Saltiamo la prassi del dire che il Verona è la sorpresa del campionato, ormai anche i giornalisti non ci considerano più outsider, bensì una realtà affermata, cerchiamo di capire come approcciarsi tatticamente alla gara di stasera contro il Napoli, che sarà una delle più importanti, se non la più significativa, nella corsa per la qualificazione all'Europa League e che potrà delineare le capacità del Verona di affrontare grandi scontri contro club importanti, nostro malgrado, incontriamo il Napoli nel miglior momento della sua stagione.

Per capire tutto ciò, dobbiamo analizzare la gara giocata sabato sera contro il Cagliari, vinta con merito e che ha dato ulteriore prova delle qualità di questa squadra e della sua forza di gruppo. Juric ha schierato la squadra con la stessa conformazione di sempre, 3-4+3 perché davanti, esclusa la punta centrale, nessuno ha una posizione fissa, sono tutti intercambiabili, possono giocare da falso nove, scambiarsi a destra o a sinistra senza variazioni di rendimento o addirittura abbassarsi a metà campo e affiancare gli interni. Gli interpreti, a sorpresa, sono variati, al fianco di Amrabat ha giocato una gara di tutto rispetto Badu, che non partiva titolare da maggio 2019 e nonostante il bruttissimo periodo anche personale non ha mai mollato un attimo, mentre come 3° centrale di difesa sulla sinistra ha giocato Empereur, con il conseguente accentramento di Kumbulla a perno centrale, qualcosa ha concesso il brasiliano, che a gennaio era in procinto di lasciare Verona, ma se teniamo conto che era solo la seconda partita da titolare in Serie A e la prima l'ha giocata nell'autunno scorso, lo si può capire. Nell'altra metà del campo, Zenga ha schierato i suoi con un modulo inconsueto e a mio parare, è stato questo il fattore che ha portato il Cagliari ha subire 2 reti in mezz'ora, oltre che all'approccio alla gara, sicuramente da rivedere. L'uomo ragno è passato dalla difesa a 4 di Maran ad una difesa a 3 con Cacciatore adatto a giocare sul centrodestra, non certo il suo ruolo naturale e proprio sulla fascia destra, anche a metà campo ci sono stati delle novità, con Ionita e Nandez che si alternavano la posizione di mezz'ala ed esterno a tutta fascia, sebbene l'ex Boca Juniors abbia ricoperto quel ruolo in nazionale, ho trovato che fosse limitato giocando in quella zona, mentre Ionita era totalmente spaesato in un ruolo in cui non aveva mai giocato prima d'ora, in più Simeone si è ritrovato troppe volte a dover fare reparto da solo, non essendo stato supportato a dovere da Gaston Pereiro, che ha dato qualche dimostrazione del suo talento, ma ha ancora tanta strada da fare.

La chiave del match, secondo me, è stata quella di saper sfruttare le debolezze e i momenti mento brillanti di entrambe le squadre, la prima mezz'ora di gioco è stata tutta a tinte gialloblu, che hanno sfruttato al meglio le debolezze del Cagliari sulla fascia destra e con un Lazovic implacabile, hanno assediato la porta difesa da Cragno. La svolta è avvenuta nel momento dell'espulsione, inesistente, di Borini, da parte dell'arbitro Manganiello, incapace di gestire la gara, il Verona ha subito il colpo e, complici anche le tante energie spese fino a quel momento per indirizzare la partita nel verso giusto, ha mollato la presa concedendo al Cagliari di creare delle opportunità, fino al momento del goal di Simeone, nato da una marcatura troppo approssimativa di Faraoni che non ha giocato, probabilmente, la partita più brutta della sua stagione, non riuscendo mai a essere pericoloso e non offrendo troppe garanzie in copertura.
Nel secondo tempo il Cagliari ha continuato a controllare il gioco cercando di arrivare dalle parti di Silvestri, ma non ha mai creato grossi pericoli, se non quando ha poco da termine Pisacane ha sfiorato il pallone proveniente dalla bandierina non riuscendo ad indirizzarlo verso lo specchio della porta, ma il Verona si è dimostrato ancora una volta una squadra, un gruppo forte che sa far fronte anche a situazioni sfavorevoli, non è certo la prima volta che rimaniamo in 10 con un espulsione dubbia e proprio Manganiello espulse Stepinski alla terza giornata contro il Milan per presunto gioco pericoloso, non voglio dire che non ci fosse la gamba troppo alta del polacco, ma non era certo da espulsione, visto anche che non aveva colpito Musacchio.

