Quanto è difficile scoprire dei talenti?
Tanto, eppure per chi è del mestiere è una cosa comune, anzi diciamo che ci vuole quell'occhio da aquila che si forma nel tempo. Così nell'estate 2021 sono partito per gli Usa o Stati Uniti che dir si voglia, per fare una vacanza con la famiglia, sono atterrato a Boston, all'aeroporto Generale Edward Lawrence Logan, dove ero intento a passare qualche giornata di spensierata spensieratezza, tanto da aver già riempito il taccuino delle visite che avrei fatto in quei 4 giorni:
1. Il Freedom Trail, il “sentiero della libertà”: si tratta di un percorso di 2,5 miglia (circa 4 chilometri) che attraversa la città in lungo e in largo, toccandone le maggiori attrazioni. 
2. Il Boston Children’s Museum è la risposta alla domanda “che cosa facciamo oggi?”. Si tratta di uno dei musei per l’infanzia più antichi d’America.
3. La Old North Church, la chiesa più antica di Boston
4. La Sala Faneuil è il mercato di Boston. La storia della Rivoluzione americana è anche passata di qui: alla Faneuil Hall si sono tenuti molti celebri discorsi di patrioti. Oggi, nei quattro edifici che costituiscono il mercato, si può passeggiare, fare shopping dai carretti ambulanti e dalle bancarelle o mangiare in uno dei molti ristoranti e apprezzare i molti artisti di strada che affollano l’area pedonale. Il lungomare di Boston è a pochi passi, e occhio al calendario: qui si tengono molti festival musicali e teatrali.

Eppure dopo poche ore dal mio atterraggio a Boston, in una mini passeggiata con mio figlio Picchio, ecco che la mia attenzione, dopo essermi fermato ad un chioschetto di Sandwich per gustarsene uno vero e autentico americano, si ferma su un gruppetto di ragazzini che sta giocando in un campetto, così in accordo con il mio bambino, ci dirigiamo a vedere uno spezzone di partitella, prettamente in piedi, visto che non c'erano sedute, e tra i tanti spunta spesso un ragazzino gracile, non più alto di 1,60, che sgattaiola tra gli avversari come fossero birilli, in testa una bella chioma riccia che ricorda il grande Carlos Valderrama.
La sua particolarità è che non ha un momento di pausa; recupera la palla e imposta l'azione, abile dribblatore e ottimo sinistro, anche se utilizza anche il destro allo stesso modo. Così, poco distante arriva un signore, sulla sessantina, che mi dice: "Anche lei è rimasto colpito da quel ragazzino?", confermo con un cenno del capo. "Quel ragazzo solo io so quanto è forte, eppure nessuno dei club della MLS è mai venuto a vederlo giocare". Così chiedo informazioni a questo signore..."Si chiama Domenik Troussar ed ha 10 anni, il cognome è di origine francese, il padre è di Saint-Etienne, mentre i capelli dalle somiglianze africane l'ha presi dalla mamma che è del Togo, lui è nato qui a Boston. Non ha mai giocato al calcio, perchè la sua famiglia è più incentrata ad altro, e vorrebbe il figlio dentro una squadra di Basket o Baseball, ma lui ama il calcio e ogni giorno è qui".
Così ringrazio, ma tengo per me l'essere un intermediario di calcio, e cosi a fine partitella mi dirigo verso il giovane: "Ciao Domenik, sai che sei proprio bravo a giocare al calcio?", per lui vedere uno sconosciuto che sa il suo nome sembra metterlo un po' sulla difensiva. "E tu chi sei?", così gli dico se posso parlare con i suoi genitori, e lui dalla tasca tira fuori un cellulare e chiama il padre.
Ecco che dopo pochi minuti, da una auto di lusso scende un distinto signore, tutto 'incravattato' che si dirige verso di noi: "Seigneur dis-moi", addirittura in francese. "Buonasera signor Troussar, sono 5 Maggio 2002 e sono un intermediario italiano di calcio", questi sembra non capire "Mi dice signor 5 Maggio 2002 cosa vuole da mio figlio?", "L'ho visto giocare soltanto mezz'ora, ma posso dirle che è davvero molto forte, certo dovremmo vederlo ai livelli di altri bambini, ma già quel che ho visto mi ha fatto una buonissima impressione. Potrei indicare il nome di suo figlio ad alcuni club italiani per un provino?", il signor Troussar però sembra contrario "Mio figlio in Italia? No Monsieur, lui deve studiare e sarebbe più opportuno se scelga uno sport più in voga negli States. Ma lei è partito dall'Italia per vedere mio figlio?", "No signor Troussar, sono qui in vacanza con la mia famiglia, e in una passeggiata con mio figlio mi sono ritrovato a vedere questo talento che è al suo fianco".
Così dopo essersi tranquillizzato, manda sia il figlio che mio figlio a giocare, e mi chiede se tutto quel che ho detto fosse vero, e dopo la conferma apre il suo cuore verso l'Europa "Sono nato a Saint-Etienne e sono lontano da oltre vent'anni, sentir parlare d'Italia mi ha come riaperto il cuore, anche perchè l'ha ho passato tre anni di studi a Roma, per laurearmi in Giurisprudenza, ero là perchè avevo conosciuto quella che poi sarebbe divenuta mia moglie, quindi ho dei ricordi bellissimi, poi mi sono trasferito negli USA con pochi centesimi nelle tasche e tanta speranza, ed ho avuto la fortuna di aprirmi uno studio legale".
Così dopo avermi raccontato altre cose di contorno, mi ha dice che parlerà anche con la moglie e che mi avrebbe dato una risposta entro i quattro giorni che soggiornavo a Boston. E così, dopo aver girato le bellezze di Boston nei tre giorni successivi, al mattino con bagagli e cianfrusaglie varie comprate nella città baskettiana dei Celtics, arriva la chiamata del signor Troussar "Signor 5 Maggio 2002, ne ho parlato con mia moglie, che anche se ancora titubante dalla distanza che c'è tra Boston e l'Italia si è decisa di accettare, mentre mio figlio non sta più nella pelle, quindi può tranquillamente contattare i club italiani per un provino. Spero che mio figlio riesca ad esplodere nel calcio. La ringrazio a nome di tutta la famiglia Troussar. A risentirci signor 5 Maggio 2002". E così tornato in Italia, ho preso contatto con alcune società italiane, quindi per far provinare il giovanissimo ragazzo, ma se dai grandi club ho avuto una declinazione, da parte di club tra la Lega Pro e i Dilettanti molte hanno aperto a fargli un provino.

E' passato un anno da quel giorno in cui ho visto le gesta di Domenik Troussar, non è riuscito ad entrare in nessun club che ho contattato in Italia, per alcuni non avrebbe avuto un ruolo predefinito, per altri troppo magro per entrare in un club dove il contatto fisico poteva essere troppo duro per lui. Così ho tentato la via di altri campionati in giro per l'Europa, tramite molte conoscenze.
Oggi Domenik Troussar è entrato nelle degli esordienti in un club di terza fascia tedesca, il Meppen, dove sta davvero facendo faville da trequartista, spero che in futuro si possa parlare di lui, almeno potrei avere una grande soddisfazione di averlo scoperto in quel campetto dove nessuno lo aveva notato se non quel signore che ogni giorno passava di là per vedere un possibile campione del futuro che non avrebbe avuto però fortuna per una calcio, MLS, che non premia le giovani leve.