Siamo ancora in emergenza covid-19 e sarebbe inutile negarlo perché i dati sono alla luce del sole. Non bisogna arrendersi. E’ necessario rispettare 3 regole fondamentali che sono sottolineate e rimarcate in continuazione dagli esperti ormai in maniera concorde. Quando lo sgradito ospite è piombato alle nostre latitudini ho notato qualche remora e titubanza soprattutto relativa all’utilizzo della mascherina. Con il trascorrere del tempo, pare che si sia trovata una linea comune. Questo strano arnese è utile a limitare il rischio del contagio e non è dannoso per la salute. D’altra parte, i vari meme che girano sul web sono comprensibili e denotano una logica piuttosto solida. Se si spinge un liquido su un tessuto o una qualsiasi superficie, questo avrà più difficoltà a raggiungere l’obiettivo rispetto al farlo nell’aria libera. Se Tizio e Caio chiacchierano amabilmente usufruendo di tale scudo, sono di certo meno esposti al virus. L’esteticamente discutibile marchingegno medico, poi, ha un potere filtrante ancora più importante rispetto a un semplice elemento qualsiasi. E’ brutto e fastidioso, ma usiamolo. Andando verso l’inverno, inoltre, potrebbe anche avere la funzione di scaldare la bocca evitando le note screpolature alle labbra ancora più orribili rispetto alla maschera. Non voglio scherzare su tematiche così importanti. Davvero, facciamo tesoro del consiglio e adoperiamo l’oggetto che vede amplificata la sua capacità se si mantengono le distanze di sicurezza. Nemmeno tale richiesta pare contenere i canoni dell’assurdità. Resistiamo e viviamo, per esempio, senza baci e abbracci tra non conviventi. Non è uno sforzo così disumano e anche in tempi di normalità può preservare da altre malattie, meno importanti, ma comunque fastidiose. Si pensi a una banale gastroenterite che costringe il soggetto a non lavorare, magari restando chiuso in bagno per intere giornate. L’ultima raccomandazione è legata all’igiene personale. Pure questa è banale e salvifica anche in periodi senza il SarsCov2. Per comprendere meglio il concetto, basti osservare al microscopio una banconota e, scommetto, nessuno oserebbe toccare nient’altro senza prima essersi sanificato la parte del corpo che è entrata a contatto con essa.

Ora, però, parliamo di pallone… Ho letto molti articoli sul rapporto tra questo sport e l’emergenza tra cui un pezzo parecchio interessante di Marco Bernardini pubblicato su Calciomercato.com e dal titolo: “Per fortuna è rimasto il calcio a illuderci che tutto va bene. In questi scritti noto sempre un’importante preoccupazione relativa al domani. In effetti, non si può negare che la situazione sia molto diversa rispetto a quella di 365 giorni fa. Il mondo attuale vive in uno stato di maggiore incertezza. Tutto può accadere. Sarà una mia falla psicologica, ma non ho mai accettato l’idea del “navigare a vista”. Non sopporto quando invito qualcuno a cena e questi mi risponde “vediamo” oppure “ci aggio” che è una sgradevole e moderna abbreviazione del professionale “ci aggiorniamo”. Ho sempre pensato che, se l’ospitato non dispone di altri impegni, dovrebbe sentire il dovere morale di replicare in un breve lasso temporale. Se non gradisce la mia compagnia, mi risponda pure “picche”, ma non mi lasci con il dubbio. Nel frattempo, infatti, potrei trovare altre soluzioni evitandomi tristi momenti solo sul divano con una serie tv e un tea caldo. Magari qualcuno farebbe carte false per certi momenti d’intimità. Io sono un tipo piuttosto socievole… L’esempio è banale, ma calza alla perfezione. Se una serata ha un’importanza minimale, il futuro di un popolo è fondamentale. Occorre esigere soluzioni immediate e consone. Nel caso del coronavirus si chiamano protocolli. Bene ha fatto, quindi, la Figc a garantire la ripartenza del calcio in sicurezza. Il concetto, tra l’altro, è stato sottolineato pure dal Presidente del Coni Malagò. Non dobbiamo farci dominare dal covid-19. E’ necessario considerare che esiste, ma cercare di porlo all’angolo e ridimensionarlo nel migliore modo possibile. L’emergenza c’è, ma non si è nella pessima condizione dei trascorsi marzo e aprile. Ora il SarsCov2 è un leone che, però, può essere rinchiuso in gabbia. Per raggiungere tale scopo, occorre rispettare le norme svolgendo ogni tipo di attività. Sia chiaro: non si tratta della situazione attuale. Si ponga, però, il caso in cui qualche mente malsana analizzi attentamente la situazione e noti come il mondo si faccia soggiogare dal problema. Questa potrebbe trarre spunto e originare in futuro una nuova demoniaca sostanza in grado di ripiombare l’universo nella paura e dominarlo.