Il Napoli è nel momento migliore della sua stagione, galvanizzato dalla vittoria della Coppa Italia, è una squadra che ha identità ed esegue ciò che Gattuso dice di fare, al contrario di come molti pensano, io trovo che i Partenopei, in semifinale e soprattutto in finale, abbiano offerto delle grandi prestazioni, giocando come il mister ex Milan voleva. Il Napoli sapeva benissimo che avrebbe dovuto sottostare agli attacchi dell'Inter e poi della Juve, quindi, dal punto di vista tattico ha preparato entrambe le gare in modo perfetto, subendo, aspettando e pungendo in contropiede ogni volta che se ne presentava l'occasione, il goal di Mertens in semifinale ne è l'esempio più chiaro. In fase difensiva si è disposto con 2 linee di 4 giocatori, i difensori nella prima mentre sulla seconda, in base alle situazioni, si abbassava Callejon sulla destra o Insigne sulla sinistr con il conseguente allargamento di Zielinski sulla sinistra o Fabian Ruiz sulla destra come esterni tattici per formare una diga che nell'arco dei 180 minuti è stata superata poche volte, però quando partiva il contropiede, Fabian e Zielinski si riaccentravano lasciando spazio alle sovrapposizioni di Di Lorenzo e Mario Rui, perciò il Napoli attaccava e difendeva costantemente con quasi tutti gli elementi. L'unica situazione in cui la diga Azzurra andava in crisi, era quando l'Inter passava il pallone ad Eriksen, che perennemente giocava fra le 2 linee difensive del Napoli, quindi era spesso libero dalla marcatura e poteva fare ciò che voleva, tirare, cambiare il gioco, servire un compagno in profondità e questo il Napoli lo ha sofferto moltissimo.

Il Verona, giocando sempre con 2 mezze punte, se non addirittura con 3, mossa che Juric aveva spesso messo in atto contro le big, può trarre enormi vantaggi dal modo di difendere del Napoli perché, seppuer sarà difficile vedere le cavalcate inarrestabili sulle fasce di Faraoni e Lazovic, balza subito all'occhio che i movimenti di Eriksen nell'Inter, sono gli stessi che fanno i vari Pessina, Verre, Salcedo o Zaccagni e se già il Napoli era andato in leggera difficoltà con un solo avversario che giocava in questa maniera, con 2 o 3 agitatori della trequarti come quelli che ha a disposizione il Verona, potrà correre diversi pericoli e concedere più di una chance ai Gialloblu, senza dimenticare l'instancabile Amrabat, che non fa mai piacere a nessuno incontrarlo in campo e la regia maestrale di Veloso. Sull ribaltamento di fronte il Napoli avrà 2 punti su tutti a suo favore, il primo riguarda il fatto che sarà costantemente in superiorità numerica sulle fasce, mentre il secondo riguarda la velocità con cui mette in atto i contropiedi, certamente i difensori centrali del Verona non sono i più veloci del mondo e a causa anche degli scambi di posizione continui di Insigne e Mertens, sarà complicato arrestare le avanzate Azzurre.

Come finirà la gara di questa sera, questo non posso saperlo, non posso sapere nemmeno se effettivamente il piano tattico sarà quello da me descritto, ma una cosa la so e la do per certa, Verona e Napoli daranno vita a una partita emozionantissima e tutta da gustare in cui il calcio ben fatto avrà la meglio, chiunque vincerà.