Premessa: questo articolo è stato ideato e poi realizzato a beneficio di coloro che, come me, non appartengono alla categoria di quelli che “nascono già imparati”, ma non per questo si scoraggiano e non cercano di colmare le proprie lacune studiando, informandosi, chiedendo.
Ce ne sono alcuni, persino in questa community di pacifici amanti del calcio, che con il loro modo a volte supponente di porsi, non fanno mai mancare, negli articoli che pubblicano, così come nei commenti che vicendevolmente si scambiano, chessò io? Almeno una citazione in latino, buttata lì, con nonchalance, tanto per far capire che per loro la citazione dotta è come la pipì: non ci si può proprio far nulla: quando scappa scappa!
Si tratta di individui che vivono un perenne conflitto interiore, causato dalla loro duplice natura: da un lato saccenti e dall’altro presuntuosi. Una lotta intestina destinata a durare in eterno, visto che nessuna delle due nature riesce a prevalere sull’altra.
Per quanto concerne invece altre lingue morte, il commento o la citazione in aramaico antico, ancora manca, ma tranquilli: è solo questione di tempo!

Ma cosa c'entra questa introduzione così astiosa col tema del pezzo che stai scrivendo? C'entra perchè (e lo vedremo dopo) questi di cui parlo sono senza dubbio tra i migliori, anche come editor, e mi piacerebbe poter dire senza riserve che se c'è da prendere esempio da qualcuno in questo campo specifico, loro sicuramente rappresentano ad oggi il meglio.
Non ritengo però, per mio gusto personale, che queste persone possano rappresentare per altri motivi un esempio; se devo elencare persone da cui prendere esempio a tutto tondo, posso invece citare altri altrettanto bravi, ma con una cifra di umanità (da me percepita) indiscutibilmente superiore, come Calatino, come Zidi, come Ginni Nuresse, come Forza Roma, come Massimo48, come NOODLES, come QWERTY, come Yin e Yang, e come tanti altri con cui ho interagito di meno, ma che mi hanno fatto una buona impressione.

Gli editor, la cui presenza e ruolo prima di VxL, lo ammetto, mi era del tutto sconosciuta, hanno cominciato (mio parere personale) ad intendere il proprio ruolo come quello di sacerdoti irremovibili, posti a sorvegliare e contrastare senza deroghe ogni tentativo di evoluzione  linguistica, come invece contemplato e auspicato dal prof. Russo stesso, nei suoi numerosi video dove, fatta salva la correttezza grammaticale, su tutto il resto lascia, entro i limiti della decenza, buona dose di carta bianca.

La sola frase, contenente l’inaccettabile locuzione del ‘già imparati’ prima utilizzata, mi sarebbe valsa, già da sola, una mezza stroncatura: un 6 stiracchiato, più di fiducia e incoraggiamento che non di effettivo merito. Con la speranza che, applicandomi al massimo, possa un giorno arrivare ad ambire a prendere un 6 pieno, o addirittura un 6 e un quarto; oltre il quale, però, ogni tipo di sforzo da parte mia per migliorare ulteriormente sarebbe totalmente inutile.

Se da un lato chi è tenuto a giudicarti afferma che dal suo punto di vista più di tanto tu non possa migliorare, dall’altro, volendo considerare ciò che di positivo questa circostanza offre, andrebbe comunque  detto che a volte avere un'insegnante che, per non dispiacerti, ti sprona, e così facendo alimenta illusioni che difficilmente potranno concretizzarsi, a distanza poi di anni, dopo una vita di tentativi, rendersi conto, con gran ritardo, che il talento che avresti dovuto avere per raggiungere i traguardi che tu ritenevi alla tua portata, in realtà non c’era, o era insufficiente, e che forse sarebbe stato meglio avere al tuo fianco un insegnante più coraggioso, che avrebbe dovuto aprirti gli occhi, e saputo dire, fin da subito pane al pane e vino al vino. Questo ti avrebbe permesso di fare una vita dove le tue ambizioni fossero proporzionate al tuo talento.

Ma è pur vero, al contrario, che un insegnante che pensando di fare bene, non vedendo in te le qualità necessarie, ti scoraggia e ti induce a lasciar perdere, possa poi rivelarsi (se hai comunque proseguito) poco lungimirante, o avrebbe potuto rivelarsi tale (nel caso in cui tu abbia poi mollato).

