In uno dei miei articoli precedenti, ho voluto evidenziare la vittoria del Giappone sulla Germania nel primo match del girone della Coppa del mondo. Ma principalmente, cercai di riportarvi la storia di come si è sviluppato nelle terre giapponesi il calcio professionistico; dove non vigeva prima del 1992 e che da lì in poi la storia è andata tutta in crescendo.
Il Giappone mi ha dato un senso di speranza; che nella vita può sembrarti tutto così ripetitivo, ma che un fattore può cambiare incredibilmente le cose; ovviamente con il giusto impegno da parte degli interessati e con pazienza.
Oltre al risultato sportivo ottenuto, ammiro i sostenitori dei samurai blu per il comportamento avuto all'interno degli stadi in ogni post gara. Pulire il settore in cui sedevano per gustarsi la loro squadra prima di andar via, credo sia un azione che in Europa non vediamo nemmeno nei nostri sogni.
Oggi voglio elogiare il lavoro che ha svolto da Hajime Moriyasu, il CT del Giappone. Di seguito ripercorriamo la sua storia e il suo di lanciare la squadra ai Mondiali.

Hajime Moryasu nasce a Kalegawa, il 23/08/1968. La sua infanzia è tutt'altro che stabile: a causa del lavoro, che vede impegnato il padre nei cantieri navali, lui e la sua famiglia cambiano diverse volte paese. Una volta stabilitosi a Nagasaki, decide seriamente di dedicare la sua vita calcio, partecipando poi a un torneo che vede impegnati molteplici ragazzi della nazione. Dopo aver praticato le superiori, Moriyasu si iscrive per volontà del padre alla Nagasaki Nihon University High School; è qui che nasce come centrocampista offensivo e si mette in mostra al campionato di Yamanashi. Nel 1987 avviene il trasferimento al Sanfrecce Hiroshima (all'epoca aveva il nome di Mazda soccer club). Per qualche stagione deve accontentarsi di militare nella rosa satellite. Ma nel 1991, ad allenare il club giapponese è un certo Hans Ooft, ex giocatore del Feyenoord e tecnico delle giovanili dei Paesi Bassi. Ooft nota subito le doti del giovane Moriyasu e decide di fargli firmare un contratto con la prima squadra. Proprio in quell'anno, il giovane contribuisce alla promozione della squadra in prima divisione. Lo stesso tecnico olandese, nel maggio del 92 guida la nazionale asiatica e porterà il ragazzo ad esordire con i samurai blu contro l'Argentina in un amichevole. Nonostante la sconfitta, a fine gara verranno evidenziate le ottime prestazioni del giovane nipponico.
Nella stagione 92/93, nel frattempo, il campionato nazionale prende il nome di J.League e diventa per la prima volta un torneo professionistico. In quell'anno sigla la sua prima rete con il Sanfrecce; mentre la stagione seguente si aggiudica insieme alla squadra il secondo posto. Nel 1995, ad allenare il club, ecco che arriva un altro olandese: Wim Jansen. Quest'ultimo vede in Moriyasu non solo caratteristiche da volante, ma addirittura lo schiera come punta e da libero. Nel 1998, decide di andare un anno in prestito al Kyoto Purple Sanga, per poi tornare al Sanfrecce nel 1999; dove taglierà il traguardo delle 200 presenze in J.League; il primo giocatore del club a riuscirci. Dopo aver lasciato il club che era per lui come una casa, gioca per 2 anni con il Vegalta Sendai. Nel 2004, decide di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo. Dopo circa 10 anni di svolgimento come vice allenatore per diverse squadre, nel 2012 diventa allenatore del Sanfrecce Hiroshima. Resta lì fino al 2017, dove vanterà la conquista di 3 campionati nazionali e 3 supercoppe giapponesi.

