Dalle grandi celebrazioni derivano quasi sempre grandi traguardi, ma questa sera più che mai sono risultati fin da subito affannosi. Una serata che ha visto un binomio di luci e ombre succedersi sullo sfondo dello Stadio Olimpico vestito "a festa" per la presentazione ufficiale di Romelu Lukaku ma il campo ha parlato, e ha tralasciato un manto erboso consumato e silenzioso e tanti malumori tra la folla che usciva con il morale sotto alle scarpe. 

Che sicuramente fosse una partita difficile non sono io a doverlo dire ma senza dubbio questo inizio di campionato è un lontano parente della squadra che fu capace scorso anno di giungere fino alla finale di Europa League, purtroppo persa contro l'ostico Siviglia. Sogni e sognatori andavano a braccetto fin dai giorni scorsi, fantasticando addirittura una vittoria del tricolore con un tandem d'attacco che fa sognare il popolo romanista e che per certi versi rappresenta un amaro dejavù per l'Inter. Perché questo? Basti pensare che qualche sessione di mercato fa, non troppo lontana, i sogni dei tifosi nerazzurri andavano quasi a veder nella propria squadra un tridente formato da Lautaro-Lukaku-Dybala; per un incredibile segno del destino e con abile mano della dirigenza giallorossa 2/3 di questo tridente sono sbarcati a Roma, il primo cioè Dybala accolto a Circo Massimo da 10 mila persone; il secondo Lukaku accolto nel trambusto generato dagli oltre 3000 tifosi della Roma in quel di Ciampino.

E' grande festa, ma ora serve testa. Mi ricollego a questa frase che fa da titolo all'articolo quasi a voler un po' smorzare questi stati d'animo alquanto euforici per sottolineare che non è tutto oro ciò che luccica.
Ora serve davvero testa, quella testa che sembrava completamente partita dopo l'arrivo di Lukaku lasciando spazio a fantasie forse fin troppo affrettare.
Ma sognare è lecito. Bisogna sognare e sperare che un giorno ciò che si desidera diventi realtà. Ecco ciò che ha detto il campo stasera ha dimostrato che la realtà del popolo giallorosso non vuole essere questa, un punto raccolto nelle prime tre giornate e vetta che già comincia ad allontanarsi. Ma siamo ancora all'inizio, siamo al primo scatto dopo il colpo di pistola che segna l'inizio di una gara di velocità e per il momento la Roma sembra essere incappata bruscamente nel primo ostacolo. Calma. Bisogna rialzarsi e continuare.
Nulla è perduto. La squadra c'è, seppur spesso con qualche defezione, ma c'è.
Al comando del timone vi è un condottiero dal carattere deciso e un tantino ruspante, spesso incline alla paraculaggine nei suoi toni. E' proprio da qui che bisogna partire, l'ossatura è ben disposta e con una testa ben funzionante e determinata i risultati non tarderanno ad arrivare. Anzi, sono già arrivati. 

Parliamoci chiaro, chi avrebbe scommesso mai su due finale consecutive della Roma a livello europeo! Forse qui nemmeno i sogni più fantasiosi potevano giungere ma ciò è successo. Motivo per cui ora ci sarà la sosta, ben venga, tempo per riflettere, affinare gioco, strategie e sinergie di squadra per farsi ritrovare alla ripartenza con la testa giusta.