'Oh, ma da quanti anni sono che ci conosciamo? Ma ve lo siete fatto un conto approssimativo? Una vita! Se c’avessero dato trent’anni di carcere a quest’ora eravamo comunque usciti tutti'.
Marco, Luca, Pippo e Melissa si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere; avevano tutti 38 anni, infatti erano tutti nati nell’anno di grazia 1984 e potevano dire di conoscersi da sempre.
Avevano cominciato a giocare insieme nel parco delle case popolari dove tutti e quattro abitavano e che era tenuto benissimo grazie agli sforzi comuni di tutti gli abitanti; i residenti del quartiere, popolato per lo più da operai e impiegati, avevano avuto sempre “la fissa” per il verde e per gli spazi da dedicare ai giochi dei loro figli e perciò, seppure stanchissimi, tornando dal lavoro facevano qualsiasi possibile sforzo per ripulire e migliorare quel campo di cui erano logicamente fieri.  

Melissa era entrata da subito nel gruppetto dei tre maschi, con naturalezza. Se glielo chiedevi ti rispondeva che non ricordava proprio d’aver mai giocato né con le bambole né “alle signore”; per lei era stato sempre molto più divertente correre e rotolarsi per terra, arrampicarsi alla fune e fare i percorsi di guerra come il più truce dei marines. Era sempre stata uno scavezzacollo perennemente con le ginocchia sbucciate e graffi disseminati ovunque. Per sfotterla Marco, Luca e Pippo, fingendosi maschilisti ad oltranza, le dicevano che in effetti e tutto considerato e mondata dagli innumerevoli difetti, era quasi perfetta, era… diversamente maschio! Lei stava, femminilmente al gioco, e faceva solo finta d’arrabbiarsi come una leonessa ruggendo il proprio “sdegno” per le offese ricevute. Melissa in realtà, sin da piccolissima, era stata sempre bellissima, dolce e tenace, pronta a capirti ed ascoltarti o a mandarti a quel paese a seconda dei casi e dei momenti che stava vivendo; in tre parole: una vera amica.
Avevano pure scoperto con gioia che per la legge dei grandi numeri, tifavano tutt’e quattro Milan. Ma non una simpatia “tanto per”, erano rossoneri fino al midollo, sfegatati, appassionati al 100% ed anche praticanti fissi dello stadio qualunque tempo facesse. A San siro, manco a dirlo, c’erano sempre e quando era possibile, anche in trasferta non facevano mancare il loro supporto ai colori che amavano così profondamente.
E quella domenica mattina, proprio per seguire il Diavolo in trasferta, si erano dati appuntamento alle 9. Breve colazione insieme e poi, con calma, il viaggio da fare con la macchina di Pippo. Non erano nemmeno 200 chilometri, era proprio inutile correre. Infatti arrivarono allo stadio tranquillamente e non ebbero nessun problema a trovare i posti riservati assegnati loro grazie ai biglietti numerati; né ebbero difficoltà a seguire la partita. Non certo la miglior partita dei rossoneri, forse anche loro assonnati dal primo sole caldo di primavera; un 1 a 1 insipido, maturato per un errore arbitrale a sfavore del Milan e per il quale comunque anche i giocatori stessi non avevano protestato in modo veemente. Un pareggio già scritto.

'Dai ragazzi, torniamo a casa che magari ci superano pure un po’ di ore per andare a farci pizza e birra “da Giorgio”, che è tanto che non ci andiamo'. Furono come al solito tutti subito d’accordo. Però, disse Luca,  adesso prendiamoci un caffè e poi partiamo.

Entrano nel locale affollato e mentre Pippo, Luca e Melissa vanno al banco, Marco s’avvicina alla cassa per pagare e… avviene tutto in pochi attimi: si ritrovano accerchiati da una decina di ultras avversari che cominciano a provocarli ed insultarli; li chiamano bastardi e danno della “zoccola” a Melissa; non rispondiamo ragazzi, non rispondiamo, dice Luca, vogliono picchiarci.
Nessuno di loro ha paura ma si rendono conto che “quelli” vogliono solo la rissa e non c’è nulla che possa fargli cambiare idea. Vigliaccamente iniziano spintonando proprio Melissa ed uno di loro, prendendola per la sciarpa del Milan che porta annodata al collo la tira con violenza per terra; i 44 secondi che seguono diventano un incubo: si difendono come possono e sono pure abituati a farlo; sanno usarle da sempre le mani e nessuno nel loro quartiere gli ha dato mai del codardo.
Ma non c’è nulla da fare, quelli sono troppi di più, sono il solito squallido branco.
Pippo, Marco e Luca si rialzano lividi ed insanguinati, ma Melissa no. Resta a terra senza muoversi perché il calcio che ha avuto in faccia le ha fatto perdere i sensi. I carabinieri arrivano subito, ma per fortuna anche l’autoambulanza che se la porta via a sirene spiegate.