Nel 2017 inizia un'altra storia; quella in cui vede Moriyasu guidare la nazionale dei samurai blu; iniziando però nell'under 23.
All'inizio, il suo obiettivo era di formare una squadra in grado di poter competere alle Olimpiadi di Tokyo svoltesi nel 2020; ma poco prima della Coppa del mondo del 2018, entra a far parte dello staff tecnico della nazionale maggiore. Al termine della competizione, il CT del Giappone dell'epoca si dimise e lasciò l'incarico proprio a Moriyasu.
La sua impronta comincia sin da subito a farsi vedere, aggiudicandosi la finale di Coppa d'Asia nel 2019, dove dovrà arrendersi al Quatar vincente per 3 a 1. Nel frattempo, prima dei Mondiali 2022, è comunque impegnato nei giochi olimpici rimandati al 2021, dove dovrà accontentarsi di un quarto posto. La scorsa primavera stacca un biglietto per il Quatar, che lo ha visto impegnato nel Mondiale nelle ultime settimane.

Il resto lo sappiamo: le vittorie con Spagna e Germania hanno fatto sperare tutto il paese e anche coloro che nel loro piccolo hanno tifato Moiryasu e i suoi ragazzi.
Nonostante non abbia avuto una rosa eccezionale a livello qualitativo, i samurai blu si sono confermati un ostacolo duro da oltrepassare; già lo fu nel 2018; dove non passò ai quarti di finale per un pelo; proprio come l'edizione in corso; che li ha visti uscire ai rigori contro la Croazia vice campione del mondo. Il diventare ciò nasce dal sacrifico, ma soprattutto dalle mosse del personaggio in questione: nella seconda frazione di gara con la Germania, decide di far entrare ben 4 giocatori offensivi. Quest'ultimi, furono decisivi per ribaltare l'1 a 0 ottenuto nel primo tempo dai tedeschi.
Quelle di Moriyasu sono scelte che potrebbero essere ritenuti folli, ma se le stesse scelte ti portano la vittoria anche contro la Spagna, allora vuol dire che proprio pazzo non sei.
La cultura del calcio giapponese pare in forte crescita e maturazione. La bravura del tecnico, potrebbe essere stata appresa molto dai due olandesi da cui è stato guidato da calciatore: Ooft e Jansen. Il secondo, è stato prima che allenatore un pezzo importante dell'Olanda di Cruijff; e come sapete, se si è seguiti da un genio come il Pelè bianco, si può solo che imparare e trasmettere.
Probabilmente, questo è ciò che è accaduto con Jansen e Moriyasu. Sia chiaro, non è un paragone tra Cruijf e il CT del Giappone, ma il secondo magari avrà studiato l'ex campione olandese al punto da decidere di mettere più di 3 punte tutte insieme. Quello che si è visto molto in questa squadra per primo però è il sacrificio: si attacca e si difende tutti insieme; facendolo non in maniera grezza, ma accurata e soprattutto intelligentemente.

Dopo la sconfitta contro Modric e compagni, Moriyasu si inchina di fronte i sostenitori come segno di rispetto e rilascia poi le seguenti parole che danno fiducia per il futuro del calcio nipponico: "I giocatori possono pensare di competere contro il mondo intero dallo stesso livello. Ci hanno mostrato il futuro del calcio giapponese, una nuova era. Abbiamo battuto la Germania, abbiamo battuto la Spagna, abbiamo battuto due campioni del mondo. Se pensiamo ad andare avanti invece di ristagnare, il futuro cambierà sicuramente. I giocatori hanno fatto del loro meglio. Non siamo riusciti a colmare di nuovo il divario, ma penso che i giocatori ci abbinano mostrato una nuova era. Se il calcio giapponese continua a voler essere sul palcoscenico migliore, sono fiducioso che saremo in grado di superare questa barriera."

Mi auguro che questo sia solo l'inizio di tutto e che il Giappone possa levarsi soddisfazioni, magari già nella prossima Coppa d'Asia, che si svolgerà nella prossima estate.
Anche se, chi ha ammirato il nipponici questo periodo, non vede l'ora di gustarseli ancora a USA 2026, sperando che in quel Mondiale il destino abbia in serbo per loro e Moriyasu un traguardo maggiore di quello ottenuto finora.