Dopo aver analizzato simili concetti, provo a immaginarmi un programma calcistico futuro in cui il covid-19 esiste e il globo ne è assolutamente consapevole, ma lo rintana nei bassifondi della più sicura prigione al mondo come il peggior criminale. Noi scriviamo la storia. Al coronavirus non resta che coprire il ruolo dello sgradito spettatore non pagante. Vorrei partire dai dilettanti e dal pallone amatoriale. Queste categorie sono state completamente dimenticate durante l’estate, ma era davvero impossibile riuscire a concepire una loro ripartenza immediata in sicurezza. Se i professionisti possono permettersi determinati protocolli, i medesimi non sono attuabili per altre realtà. Si tratta di un problema di costi e non solo. Non si può immaginare che un lavoratore debba sottoporsi a certe situazioni per un’attività che rappresenta un hobby o semplicemente una “seconda remunerazione” con cui non riesce a mantenersi. Con il trascorrere del tempo, però, si sono creati i presupposti utili a riavviare pure questi meccanismi e ne sono molto felice perché rappresentano il sale del calcio. La partitella con gli amici o il derby di campanile tra 2 borgate vicine sono qualcosa di magico in grado di scaldare il cuore. Il pallone non può privarsi di simili situazioni. E’ chiaro che la normativa imposta è sicuramente molto dura. Non tutti possono permettersi di proseguire il loro cammino rispettando certe direttive. Ahimè e con grande rammarico, qualcuno si è dovuto arrendere o lo farà, ma è davvero difficile trovare altre soluzioni. Chi rischia di pagare il conto più salato è sicuramente l’amatore che potrebbe essere trasportato a evitare qualsiasi tipo di rischio legato a uno scopo prettamente ludico e sostituibile con altri divertimenti o sforzi fisici. Occorre scansare l’ipocrisia. Purtroppo, si parla del prezzo minimo da pagare a questa tremenda catastrofe. Se si pensa che alcuni mesi fa non si poteva nemmeno immaginare una ripartenza della vita, l’impossibilità di disputare alcune gare soltanto ricreative non può essere drammatica. Sono felice, invece, di leggere la formazione dei raggruppamenti in categorie come serie D, Eccellenza e Promozione. E’ un grande successo. E’ una vittoria collettiva. Occorre ringraziare Gravina, la Figc e tutti gli esperti che si sono adoperati per tale risultato.

Urge, poi, riportare i tifosi negli impianti. In questo caso, infatti, si sta trattando di movimenti economici importanti che potrebbero significare anche posti di lavoro. I tempi, ormai, sono maturi e, se durante l’estate ero titubante, penso che con il trascorrere dei mesi non ci si possa esimere da tale compito. Riapriamo gli stadi! E’ inimmaginabile pensare alle bolge. Sarebbe assurdo e fuorviante, ma i numeri ridotti e il distanziamento conducono a soluzioni logiche. Non sarà semplice contingentare e controllare gli ingessi evitando assembramenti ai cancelli, ma occorre risolvere questo problema piuttosto alacremente. Si potrebbero suddividere le entrate su orari diversi con spettacoli di intrattenimento per chi è costretto a lungo in loco e bisognerebbe ampliare il numero dei varchi atti a inserirsi o uscire dall’impianto.

Con la certezza che quanto scritto sopra possa divenire realtà nel minor tempo possibile, mi immagino la magnifica stagione che sta per iniziare e che sarà portata regolarmente a termine perché “Caro coronavirus, stavolta non ci prendi di sorpresa. Ti conosciamo e ti abbatteremo! Per te, la pacchia è finita”. Mi piace pensare che l’annata sia cominciata con l’under 21 e la sua amichevole vinta 2-1 contro la Slovenia. Nonostante un caso di contagio di un giocatore azzurro il giorno prima della gara, il match è andato regolarmente in scena. Che successo! Ottimo lavoro! La Nostra Nazionale, invece, partirà dalla Nations League e dalla gara contro la Bosnia in programma questa sera. Volerà poi in Olanda per sfidare i padroni di casa in un girone completato dalla Polonia. Non è una passeggiata di salute in considerazione del fatto che tali match si disputeranno nelle finestre di sospensione del campionato. Non si può certamente dimenticare la Champions e l’Europa League in una stagione tutta d’un fiato. Scivolerà via in 8 mesi super intensi. E’ un errore? No. Il calcio è gioia e divertimento. E’ giusto garantire lo spettacolo. E’ corretto consentire qualche momento di sana distrazione a un popolo già affranto da altre tristi questioni. Avanti tutta, quindi, e basta con le polemiche da calendario. L’emergenza attuale potrebbe insegnarci a godere delle “piccole cose” e non arrabbiarsi per situazioni non così determinanti. Si giochi. Si porti a termine l’annata assicurando un servizio e consentendo a tante persone di mantenere. Il risultato è chiaramente fondamentale, ma i molteplici impegni o gli incastri del sorteggio sono parte del prodotto. Suvvia, non esageriamo… In questo periodo non si aveva il tempo necessario per rivedere i format. Le energie erano tutte concentrate sul rimettere in moto la macchina a pieno regime. Quando questi passaggi saranno definitivamente completati, si guarderà al resto.

