A mio parere, la trattativa ben avviata tra Juventus e Manchester City per lo scambio Cancelo-Danilo è la rappresentazione fedele di quello che è diventato il calciomercato in questi ultimi anni.

Le logiche tecniche che si confondono con quelle economiche. La voglia di potenziare una rosa che si scontra con la necessità di rispettare il bilancio. Le trattative che si avviano per accontentare gli allenatori che poi si trasformano via via in manovre indispensabili per realizzare plusvalenze. E noi tifosi a guardare e il più delle volte ad entrare in confusione, perché di fronte ai nostri dirigenti non sappiamo più come valutarne l'operato. Facendo mille ragionamenti in cui alla fine capita spesso che ci perdiamo anche noi.

Qual'è oggi il profilo del grande dirigente? Quello di uno che se vuoi vincere tutto si libera dei pesi morti e ti porta i top player? O quello che per far quadrare i conti riesce a liberarsi di ingaggi pesanti ma ti indebolisce la squadra? Quello che va per conto suo seguendo soltanto le direttive della società o quello che si fa condizionare dalle indicazioni dell'allenatore che a volte diventano pretese mettendolo in difficoltà? Forse "in medio stat virtus" e il grande dirigente è quello che sa essere al contempo un grande sceneggiatore di scambi economici e un altrettanto grande e romantico fabbricante di sogni. Ma ti pare facile, di questi tempi, trovare l'equilibrio?

E noi tifosi sempre qui a guardare. Inermi. A fare il nostro mestiere di "criticoni", perché certe volte, ammettiamolo, non ci va proprio bene niente e lasciare a loro l'onere di fare il loro, che a quanto si vede, più si va avanti, più diventa terribilmente complicato.

Ma prendendo ad esempio ogni trattativa avviata dai nostri dirigenti, ho la sensazione che emerga di continuo questo drammatico contrasto tra logiche lontanissime fra loro come la ragione economica e quella puramente calcistica. Che purtroppo nel mondo calcio convergono sempre creando spesso implosioni più che esplosioni. Con noi tifosi che restiamo con il naso all'insù per tutta l'estate e alla fine, dopo la notte di San Lorenzo, dobbiamo capire ragioni a noi ignote e accontentarci di quello che ci resta.

Il senso dello scambio tra Cancelo e Danilo, a mio parere è insito in tutto il discorso che ho appena fatto e ne è fedele rappresentazione come dicevo all'inizio.

Cancelo, fortissimo terzino offensivo, molto meno a livello difensivo, vuole andar via dalla Juve. Non è una novità. Cambia squadra ogni anno. A livello caratteriale è discontinuo un pò come sul terreno di gioco. Lo vuole il Manchester City. La Juve chiede 60 milioni. Gli inglesi propongono Danilo e soldi. La Juve non ci sta. Danilo non convince. Reduce da un infortunio non è più quello dei tempi del Porto. Molti lo vedono uno scarto di Real e di Manchester City. Non è certo quello che può far fare il salto di qualità alla Juve, anche se a livello difensivo è forse meglio di Cancelo e per essere forti sulle fasce Sarri può contare su Douglas Costa e Bernardeschi in avanti. Ma ai più, Danilo non sembra l'uomo giusto per sostituire il portoghese. E dello scambio non se ne parla più. Poi la Juve compra. Si accolla alti ingaggi e il bisogno di vendere diventa necessità. Ergo. Il Manchester City vuole Cancelo? La "conditio sine qua non" è l'inserimento di Danilo nella trattativa? Ok. Ne possiamo pure parlare! Il tutto palesemente per ragioni economiche.

E così, mentre la conclusione dell'affare (che molti vedono affare solo per gli inglesi) darebbe respiro alle casse bianconere, sulle fasce ci ritroveremo con Alex Sandro, Danilo e De Sciglio, e un Cuadrado mina vagante, perché a livello difensivo comunque vale quanto e forse meno di Cancelo.

E quindi, mi chiedo. Dovesse andare in porto uno scambio del genere, che tipo di valutazioni andrebbero fatte? Mentre i dirigenti svolgono il loro mestiere di compratori d'arte rischiando a volte di portarci solo piccole imitazioni, a noi tifosi che tipo di considerazioni rimangono da fare? Anche perché, non dimentichiamolo. Finito il mercato e insieme a lui tutte le discussioni d'estate, quello con cui tutti quanti dovremmo confrontarci saranno sempre gli undici che scenderanno in campo con addosso la nostra maglia. E lì ricominceremo tutti a parlarne. Con buona pace di quelli a cui non interessa nulla di plusvalenze e affari mancati, ma tirano dritto, perché se d'estate si parla solo di acquisti o cessioni, quello che conta d'inverno è solo se la palla entra in rete, o finisca in tribuna!