La serie A Italiana e il massimo che si possa trovare nel mondo calcistico per eccessi e contraddizioni, calciatori portati in palmo di mano alla stregua di eroi, dirigenti che con la loro bravura possono fare il ministro dell'economia, allenatori che rivoluzionano il calcio. Insomma in Italia siamo i più bravi e più belli di tutti. Ma in realtà queste eccellenze sono merce rara molti pseudo-fenomeni li abbiamo erroneamente portati alla ribalta magari per una partita o un affare di mercato. Ci esaltiamo con troppo poco e deprimiamo con troppa velocità.

Ma qualcuna appunto c'è e questi sono i meno mediatici i meno pubblicizzati, la gente che lavora sotto traccia in silenzio, gente che fa’ quello che deve e non cerca gloria ma soddisfazione personale e riconoscenza. Un nome che sta salendo alla ribalta c'è, Igli Tare. Dirigente abilissimo della Lazio, da giocatore lo si ricorda per una carriera "normale" nessuna nota da ricordare particolarmente, ma da dirigente stiamo assistendo all'avvento del nuovo Allodi, Boniperti o Moggi (calciopoli a parte).

In una società molto attenta e comandata da un ottimo presidente molto aziendalista ma capace sicuramente, Igli Tare sta’ facendo un lavoro estremamente proficuo, sotto ogni aspetto, con un orecchio sempre alzato in ascolto dei Diktat di Lotito. In questi anni anche grazie a Tare la Lazio può definirsi una eccellenza del calcio Italiano, una squadra con conti relativamente in ordine nessun buco nero a tre cifre, attenzione al mercato dei giovani e fiducia agli stessi. Ha dato fiducia ad un buonissimo allenatore emergente come Simone Inzaghi, tanto bravo da arrivare ad un passo dalla qualificazione Champions e capace di mostrare un ottimo gioco. Ma soprattutto ogni anno capace di scoprire e valorizzare giocatori sconosciuti o riportare giocatori ritenuti finiti in auge. Chi poteva immaginare che un giovane ragazzo serbo poco più che ventenne proveniente dal Genk in poco più di due anni e mezzo potesse diventare uno dei pezzi pregiati del mercato per la stagione 2018/19? Chi poteva immaginare di rivitalizzare Ciro Immobile un attaccante che sembrava perso, giocatore da 47 presenze e 41 goal e titolo di capocannoniere nella stagione passata? senza dimenticare i Luis Alberto, Lucas Leiva e De Vrij, giocatori diventanti un fattore importante nella stagione. In verità è perfettibile alcuni errori di costruzione nella squadra li ha anche fatti, Nani,Neto,Jordão,Marušić,Caicedo non valgono la serie A (spiace per Nani caduto in disgrazia) ma nessuno è perfetto.

Siamo di fronte ad un dirigente capace operoso e silenzioso non uno fatto diventare forzatamente ed erroneamente bravissimo come troppo spesso ci capita di fare, uno che dovrebbe si avere la fama che gli spetta data dalla bravura espressa non ipotetica. Un personaggio che non fa’ della comunicazione il suo punto di forza, anzi spesso lontano da telecamere e microfoni, ogni tanto un post partita qualche intervista per lo più sui giornali locali, non molto di più un anti divo insomma. Sarebbe ora di riconoscere i meriti a certi individui e lasciare indietro quelli che non lo meritano, non viene bene in foto ancora parla un Italiano non perfetto per molti risulta noioso e banale, poco fumo e molto arrosto, ce ne fossero di più vedremmo in Italia un calcio modello basato sui fatti non sulle chiacchere, all'altezza dei migliori ed invece dobbiamo spesso accontentarci.

Troppo spesso ci facciamo incantare da venditori di fumo dovremmo essere tutti quanti un poco più attenti, più capaci di riconoscere il grano dalla crusca, dobbiamo imparare ad non esaltarci con troppa facilità per non rimanere poi delusi.

Complimenti Lazio complimenti Lotito ma soprattutto complimenti Igli Tare