Dopo mesi di apprensione è un piacere immenso poter scrivere di Vialli per questioni di calcio e non di salute.

E' notizia di questi giorni la concretizzazione dell'offerta per l'acquisto della Sampdoria da parte della cordata guidata da Gianluca Vialli, a nome Calcioinvest Llc. Si parla di 115 milioni e di un Ferrero che pare essersi convinto dopo aver rifiutato la proposta degli inglesi di Aquilor. La trattativa non è stata semplice, con l'attuale presidente nessun accordo, in fondo, lo è mai. Il problema pareva essere una certa distanza tra richiesta e offerta e i diritti legati alle cessioni di alcuni giocatori blucerchiati. Ma, ora, grazie all'intervento dell'ex presidente Mantovani e all'azione decisa del fondo inglese, sembra che Ferrero si sia convinto.

La prima riflessione è di tipo squisitamente sentimentale. A prescindere dalla maglia fa bene al cuore vedere una società gloriosa come la Samp guidata da una sua bandiera anziché, come spesso capita oggi, da un'anonima proprietà straniera che gioco forza acquisisce una società solo per fare un investimento, con la prospettiva magari di rivenderla dopo qualche anno per ricavarne un introito economico. Con Vialli presidente della Samp, non mi riesce proprio immaginare solo a un mero e asettico interesse economico. Vialli alla Samp è cuore, passione, senso di appartenenza. E' il sentimento che trionfa in un mondo, quello del calcio, che sembra aver perso i suoi valori sportivi, invischiato com'è in interessi che di calcistico hanno ben poco. Indipendentemente dalla mia fede differente, non posso non provare piacere (e sono sincera) nell'immaginare il tifoso doriano tornare a sognare con Vialli presidente. Come se il tempo si potesse fermare e la storia azzerare. Per ricominciare daccapo. Riprendendo da quel meraviglioso periodo in cui ai tempi del Vialli bomber i doriani potevano competere con le grandi e togliersi grandi soddisfazioni.

La seconda riflessione, mi porta inevitabilmente a pensare al Vialli uomo. Un campione di sport. Un atleta che contando su un innegabile talento ha saputo costruirsi una storia fatta di vittorie e di innumerevoli soddisfazioni. Un uomo che ad un certo punto è stato tradito proprio da quello stesso fisico che insieme alla testa era stato per lui la fonte di ogni successo e si è ritrovato ad affrontare una partita, quella della vita, a confronto della quale una finale di Champions gli sarà sembrata come la partita di calcetto che si gioca con gli amici di sempre in un giorno qualunque, in mezzo alla settimana.  Ecco. Chiarito che di fronte al destino non esiste talento che possa fare la differenza, ciò che mi preme sottolineare è il coraggio dell'uomo Vialli. Un uomo chiamato ad affrontare una sfida titanica, quella di sopravvivere ad un cancro, che dopo la shock iniziale, si è rimboccato le maniche come fanno tutti quelli a cui tocca una sfida del genere,  e ha iniziato a lottare per continuare a vivere. In queste partite, dove non fa differenza se sei ricco e famoso o se sei uno sconosciuto malato come tanti, laddove la medicina e le cure fanno il loro, poi il resto lo devi fare tu. E fin quando il destino te lo consente a te tocca decidere se fermarti o andare avanti. Credendoci sempre e non mollando mai. Anche quando la partita si fa dura.

Sentire parlare di Vialli che si mette a capo di una cordata per riprendersi la sua Samp e riportarla al vecchio splendore, per me è come leggere di Vialli che cerca di riprendersi la sua vita mettendocela tutta per inebriarsi di ogni profumo e godersi ogni sapore. E come succede anche a noi che non siamo dei del pallone quando ci capita una sfida difficile come questa, vedere il coraggio che affiora in uno sguardo spintonando i timori e scacciando lontano la paura, è un motivo per riscoprire il vero senso della vita, a prescindere dalle cornici che racchiudono il modo di essere e lo status sociale di ciascuno di noi. Perchè purtroppo, in certe partite, siamo tutti sfortunatamente uguali.

Che la Samp torni grande! Fa bene al calcio. E che Vialli sia lì, a restituire entusiasmo ad un ambiente ricavandone a sua volta  energia ed il piacere di esserci ancora, fa bene a tutti. Fa bene alla vita.