Come promesso, ho realizzato il secondo “episodio” riguardante i derby della gente.

Il prescelto di questa settimana è un derby del sud caldissimo: Avellino-Salernitana.

 

  • DUE CITTA’ A CONFRONTO

Due città separate da neanche 40 km ma che si presentano in vesti diametralmente opposte.

La città del Partenio, climaticamente soggetta a variabilità incessante, offre diverse bellezze storiche e architettoniche, tra cui spiccano il Museo dell’Arte e soprattutto la rinomata Torre dell’Orologio, simbolo vero e proprio del capoluogo di provincia biancoverde.

Salerno, invece, sorge sul mare, patria della grande tradizione medica, adiacente all’Università di Fisciano, uno dei più grandi atenei del Meridione, e meta turistica natalizia celebre per le Luci d’Artista che la rendono un gioiello unico nel suo genere in quel periodo dell’anno.

Ed è in questa cornice che vive una delle più grandi rivalità che il panorama calcistico nazionale conosca.

  • IL LUPO

Secoli prima dell’avvento di Cristo, un fiero mammifero selvatico venne riconosciuto come rappresentante di Marte, il Dio della guerra, sulla Terra.

Fu lui, pervaso di ancestrale spirito battagliero, a guidare il fiero popolo degli Hirpini, nella Primavera Sacra, alla conquista della collina su cui oggi sorge il Duomo.

E fu sempre lui ad essere colpito dal prodigio di San Guglielmo.

Il Santo riuscì nell’impresa di ammansirlo, dopo che lo aveva appena privato del suo mulo, convincendolo ad aiutarlo nella costruzione del Santuario di Montevergine.

Su questa scia, fatta di conquiste e di battaglie, ma anche di sudore e sacrificio per una buona causa, il lupo irpino si è posto alla guida della squadra e della stessa cittadina, a rappresentarne esattamente l’essenza.

Come Avellino, il lupo non si arrende mai, lottatore fino all’estremo ma estremamente generoso.

  • L’IPPOCAMPO

Il Maestro Gabriele D’Alma, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu incaricato di elaborare una rappresentazione per la squadra cittadina.

Fu durante una delle sue passeggiate che vide, nei pressi del porto, un cavalluccio marino intento a divincolarsi tra le morse delle reti dei pescatori: ecco l’intuizione che cercava.

La Salernitana non era una potenza calcistica, avrebbe dovuto combattere con tutte le sue energie, avrebbe dovuto affrontare le onde e le insidie di campionati difficoltosi, avrebbe dovuto essere, in altre parole, un autentico ippocampo.

Una creatura marina e terrestre nello stesso tempo, capace di adattarsi alle diverse temperature e di saper sopravvivere, con la stessa dignità, in qualsiasi condizione atmosferica.

La figura originaria prevedeva anche la torre e le onde (ora non più ufficialmente parte del brand) e un sole sulla destra, invece tuttora presente, che simboleggia la moneta utilizzata ai tempi del Principato di Salerno.

  • LE ORIGINI

Il primo incrocio tra le due compagini risale al campionato di Serie C 1959-60: a Salerno, si impongono gli ospiti di misura con un gol in avvio di Brugnera.

Nella gara di ritorno, all’ultima giornata del torneo, la Salernitana espugna il Partenio per 2-0 con le reti di Logaglio e Barone, mantenendo il terzultimo posto che le consentì di evitare la retrocessione.

Il derby si disputò con continuità in serie C fino a metà degli anni ’70, in concomitanza con l’ascesa verso la Serie A dell’Avellino.

  • LA LEGGE DEL PARTENIO

Questa squadra, l'Avellino, è la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana”[1]

La stagione 1977-78 portò i Lupi fino alla Serie A, mantenuta con ben 9 salvezze consecutive.

Una parentesi lunga un decennio che, purtroppo, fu segnata dalla più grande tragedia del territorio: il terribile sisma del 1980.

Nella stessa stagione 1980-81, l’Avellino incappò in una pesante penalizzazione per il calcio-scommesse, ma nonostante le molteplici condizioni avverse (calcistiche e non), riuscì a strappare una miracolosa salvezza all’ultima giornata.

Il calore del pubblico fu la chiave fondamentale per la conquista di tutte quelle permanenze che, per l’ambiente, rappresentavano uno scudetto: da qui la nomea di un Partenio come fortino impenetrabile.

Tra le file degli irpini passarono tantissimi calciatori che divennero dei campioni: Stefano Tacconi, che difese la porta della Juventus per quasi un decennio, o Fernando De Napoli, uno dei componenti del Napoli di Maradona, passando per lo storico capitano Adriano Lombardi, finendo a Juary, autentico protagonista con la casacca del Porto, il cui gol decisivo in finale della Coppa dei Campioni 1986/87 regalò per la prima volta il titolo di campione d’Europa ai lusitani.