La cosa capace più di tutte di deprimermi è quella di intravedere grande delusione in chi solo un anno prima mi aveva esaltato, affermando senza possibilità di fraintendimento quanto fossero apprezzate le mie qualità di scrittore, sia quando mi sono cimentato con registri drammatici, ad esempio coi pezzi della saga “Gente di Lucania”, sia con note di grande comicità quando invece ho sfornato decine di pezzi tra “Casa Juve” e la parodia dei romanzi di Pasolini, ambientati però non a Roma bensì a Bari (“Ragazzi di vita di Bari vecchia”)

Nel giro di un anno sono passato dall’essere uno che, impegnandosi, un 9 lo riusciva a raggranellare con relativa facilità, ad uno che quando gli danno 8,5 ci manca poco che debba anche dirsi fortunato per la presenza del vento a favore.
Di una cosa mi sono accorto, e me ne sono reso conto facendo caso agli interventi migliorativi che l’editor della redazione aveva apportato al mio ultimo pezzo: “Calcio metafora della vita”.
Spero di fare cosa gradita a tutti quelli che come me hanno sempre voglia di migliorarsi riportando ciò che dice lo scrittore Fabio Brocceri sull’utilizzo del grassetto, corsivo e sottolineato. Poi, non per piaggeria nei confronti di una delle istituzioni in campo di scrittura su internet, ma ho voluto sentire anche cosa "ne pensa” il nostro mentore prof. Pippo Russo di cui su YouTube sono disponibili svariati video, alcuni risalenti anche ad una decina d’anni fa.

 

Quando scriviamo su internet, spesso ci capita di dover formattare un testo, dare cioè un’impostazione grafica che ne faciliti la lettura. I tre strumenti messi a disposizione per far questo, sono il grassetto, il corsivo e il sottolineato.

Il grassetto: Dei tre è di gran lunga il più usato. Il grassetto serve a evidenziare una parola chiave, a focalizzare un concetto, a richiamare lo sguardo del lettore che salta da un paragrafo a un altro. Insieme alla dimensione del font, serve a distinguere i titoli dai paragrafi, dai sottoparagrafi, e così via. Come anche il corsivo e il sottolineato, non deve essere abusato: in caso contrario, influenzerebbe negativamente la leggibilità del testo.

Il corsivo: ll corsivo si usa quando introduciamo dei termini stranieri non ancora entrati nel linguaggio corrente (non si usa, ad esempio, per parole come computer, film, chat, ormai di uso comune), per i titoli di opere (film, canzoni, libri…), per le locuzioni latine e i nomi.

Il sottolineato: Con l’arrivo di internet il sottolineato ha cambiato la sua funzione originaria ed è diventato più che altro un indicatore della presenza di link. Lo sa bene la caporedattrice Jea Bercigli, che spesso crea collegamenti tra più pezzi, quando essi sono uno la prosecuzione dell’altro. Come ben sappiamo, cliccando su una parola o un gruppo di parole sottolineato ormai ci si aspetta di accedere ad una pagina di approfondimento, o comunque legata a quella di partenza.

Come dicevo, andando a vedere le correzioni che l’editor ha apportato al mio pezzo, mi sono reso conto di aver perso almeno un quarto di punto per colpa di tutte quelle correzioni. Venendo io da una scuola di scrittura tradizionale, dove la figura dell’editor non è nemmeno conosciuta né prevista, mi sono reso conto che avevo decisamente trascurato l’importanza che invece nella scrittura su internet, l’editor ha.

Facciamo degli esempi che possano servire per comprendere come l’editor elabora il tuo pezzo e letteralmente lo “edita”. Va da sé comprendere che meno corposo sarà l’intervento richiesto all’editor, sul tuo testo originale, più alto sarà il voto che riuscirai a strappare!

 

Ecco alcuni esempi che riguardano me:

Prima della cura: “… anche se ti chiami Roberto Baggio, non dovrebbe essere vergogna ammettere la propria paura e far battere il rigore a chi in quel momento ne ha meno di te! Ma al divin codino…”
Dopo la cura: “… anche se ti chiami Roberto Baggio, non dovrebbe essere vergogna ammettere la propria paura e far battere il rigore a chi in quel momento ne ha meno di te! Ma al divin codino…”

Prima della cura: … “ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non esiste neanche uno senza un campo di calcio”.
Dopo la cura: “che “ci sono alcuni paesi e villaggi del Brasile che non hanno una chiesa, ma non esiste neanche uno senza un campo di calcio”.

Prima della cura: E dulcis in fundo: "5 minuti prima di morire diventerò milanista, così morirà uno di loro". Peppino Prisco
Dopo la cura: E dulcis in fundo: "5 minuti prima di morire diventerò milanista, così morirà uno di loro". Peppino Prisco

L'utilizzo del grassetto può sembrare un'operazione banale. In realtà io la ritengo un’arte tutt’altro che secondaria. Essa richiede grande senso dell'equilibrio. Usarlo troppo rende tutto piatto, peggiorando (e non poco) la leggibilità. Usarlo raramente, solo in occasione di quelle che vengono chiamate keywords è qualcosa di ancora diverso. Com’è noto, uno dei migliori blogger da questo punto di vista, cioè uno di quelli che riesce notoriamente bene nell'arte di individuare l'equilibrio di cui parlavo nell'utilizzo del grassetto è Zardoronz. Se Zardo non se ne ha a male, alcuni esempi di come utilizza il grassetto potrebbero essere molto interessanti, alcuni persino illuminanti:

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Preso in sé, un pari a Napoli non sarebbe stato male, anche tenendo conto del doppio vantaggio con cui il Milan era andato al riposo

Il ciuccio le ha fallite entrambe con Politano e Raspadori, poi curiosamente autori dei gol che, nella ripresa, hanno consentito al Napoli di pareggiare. Reijnders, dal canto suo, ha mancato l'occasione per lo 0-3, sciupando una palla-gol paragonabile a quelle partenopee. Saelemaekers è stato sempre accusato di non vedere la porta, ma l'olandese, per quanto bravo, sembra vederla anche meno.

