Quello che ha fatto imbufalire i tifosi rossoneri non è aver perso il derby, ma la consapevolezza che rigiocando 100 volte la partita la perderemmo 99 volte più un pari di carambola.
Questo perché le partite di un certo livello (ieri, la Juve, il Napoli...), mettono in mostra ciò che il nostro inconscio, con la complicità di molta stampa e della società rossonera non ci raccontano e cioè che il Milan è una squadra debole da anni.

Milan anno zero non è una novità: lo dico e lo scrivo almeno da quel 2012 che ha segnato la sciagurata discesa del Diavolo tra i comprimari del calcio, passando attraverso la barzelletta, la menzogna sistematica e la tragicommedia sportiva. Le colpe? Un po’ di tutti. Da Galliani e Berlusconi, a Yonghong Li, fino a Fassone e Mirabelli.

Comincio ad avere dubbi su GordonSinger in questo senso: rilevare il Milan è stato un pegno obbligatorio da riscuotere, pena perdite significative che un fondo sempre in attivo vuole evitare come la peste; non so con quanta consapevolezza si sia escusso comprendendo il disastro tecnico che lo caratterizzava.
In un’ipotetica intervista a Leonardo, Scaroni e lo stesso Singer, col vincolo di essere giudicati da una macchina della verità, non chiederei i piani sportivi per i prossimi 3 anni, ma se sapevano cosa stavano rilevando. Se erano consapevoli dei due livelli che ci separano dall’Inter, tre dal Napoli, quattro da Juve etc.
Non metto in dubbio le capacità di un fondo tanto oculato e universalmente riconosciuto, ma, mi chiedo se si è reso conto che la squadra Milan è un paese distrutto anni fa da uno tsunami, sul quale hanno infierito eruzioni vulcaniche uragani e terremoti.
Capisco che ammettere pubblicamente che Kessié, Suso, Bonaventura sono mezzi giocatori, mentre altri sono veri e propri bidoni non sia salutare: l’autostima già sottoterra trascinerebbe davvero la squadra nella lotta per non retrocedere; ma dirselo a quattr’occhi nel corso delle riunioni ai piani alti credo sia cosa doverosa e credo sia stata fatta.

Singer ha magnificamente ricostruito lo staff dirigenziale e lo ha fatto in due modi: facendo piazza pulita della vecchia dirigenza ed inserendo solo fuoriclasse. Va capito alla svelta che il reparto tecnico cioè squadra, panchina e tecnico vanno trattati esattamente allo stesso modo. Spiace per i ragazzi, tutti, nessuno escluso. Spiace perché molte volte hanno sputato sangue per tirar fuori le qualità che non avevano e non avranno mai.

Ma il Milan non può permettersi di scontare ancora troppi mesi d’inferno e la distanza dai cugini, non dalla Juve, ieri si è rivelata ancora siderale.