La prima cosa che sarebbe da chiedersi è come sia stato possibile che le ultime due proprietà del Milan abbiano ridotto questa società a questo punto infimo. Probabilmente la risposta è nella mancanza di un organismo di controllo che faccia il suo lavoro a monte e non a cose fatte come l’UEFA. Se solo fosse esistito questo soggetto, se avesse ficcato il naso nelle comiche vicende del closing da mr. Bee in poi, tutto sarebbe stato fermato sul nascere e questo disastro, probabilmente, sarebbe stato evitato. Invece questo vuoto di controllo ha spianato la strada alla vicenda più comica, tragica per noi tifosi, della storia del calcio. Questo vuoto ha consentito le foto del Cavaliere che stringeva le mani allo stesso Bee prima, ed a Li più avanti, che queste barzellette finissero sulle prime pagine anziché rimanere rigorosamente riservate, perché se fossero state reali sarebbero state tali e non il circo equestre di questi anni.

Qualche cronista che probabilmente di questa comica di sente attore non protagonista, invoca l’attaccmnento ai colori rossoneri che da domani dovrebbero riempire il petto dei giocatori che si raduneranno a Milanello. Forse questi signori dimenticano che da domani qualsiasi dipendente rossonero si chiederà chi è il capo, chi farà il bonifico per il suo stipendio, e se si finisce in mano ad un fondo che ha la legittima fretta di vendere e realizzare, quali saranno le mani in cui si verrà rivenduti, SE si finirà nelle mani di qualcuno! I giocatori si chiederanno dov’e naufragato il progetto di rinascita sbandierato 12 mesi fa, visto che questa doveva essere la stagione in cui si partecipava alla Champions e si lottava per lo scudetto. Probabilmente questi ragazzi staranno capendo, se non lo hanno capito fin dall’inizio - come Raiola che ha messo in guardia Donnarumma 12 mesi fa -, che gli orizzonti sono più vicini al baratro, alla dismissione, all’asta, che alla gloria, e cominceranno a pentirsi di non aver ascoltato le sirene del Dortmund di turno: prima viene il posto di lavoro sicuro, poi gli obiettivi sportivi, e qua sembra non esserci nulla di tutto questo. Guardiamo per favore in faccia la realtà: ma quale attaccamento ai colori! Domani regnerà sovrano lo sgomento e l’imbarazzo; il punto di riferimento sarà Fassone, che non sa da chi dipende da ieri e se dipenderà da qualcuno mercoledì o giovedì.