Bentornati al diciottesimo appuntamento de 'I venti portieri più forti della storia', oggi per la prima volta ci spostiamo in Repuplica Ceca, dove troviamo un portiere che ha legato per una vita il suo nome ad un club, oltre che ad essere un punto fermo della sua nazionale: František Plánička.

 František Plánička nasce il 2 giugno 1904 a Praga, nella vecchia Cecoslovacchia oggi Repubblica Ceca. La nazione è sotto la Monarchia asburgica, dell'Impero Austro-Ungarico. Appassionato di calcio fin da bambino, lettore assiduo di articoli di calcio, cresce con la voglia di divenire un calciatore. La sua vita non è del tutto facile, soprattutto quando in adolescenza all'età di 14 anni si ritrova nel bel mezzo del conflitto polacco-cecoslovacco nel 1919, che durò ben sette giorni, dal 23 gennaio e terminò il 30 gennaio; la Seconda Repubblica di Polonia e la Prima Repubblica cecoslovacca, durante i convulsi eventi del periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale. Questo conflitto nacque a seguito del vuoto di potere lasciato dalla caduta dell'Impero austro-ungarico nell'Europa centrale ,a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale. František Plánička, dovette, per quel periodo chiudere i suoi sogni in un cassetto.
Quando tutto si risollevò, e la Cecoslovacchia riuscì a rimanere uno Stato indipendente, Plánička tornò a giocare al calcio e da lì a poco entrare nelle fila del Bubenec, una squadra di Praga, con l'aspirazione di giocare in porta, così dopo essersi conquistato la fiducia del club e dell'allenatore, riesce nel breve tempo a divenire un punto di forza. La sua caratteristica più utilizzata era il tuffo, si tuffava su ogni pallone, anche quando la situazione era tranquilla, a lui piaceva buttarsi, alla fine scelse di giocare in porta e non in altri ruoli. Nel 1923 le sue parate, attirano le sirene dello Slavia Praga, una delle sqaudre più forti di Cecoslovacchia. A soli 19 anni, Plánička conquista la titolarità, da quel momento inizia la sfida a distanza con un altro portiere che nel breve tempo aveva conquistato i favor di tifosi e giornalisti; Ricardo Zamora. Ecco quindi che il mondo del calcio, si ritrova a vedere due giovani portieri fuori dal normale, Plánička pian piano conquista le copertine dei giornali. Maglione giro collo, pantaloncini a trequarti, e calzettoni sopra il ginocchio, così si presentava in campo Plánička, mentre con la nazionale Cecoslovacca campeggiava in modo imponente lo stemma della nazionale al centro maglia. Nel 1925 conquista il suo primo titolo nazionale, lo scudetto. I primi anni però non sono pieni di vittorie, anche perchè la squadra più forte in quel periodo era lo Sparta Praga, che aveva vinto ben 5 scudetti negli ultimi 5 anni. Plánička Nel 1926 esordisce nella nazionale maggiore, appena ventunenne, nella trasferta a Torino contro l'Italia persa 3-1, dove dopo uno scontro con Feliciano Monti, Plánička dovette uscire per infortunio. Plánička era un portiere strepitoso, rozzo, anche perchè non amava spettacolarizzare le parate, come faceva Zamora, ma era più deciso soprattutto nell'intercettare l'avversario e nel capire anche senza visualizzare la sua porta il posizionamento, era sempre al punto giusto.
La sua fama esce fuori dai confini della Cecoslovacchia, soprattutto in Italia, dove è ben ricordato dai tifosi juventini... Nel 1929 in Coppa dell'Europa Centrale, lo Slavia Praga ospite a Torino della Juventus, nello 0-3 per la squadra cecoslovacca. Tornato in patria, Plánička vince altri tre campionati; 1928-1929, 1929-1930, 1930-1931. Nel 1932, nella semifinale di Coppa dell'Europa Centrale, dopo aver battuto con il suo Slavia la Juventus con un netto 4-0 in Cecoslovacchia, in un campo che era per lo più una pozza di fango, per alcuni nubifragi che avevano colpito la città italiana in quei giorni, sul risultato di 2-0 per i bianconeri, venne bersagliato da un lancio di sassi dai tifosi bianconeri, che tentavano di distrarlo, arrivandolo a colpire, tanto che dovette lasciare il campo, questo però portò la squadra cecoslovacca a fermarsi, contestando tale comportamento dei tifosi, entrambe le squadre vennero squalificate dal torneo. Plánička, vinse altri due scudetti 1932-1933 e 1933-1934. Nell'estate 1934 venne chiamato dalla nazionale a giocare il Mondiale in Italia, proprio contro gli azzurri, si sfidò in finale, persa per 2-1. Al termine della gara fu eletto migliore in campo. Tornato in patria, alza altri due scudetti 1935-1936 e 1936-1937. Nel 1938 arriva la consacrazione europea, battendo in finale gli ungheresi del Ferencvaros 2-1. Nel 1938 partecipa al suo secondo Mondiale, Francia '38, da capitano della nazionale, dove la Cecoslovacchia viene estromessa ai quarti dal Brasile, dove rimedia una frattura della clavicola e del braccio nella gara terminata 1-1, non potendo giocare la gara di replay, dove la squadra perse per 2-1. La stagione 1938-1939 sarà la sua ultima in carriera, terminata senza titoli. Si ritira dal calcio all'età di 35 anni, con 196 presenze nel club, e 73 in nazionale.

Ha il record di presenze nella Coppa dell'Europa Centrale con ben 33 presenze.
Muore il 20 luglio 1996 a Praga, all'età di 92 anni dopo una lunga malattia.