Parlano i ragazzi. Parlano e spiegano al brigadiere quello che è successo ed il loro racconto viene per fortuna supportato anche dalle testimonianze non omertose degli altri clienti, che hanno pure cercato di intervenire ma senza successo in loro difesa.“Ma quelli - dicono i testimoni al Brigadiere - li conosciamo bene nel quartiere, sono degli animali che vogliono solo la violenza; col tifo non c’entrano nulla!”.

Corrono all’ospedale Marco, Luca e Pippo, corrono più in fretta che possono e affanculo se arriva la multa; vogliono notizie di Melissa. Come sta Dottore? Non è in pericolo di vita per fortuna, ma il colpo è stato violento, le ha aperto uno squarcio sul lato sinistro del viso ed abbiamo dovuto darle dei punti… anche la vista, purtroppo, è rimasta danneggiata e da quell’occhio… non potrà più vedere; però adesso calmatevi. La medicina estetica fa miracoli, vedrete tornerà “tutto a posto”!

No, non tornerà tutto a posto, non più.
Pippo dal giorno della rissa ha proprio la necessità di camminare almeno un paio d’ore da solo; non ha importanza dove farlo, ma “deve” farlo, ogni maledetto giorno che passa.
Luca, Marco e ringraziando Dio anche Melissa, che si è ripresa bene, perché LEI è fatta con un acciaio particolare che sembra tenero ma è indistruttibile, cercano in tutti i modi di farlo stare insieme a loro ma… Pippo è cambiato e non si riconosce più.
Cammina Pippo, forse senza meta, ma forse anche no.
Ed infatti quel giorno si ferma davanti al negozio e dopo un attimo d’indecisione entra. E’ un’armeria!
'Mi dia una pistola'
'
Che calibro?' 
'Una nove lungo' 
'E’ un’ottima arma, molto affidabile' 
'Lo so, la conosco. Quanto costa?'
'
Sono 1200 euro' 
'Va bene la prendo' 
'Guardi che ci vuole il p…'
'Lo so, eccolo e grazie'.

Pippo è cambiato e Melissa, Marco e Luca se ne sono accorti e vorrebbero fare qualcosa per aiutarlo, ma è lui che non vuole essere aiutato; lui, da quel giorno maledetto, ha dentro una rabbia che non riesce a controllare. E’ tutto molto strano perché Pippo è sempre stato il più calmo fra i quattro, quello che ha sempre “smussato” nelle discussioni accese; è sempre stato quello che ha pensato che “l’amicizia viene prima di tutto e noi siamo e resteremo compatti” e lui, con Marco e Luca, sono i vertici di un triangolo equilatero di amicizia pura e vera; con Melissa no! Lui, a Melissa, l’ha sempre, e da sempre, amata e più della sua vita stessa, ma silenziosamente, non ha mai avuto il coraggio di confessarglielo… è troppo brutto per LEI che è il suo idolo, e non ha mai avuto il coraggio di gridare che l’ama. E adesso gliel’hanno sfregiata la sua Melissa e Pippo ha ben chiaro nella testa quello che è “giusto fare”.
E comincia a frequentare il poligono di tiro e scopre subito che ha un talento incredibile, è un cecchino praticamente infallibile!

Ha chiesto una settimana di ferie Pippo; è il tempo necessario per fare “tranquillamente” quello che ha in testa da quel giorno; prende la macchina e parte e la strada per ******* non è cambiata, ci vogliono sempre quelle due ore scarse guidando prudentemente.
Arriva e parcheggia nel garage dell’hotel, sbriga velocemente la pratica del check-in, sale in camera, sistema velocemente il bagaglio, scende al longue-bar, mangia qualcosa, ed esce…

…INSPIEGABILE SERIE DI EFFERATE AGGRESSIONI ARMATE IN CITTA’: NOVE PREGIUDICATI, CONOSCIUTI DA TEMPO DALLE FORZE DELL’ORDINE, SONO STATI GAMBIZZATI IN MODO IRREVERSIBILE  E TUTTI ALLA STESSA MANIERA, CON DUE SOLI COLPI D’ARMA DA FUOCO, UNO PER OGNI GINOCCHIO. 
GLI INQUIRENTI PENSANO AD UN REGOLAMENTO DI CONTI NELL’AMBITO DELLA LOTTA FRA OPPOSTI CLAN MALAVITOSI E SI RITIENE CHE I KILLER VENGANO DA FUORI CITTA’.