  • I DERBY MEMORABILI

Dagli anni ’90 in poi furono diversi gli incroci anche in Serie B tra le due compagini, soprattutto negli ultimi anni.

Ma nella memoria delle rispettive tifoserie sono rimasti impressi due derby in Serie C, disputati in stagioni che hanno avuto un epilogo trionfale per le vincitrici.

E’ il 20 febbraio 1994. La Salernitana, guidata da Delio Rossi, ha ambizioni importanti; l’Avellino, ormai spariti i fasti di qualche anno prima, naviga a metà classifica e vuole regalare una gioia ai propri tifosi.

Ma stavolta il Partenio, dopo ben 25 anni, viene espugnato dal cavalluccio marino: al 76’, Breda, dai trenta metri, segna uno dei gol più belli e importanti di questo affascinante incontro, forse il più forte, simbolicamente, dell’intera storia di questo derby.

“Un secondo infinito, di silenzio, giusto il tempo di rendersi conto. Poi il boato della curva piena di tifosi della Salernitana. Credo di aver ben figurato in granata, ma, quel gol, mi ha fatto diventare Breda agli occhi dei salernitani”[2]

La stagione si concluse con i play-off per i granata, che valsero la promozione in Serie B e quella partita rimase scolpita nelle menti dei tifosi salernitani, che rivendicano tutt’oggi quella partita epocale.

Da qui partì la scalata della squadra di Rossi e capitan Breda verso la Serie A, conquistata con un campionato leggendario nel 1997/98, dominato grazie all’astro nascente Marco Di Vaio, e che, complice la retrocessione del Napoli nello stesso anno in cadetteria, conferì l’onore di essere l’unica squadra dell’intera regione nel massimo campionato 1998/99. Fu l’unica volta in cui la Campania venne rappresentata in Serie A senza la contemporanea presenza della squadra partenopea.

Il derby ricordato, invece, con immenso piacere dai Lupi è datato 5 Novembre 2006: un 4-0 senza attenuanti, una manifestazione di netta superiorità che porterà gli irpini alla Serie B, sempre via play-off come i rivali 13 anni prima.

La punizione di Grieco e il rigore di Moretti nel primo tempo fanno presagire una giornata di festa, completata da Biancolino e dal pallonetto di Riccio da fuori area nella ripresa.

La legge del Partenio si è fatta valere.

  • LA SITUAZIONE ATTUALE

Gli ultimi derby disputati risalgono alla stagione scorsa, campionato di Serie B: il 15 ottobre 2017, la Salernitana compie un autentico miracolo, iscrivendo anche questo match tra i ricordi più intensi: dopo un primo tempo sullo 0-0, la ripresa si trasforma.

I padroni di casa dell’Avellino vanno in vantaggio per 2-0 con le reti di Kresic e Laverone, ma gli ultimi 20 minuti Salerno si prende il derby: Rodriguez, Sprocati e al 96’ Minala, ribaltano l’incontro.

Per i tifosi granata è un tripudio.

Anche la gara di ritorno vedrà sorridere i granata: 2-0 all’Arechi, in data 11 marzo 2018.

Entrambe le squadre si salveranno, ma purtroppo quest’anno uno dei match più infuocati d’Italia non si è disputato: l’Avellino viene escluso dal torneo per il mancato rispetto dei termini di consegna di una fideiussione.

Il Lupo deve ripartire dalla Serie D: al momento è al secondo posto del girone G, a 5 lunghezze dalla capolista Lanusei.

Promozione diretta complicata ma, numeri alla mano, ancora fattibile.

La Salernitana è invece ancora alla caccia di quei punti che mancano per acciuffare una salvezza che sa di amaro in bocca, viste le ambizioni della piazza.

Questo è un ritratto di un derby campano composto da due tifoserie caldissime, sempre vicine e presenti nonostante le difficoltà in cui annaspano.

Due pubblici encomiabili, che riempiono i rispettivi templi, per far sentire quanto è duraturo il loro amore.

Perché Salerno e Avellino saranno anche due mondi opposti nonostante la vicinanza territoriale; saranno rivali, ma hanno una cosa in comune: l’affetto dei propri sostenitori.
Un’autentica dimostrazione di amore per i propri colori, una passione sfrenata per la propria città che è da esempio per tutta la Nazione.


Nella speranza che anche questo ritratto vi sia piaciuto, vi anticipo che il prossimo derby della gente si sposterà al Nord!

 

[1] Gianni Brera, 1980

[2] Roberto Breda