce tra delusione, valanghe di fischi e zero gol segnati in oltre 180 minuti di gioco( recuperi compresi).
Lì escono fuori tutti i malumori presente: Mister Conte si scaglia contro società e giocatori dicendo della prima che sono una società che non punta a vincere e condanna i giocatori dicendo che non lo seguono. Parole forti che spingono tifosi e società ormai in conflitto più totale con Conte, a giungere ad una rescissione del contratto lasciando alla guida del club Crisitan Stellini, storico vice di Antonio Conte dai tempi del Bari nel 2008/2009. 

Ma la domanda che molti si fanno è: quale sarà la prossima panchina di Antonio Conte? 
C'è chi sostiene che tornerà in Italia o chi addirittura come già accennato sopra pensa che possa essere l'erede di Roberto Mancini come Commissario Tecnico della nazionale, ma sicuramente a questo giro si andrà con i piedi di piombo, visto che l'aver accettato l'incarico al Tottenham per non rimanere senza lavoro si è rivelata una scelta frettolosa, magari all'inizio piacevole, ma che poi si è dimostrata un vero e proprio fallimento.