Il finale ha visto un'occasione clamorosa per parte. La prima è stata sbagliata dal volenteroso Calabria, cui non farebbe malissimo un sano corso di recupero sui fondamentali.

La prima è stata sbagliata dal volenteroso Calabria, cui non farebbe malissimo un sano corso di recupero sui fondamentali. E nonostante tutto, basandosi sulla grinta, Calabria è quello che ha tenuto meglio fra i suoi. La seconda di Kvara, all'ultimo secondo, è stata parata coi piedi da Maignan, non impeccabile ieri, ma in quel frangente decisivo in positivo.

Uscendo a 10 minuti dalla fine per Okafor e Jovic, Leao e Giroud hanno platealmente contestato la sostituzione, confermando quello che aveva fatto capire Calabria ovvero che solo Krunic, nonché egli stesso non si sa per quanto, sono dalla parte di Pioli.

Del resto, dopo soli 19'', si era visto un Milan compatto in 30 metri che attaccava armonico. La linea dei difensori saliva con ordine insieme a centrocampo e attacco. Lo si è rivisto una volta ancora solo a metà primo tempo. Per il resto, il Milan è stato soltanto una squadra che si allungava pericolosamente, cercando di compattarsi alla bene e meglio quando arretrava e riuscendoci finché i ritmi sono stati bassi.

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Com’è evidente, ci sono delle volte in cui il grassetto viene centellinato, in altre è quasi inesistente, in altre ancora non si può proprio farne a meno, anche per tratti molto lunghi!

Prendiamo un altro esempio, molto particolare, dove grassetto, corsivo, sottolineato e per non farsi mancare nulla, anche maiuscolo, si intrecciano, persino presenti contemporaneamente in più d’uno, combinati tra loro apparentemente in un carnevale di espressioni, ma bisogna ammetterlo, con un risultato tutt’altro che sgradevole!

Eccone alcuni esempi:

«Gli arabi erano figli incorreggibili dell’idea…,MEZZA PAGINA DI CORSIVO…. Erano instabili come l’acqua, e come l’acqua forse alla fine avrebbero prevalso»

Il Salvator Mundi è un dipinto … MEZZA PAGINA DI GRASSETTO E CORSIVO…). Il mondo globale del foot ball ha imparato a conoscerlo, ad ammirarlo e a temerlo.

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In questo caso individuare le regole che determinano l'utilizzo del grassetto e di tutte le altre forme di cui abbiamo parlato, è molto più complesso: questo anche perché questi strumenti non sono quasi mai presenti singolarmente ma sempre in combinazione almeno di due o più tipologie diverse. Nonostante ciò, o forse anche grazie a questo utilizzo particolarissimo del grassetto, del corsivo, del sottolineato, e del maiuscolo, il risultato è gradevolissimo, oltre ad essere anche efficace nel senso della capacità di canale fornita attraverso cui le informazioni fluiscono (Shannon sarà felice di essere stato ricordato per il suo famoso teorema sulla capacità di canale.

Un altro esempio di utilizzo del grassetto è quello del blogger più talentuoso di questa community: calatino-a-interland:

Al ritorno a casa, mi porto dietro una buona scorta di tranquillità sperando che la Pazza non me la faccia consumare in tempi troppo brevi, anche se, in fondo, non ammettendolo chiaramente, le emozioni forti che pavento mi mancherebbero se non le vivessi e la Pazza non me le garantisse per certo. È solo il rapporto tra quelle positive e quelle negative che mi abbacchia, in un anno come questo.

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Questo è solo un esempio dell’utilizzo stringatissimo del grassetto da parte di Calatino dopo pagine e pagine di racconto senza che ci sia un solo sobbalzo, se non quelli dall’analisi introspettiva che egli fa dei suoi pensieri, un flusso della coscienza che è più che sufficiente a sé, e di conseguenza agli altri: i lettori che ad esso si abbandonano fiduciosi.

Sarebbero ancora tanti gli esempi da cui trarre spunto; questo mio modesto contributo potrebbe diventare oggetto di ulteriore analisi dei diversi stili di scrittura. E non sarebbe male se anche la redazione volesse mettersi simpaticamente in gioco fornendo suggerimenti di spessore professionale a noi aspiranti scrittori o giornalisti.

Sperando di aver contribuito, almeno in termini di spunti ad una riflessione sul ruolo dell’editor almeno in VxL, un saluto vi giunga dal vostro Piccio di Sonno.