A pochi giorni dall'inizio del campionato molte squadre sembrano ancora edifici in costruzione.
Qualche pilastro è stato sistemato, e vi pare poco! Ma le gru sono ancora in movimento, con i carrelli a fare su e giù, tra i nostri sogni d'estate pallonara. Molti giustamente si chiedono! "Ok le fondamenta, ma il tempo stringe e se non si costruisce il tetto, come faremo quando l'autunno porterà le prime piogge?" Effettivamente, si avverte la sensazione che molte società siano in ritardo rispetto ai tempi previsti per offrire agli allenatori le rose al completo. Le ultime due settimane di mercato un tempo si utilizzavano per puntellare le rose, ma quest'anno, soprattutto le big, sembrano ancora degli edifici senza copertura.

Molte delle grandi si ritrovano alle prese con nodi spinosi da sciogliere (vedi l'Inter con Icardi) o operazioni che potrebbero rivoluzionare l'assetto delle squadre (vedi la Juve se vendesse Dybala), con conseguenze inevitabili sulle impostazioni di gioco, che si modificherebbero totalmente se determinati affari andassero in porto o se invece fallissero magari all'ultimo minuto.

Caselle da riempire. Esuberi da sistemare. Bilanci da far quadrare. E' surreale se pensiamo che l'inizio del campionato è alle porte, e da sabato parola al campo, perchè si comincerà a fare sul serio.

In molte rose ci sono maglie molto importanti ancora senza un sicuro padrone. Poco importa se Icardi, persa la 9 oramai saldamente sulle spalle di Lukaku, abbia chiesto la 7 che indossa in nazionale. Sulla sua permanenza all'Inter non ci scommette nessuno ormai da mesi, sebbene più passano i giorni più i continui "NO" dell'argentino a chiunque, lo rendano un evento più che possibile. Ma che succederebbe se alla Juve in questi giorni cedessero Dybala? Di certo la 10 bianconera finirebbe sulle spalle di un mister X che tra tutti i nomi che circolano intorno alla "vecchia signora" a oggi è ancora un'impresa riuscire soltanto ad immaginare. Con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe sul lavoro di Sarri. Perchè Dybala non è un Rugani che se va alla Roma non cambia di certo le consolidate gerarchie di difesa. L'argentino è un uomo importante nell'economia di una squadra che se te lo tieni o se lo dai via, ti condiziona il gioco di almeno due reparti. In più, evvai con uno dei tormentoni più caldi di tutta un estate, tolta la 9 a Higuain, capire oggi chi la indosserà nelle prossime settimane alla Juve, è ancora un fittissimo mistero. Almeno per noi. Dalle altre parti l'aria è più o meno la stessa. Il Napoli rincorre Icardi, mettendo in discussione addirittura Milik. Non che sia Messi, è evidente, ma stiamo pur sempre parlando del bomber dell'attacco napoletano. Il Milan non riesce a piazzare Silva e per questo rischia di perdere un Correa che ha inseguito vanamente per parecchie settimane. Alla Lazio, se arrivasse una grande offerta per Milinkovic-Savic, si sentirebbero moralmente costretti a lasciarlo andare, ma si ritroverebbero inevitabilmente senza il perno del loro centrocampo.  E altrove, più o meno lo stesso discorso. Perchè se ci parlano di colpi ancora da piazzare, ci raccontano di squadra ancora da sistemare. Insomma, un momento in cui soltanto facendo gli equilibristi si riesce a camminare fra tutte le voci che si sentono in giro.

Dopo settimane di chiacchiere, rumours  e fake news, probabilmente non ci saranno i botti su cui abbiamo ragionato per tutta l'estate. Magari molte situazioni rimarranno esattamente come sono ora. E i veri colpi saranno il trattenere giocatori dati per sicuri partenti, come Dzeko alla Roma, ad esempio, che mentre tutti se lo aspettavano su un volo direzione Milano all'improvviso. Boom! Firma il rinnovo e resta nella Capitale.

Forse ha ragione Paratici quando afferma che di chiacchiere se ne fanno tante ma di affari molto pochi. Proprio lui che se va a Barcellona per trattare un terzino che alla fine non arriverà, te lo raccontano lì per provare a prendere Neymar, Rakitic o Suarez. E sì, perchè se dopo CR7 quest'anno non ti porta un nome di grande livello (forse doveva puntare Messi) da genio del mercato te lo trasformano in un "brocco" tutto all'improvviso. Dimenticando che probabilmente non è mai stato nè l'uno nè l'altro. Né genio né brocco.

C'era un tempo in cui in questi giorni la prima squadra era praticamente fatta, con i titolari sicuri e i numeri appiccicati col silicone sulla parte posteriore della loro maglietta. Si dovevano soltanto sistemare le panchine, i rimpiazzi, tanto per capirci, sebbene il termine sia oramai diventato obsoleto, perchè va di moda far sentire tutti titolari, anche quelli che in campo li vedrai due e tre volte, e soltanto se ti dice bene.

Un tempo alla Juve, si arrivava all'ultimo giorno con l'acqua alla gola, lottando faticosamente per arrivare a un Gastaldello che poi riuscivi persino a perdere nelle ultime ore di calciomercato. O si trattava fino all'ultimo per un Borriello a fine carriera, che ancora ti presentavano come fosse un colpo di mercato, senza rendersi conto che in realtà alla Juve erano finite da tempo sia le munizioni che tutte le cartucce.

Oggi è tutto diverso. O forse tutto uguale. Perchè la differenza la fanno soltanto le cchiacchiere. Probabilmente alla fine non succederà nulla di esplosivo. Molte pedine rimarrannno al loro posto e non vedremo l'arrivo di inattesi nove e dieci che non ci saremmo mai aspettati. Che poi, a ben guardare, CR7 non è nè un 9 nè un numero 10, ma l'indiscusso imperatore della Sette! Valli a capire i poeti dei numeri di maglia. Fiumi di parole saranno passati vanamente sotto i ponti con i nostri sogni trascinati dalla corrente. Ma regalarci un fine mercato al cardiopalma sembra un dovere per tutti gli addetti ai lavori, che se non arriva il 2 settembre, non diranno "basta" anche se "basta" era stato detto da tempo.  E così mentre noi continueremo a sentir parlare di Neymar, Dybala, Suarez, Icardi e Pogba e a sognarli fino all'ultimo suono del gong, gli addetti ai lavori già saranno con la testa a gennaio, quando ci propineranno semplici correzioni di errori come nuovi grandi bombe, che serviranno soltanto a riempire i buchi neri di questa finestra di mercato condita soprattutto di chiacchiere. Perchè quello che di vero giace dietro ogni voce noi tifosi alla fine non lo sapremo mai.

Arriverà l'autunno a riempire anche i terreni di gioco con le sue foglie ingiallite e secche. E a seguire l'inverno, con le temperature che si faranno rigide mentre i giorni perderanno ore di luce. Il campo dirà la sua e mentre la pioggia diventerà neve, capiremo anche noi il dilemma di questa estate: come si fanno i tetti delle squadre? Con i campioni che la buttano dentro oppure con le plusvalenze che sistemano i bilanci?