Bentornati all'appuntamento de 'I venti portieri più forti della storia', oggi torniamo in Italia, ad un portiere che legò la sua intera carriera ad un club, conquistando anche il primo Mondiale della nazionale italiana: Gianpiero Combi.

Giampiero Combi nasce il 20 novembre 1902 a Torino. Appassionato del calcio fin da bambino, si diletta tra le vie della sua città, con il pallone sempre sotto il braccio.
L'Italia entra in piena Prima Guerra Mondiale nel 1915, prima schierandosi nella Triplice Alleanza (Germania e Austria-Ungheria), per poi dichiarare guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, terminata il 4 novembre 1918, e di Combi tra il 1915 e il 1918 si sa davvero poco della sua adolescenza, soltanto che fece un provino all'età di 16 anni al Torino come portiere, ma fu scartato per la sua fisicità, soprattutto per la sua altezza, 171 centimetri, che era considerata insufficiente per giocare in porta. Poco tempo dopo, fece un provino per la Juventus, che lo accolse in rosa. Dal 1918 Combi entra ufficialmente tra le fila della squadra bianconera, che aveva visto delle doti innate nel ragazzo, che entra tra le fila della Primavera, restandone fino al 1922, quando il portiere titolare della prima squadra Emilio Barucco, venne colpito da un malanno, e Combi fu promosso come il titolare bianconero, il 5 Maggio 1922, nella trasferta in casa della Pro Vercelli. Non fù una gioranta positiva ne per il portiere, ne per la Juventus, che subì una sonora sconfitta, 7-1. Combi avrebbe potuto abbattersi, mentre da quel dì ad ogni allenamento, chiedeva ai suoi compagni di squadra di calciare verso la sua porta, anche di potenza, affinando ogni minimo particolare, perchè quei 7 gol, divenissero soltanto un brutto ricordo, ma che non avrebbe dovuto più ripetersi. Il fisico di Combi si trasforma; massa muscolare incredibile, che per i molti del periodo, era davvero impressionante. Tra i pali Gianpiero comincia a dare il meglio di sé, la sua arma era il piazzamento, davvero incredibile, come avesse gli occhi anche dietro la testa, quanto fosse preciso nelle uscite sull'avversario. Combi non amava fare parate vistose, i classici tuffi da fotografia, preferiva le uscite rozze e le parate sicure, per questo fu soprannominato 'Fusetta' che nel dialetto torinese, significava, lampo, petardo, quanto fosse rapido nelle uscite e nella presa, quasi l'attaccante non si accorgesse in tempo delle sue uscite.
Nel 1924 arriva la chiamata della Nazionale italiana, il 6 aprile 1924, esordendo in un'amichevole contro l'Ungheria, persa per 7-1. Al di fuori del campo, Combi lavora nella distilleria di liquori di famiglia, situata sempre a Torino, tanto da pensare fortemente di lasciare il calcio, perchè nell'estate 1925 sarebbe dovuto partire per l'America, dove avrebbe fatto conoscere i suoi liquori in terra Usa. Non esserndo ancora sotto contratto da professionista, la Juventus deve decidere cosa fare della sua carriera, alla fine dopo una riunione societaria, Combi firma un contratto e diviene professionista, ricevendo anche una automobile dal gruppo FIAT. Stagione 1925-1926 alza il suo primo scudetto con la Juventus, primo trofeo personale.
Nel 1926 ha ottenuto il record d'imbattibilità, che venne fissato a 934 minuti. Nel 1927 alza la sua prima Coppa Internazionale con la maglia azzurra, battendo, e prendendosi una rivincita importante,  nella finale contro l'Ungheria a Budapest, con un sonoro 5-0 per l'Italia. Combi nel 1930, all'età di 28 anni, è un portiere cercato per tutta Italia, è tra i migliori portieri al Mondo, al pari di Ricardo Zamora e František Plánička, lui decide di restare alla Juventus, che nel frattempo stava per conquistare un record assoluto... Nella stagione 1930-1931 torna a vincere lo scudetto, che verrà seguito da altri tre; 1931-1932 e 1932-1933, 1933-1934 con un record assoluto di vittorie consecutive di un campionato italiano.
Nel 1934 partecipa al Mondiale italiano, doveva partire come secondo di Carlo Ceresoli, portiere dell'Ambrosiana-Inter, se non che Ceresoli per fare un intervento azzardato in allenamento su Pietro Arcari, si ruppe un braccio, così il commissario tecnico Vittorio Pozzo, puntò sul trentunenne Combi mettendogli anche la fascia di capitano sul braccio, e fu ripagato da grandissime prestazioni e un Mondiale vinto in finale contro la Cecoslovacchia per 2-1, che portò a Combi ad alzare la Coppa del Mondo. Lo stesso anno Combi, dopo aver riflettuto abbastanza, decide di ritirarsi dal calcio, con 351 presenze nel club e 47 in nazionale.

Dopo il suo ritiro dal calcio, nel 1940 è stato anche direttore delle sezioni Nuoto e Hockey sul ghiaccio per la Juventus. Mentre collabora con la Famiglia Agnelli per risollevare le sorti della Juventus, mentre si trova sul lungomare di Sanremo a bordo della sua auto nel 1953, viene colto da un malore, tenta invano di raggiunge l'ospedale di Imperia, ma alla fine accosta sul ciglio della strada, dove poco dopo muore all'età di 51 anni. Dopo la morte, gli vengono attribuiti alcuni riconoscimenti; Nel 1956 la Juventus gli intitola il campo dall'allenamento, mentre nel 1957 gli venne intitolato il campo Litterio di Merano, Bolzano, dove fu protagonista in una delle gare del Mondiale 1934.
Nel 2011 è stato infine inserito nella Walk Hall Of Fame dei 50 giocatori più forti della storia della Juventus, nel nuovo Juventus Stadium.