Dopo il doppio impegno delle Nazionali sarà la volta dei campionati. A dire il vero la Francia è già partita come la serie A femminile. Nel weekend del 11 e 12 settembre torneranno Liga e Premier. Il 17 , il Milan sarà ospite dello Shamrock Rovers nei preliminari di Europa League. Il 19 toccherà al nostro massimo torneo e alla Bundes. Non voglio criticare alcuna decisione. La Lega Serie A ha deciso che Inter e Atalanta inizieranno il torneo dalla seconda giornata a causa degli impegni europei. Stessa sorte toccherà allo Spezia reduce dai playoff di serie B. In effetti può starci. Ammesso questo, il Bayern Monaco, giunto in finale di Champions, non partirà in ritardo. Forse potremmo porci qualche domanda sulla mentalità… Non è un giudizio di valore. Sto semplicemente rimarcando delle differenze di approccio al calcio e, direi, alla vita. La curiosità è tutta sulla nuova Juventus targata Pirlo che sfiderà la Samp. Ci sarà Suarez? Sarà arrivato Dzeko? Vedremo. Anche il Milan di Pioli, Ibra e Tonali attrae una forte attenzione mediatica nel match casalingo con il Bologna. Non si dimentica, inoltre, il Napoli di Oshimen che se la vedrà con il Parma. Sette giorni dopo debutterà pure l’Inter contro la Fiorentina. In mediana ci sarà Vidal? Il finesettimana del 26-27 settembre sarà pure la volta della nuova Atalanta con Romero e Miranciuk, ma purtroppo senza Ilicic. I bergamaschi saranno ospiti del Toro. In quel periodo tornerà pure la serie B e, finalmente, il calcio dilettantistico. Assisteremo subito a grandi duelli come quello tra la Roma e la Vecchia Signora in programma già nel secondo turno e tra i bianconeri e il Napoli in onda la giornata successiva.

All’inizio di ottobre ci saranno i sorteggi dei gironi di Champions ed Europa League. Queste competizioni prenderanno il via alla fine del mese citato. La fase a gruppi terminerà prima della sosta natalizia che in serie A sarà davvero breve: dal 24 dicembre al 2 gennaio. Si tornerà in campo il 3 e si giocherà anche per l’Epifania. Intorno al 20 sarà la volta degli ottavi di Coppa Italia con le squadre top del nostro massimo campionato che debutteranno nella competizione per cercare di strappare la coccarda dalla maglia del Napoli. Questo torneo, però, prenderà avvio già alla fine di settembre. A febbraio ricomincerà la caccia ai trofei internazionali. E’ inutile nascondere che quel periodo sarà davvero particolare. La mente tornerà alla scorsa stagione e al terribile lockdown. Sarà come rinascere. Sarà come vivere una nuova vita e l’emozione correrà di brutto sperando che possa cancellare almeno i pessimi ricordi legati a uno stop distruttivo e desolante. E’ chiaro, però, che la morte non si può depennare dalla testa dei cari. La finale di Coppa Italia è in programma per il 19 maggio 2021. Vedremo se sarà disputata a San Siro o a Roma. L’Olimpico, infatti, potrebbe essere impraticabile a causa della vicinanza all’Europeo che partirà proprio da quell’impianto. Il 23 si chiuderà la serie A. Tre giorni più tardi sarà il turno dell’ultimo atto di Europa League. La gara sarà a Danzica in Polonia. Il 29, invece, ecco la Champions. La massima competizione continentale per club decreterà la sua regina a Istanbul. L’11 giugno partirà l’Europeo itinerante che si chiuderà il 12 luglio a Wembley. Sarà un enorme simbolo di rinascita e il calcio non ci abbandonerà neanche più tardi con impegni sempre costanti e ravvicinati perché lo sport è vita e speranza. Senza queste componenti, l’esistenza non ha senso e sono certo che le tenebre del covid-19 non sfioreranno più tali magnifiche discipline.