Per il Ministro Spadafora non deve essere un momento facile: mentre l'Italia è stretta tra una psicosi sanitaria senza precedenti e una paralisi economica drammatica, il suo Ministero è stato dato in pasto ai giornali e al popolo molto più di quelli dell'Economia e della Salute. Goffamente il Ministro, come tutto il Governo, si è sempre trincerato dietro l'impossibilità di avere certezze sul futuro, quasi ci aspettassimo che un politico fosse mago o profeta.
I politici, molto più semplicemente, fanno scelte, giuste o sbagliate che siano: ne hanno fatte Macron e la Merkel, così come Boris Johnson e Donald Trump. Non citiamo la Cina, nonostante sia uno dei modelli di riferimento del Governo, perché la Cina non rispetta i diritti umani e di libertà, quindi ha gioco facile. Josip Stalin, custode di un'altra bandiera rossa, era altrettanto sbrigativo nel governare i suoi sudditi "Un uomo un problema, nessun uomo nessun problema".
Qui in Italia, invece, il potere assoluto spetta ai virologi: il problema è che dai virologi abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, passando in qualche settimana dal rischio zero al lockdown sine die. I virologi, però, sono la foglia di fico ideale per nascondere il fallimento totale del sistema Italia di fronte all'emergenza: l'Italia rischia di essere il primo paese occidentale colpito dal contagio di massa e l'ultimo a ripartire, avendo inoltre subito il danno maggiore, sia livello umano, che economico. Ma visto che questo disastro è in mano ad almeno 500 esperti, che suppliscono ad un Parlamento di quasi 1000 unità, membro più membro meno, di chi sarebbe la responsabilità di far ripartire o meno il calcio?
In Germania, lo ha fatto la Merkel. In Inghilterra, Boris Johnson si è preso una settimana in più, ma tutto lascia pensare che si riparta. In Francia, il Governo ha detto no. Solo qualche giorno fa il ministro Spadafora parlava di un sentiero molto stretto per la ripresa: e d'altronde dal Governo del rischio zero e del lockdown alla cinese, non c'era da aspettarsi molto altro.

Invece all'improvviso qualcosa si è mosso: con metà Italia a casa senza lavorare, molte serrande abbassate e droni ad inseguire pericolosi bagnanti solitari, il pallone ha ripreso timidamente a muoversi, pur senza rotolare. Mentre il Ministro parlava di pressioni di ogni genere, il noto giornalista Furio Focolari ha usato un'espressione più pittoresca, dicendo che al Ministro erano venute le orecchie da elfo a furia di ricevere reprimende dal Governo. Non ci hanno insegnato i Romani che il modo più facile per tenere buono il popolo è "panem et circenses"? Non essendo possibile moltiplicare all'infinito il pane in un'Italia improduttiva, a meno di non essere il Nazareno, è diventato assolutamente urgente far ripartire il circo per eccellenza: il calcio.
Ma come spiegare tutto ciò ai custodi della virologia italica (neanche i migliori, a giudicare da alcune classifiche internazionali)? È sostanzialmente impossibile. E come spiegare al popolo, a lungo senza mascherine o con le mascherine taroccate, a lungo senza tamponi e senza test, che per ripartire bisogna denudare il Re? Ovvero dire ad un popolo che ha perso la libertà, il lavoro, l'entusiasmo e spesso anche persone care, che per il calcio e i calciatori tutto è possibile, anche fare tre tamponi a settimana?
Per cui ci si inventa un protocollo fatto apposta per fare una grande pantomima, quasi che, in linea con l'autocrazia virologico-politica che ci governa, il Covid19 sia diverso da quello tedesco o da quello inglese. Curiosamente, dopo due o tre settimane di silenzio, sono rispuntati come funghi i positivi asintomatici tra i calciatori.

Insomma: il calcio italiano sta per morire, ma manca il becchino.
Sulla cerimonia, Winston Churchill de noantri c'ha concesso qualcosa in più in questi giorni, quindi saremmo un passo avanti. Ormai è chiaro che, per garantire la sopravvivenza di questo Governo, alcune sue anime spingano per prolungare all'infinito l'emergenza: ma il becchino non può più essere la Scienza, con la maiuscola, che in Germania e altrove sì è dimostrata efficace nel contrasto al Covid19. In molte culture antiche, in primis quella ebraica, la soluzione era semplice: nel giorno dell’espiazione (kippūr), il sommo sacerdote trasferiva tutti i peccati del popolo su un capro, non a caso detto "espiatorio", che poi veniva abbandonato nel deserto.
Tutto fa supporre che si stia cercando un essere animato che accolga su di sé i mali e le colpe della comunità, in primis di governo, che in questo modo ne verrebbe liberata. Spadafora è avvisato.